bottega piano e suonava il Clavicembaloben temperato di Bach, che conosceva completamente e a memoria, nel frastuono generale. Periodi come questo mi hanno fatto crescere l'odio per il nostro secolo, per la politica e le sue folle passioni. Sognavo il diciottesimo secolo. Dicevo a me stesso che tutto quello a cui tenevo nel mondo erano le donne e l'arte ... Dopo che la mia vita si calmò un po', tentai di tornare ai miei 2 interessi fondamentali. Con le donne le cose andavano bene; con l'arte era più difficile. Dipingevo, mi occupavo di cinema e di teatro, scrivevo poesie, ma niente sembrava soddisfarmi. Finalmente ritrovai me stesso quando cominciai a scrivere il mio primo romanzo, Lo scherzo. II Allora avevo 33 anni. Durante una visita ad amici nella regione mineraria dove avevo vissuto sentii la storia di una ragazza che era stata arrestata per aver rubato fiori per il suo ragazzo in un cimitero. La proiettai indietro nel periodo in cui avevo vissuto là. Immaginai la vita di una ragazza per la quale sessualità e amore erano tragicamente separati, per la quale la sessualità era l'antitesi dell'amore. La sua vita allora si mescolò nella mia testa alla storia di un uomo che seduce per vendetta la moglie di un nemico personale, rovesciando così l'atto di amore in uno splendido atto di odio. Due storie della dicotomia tra amore e sesso. È il loro punto d'incontro che forma l'impalcatura del romanzo. Presto ai temi dell'amore e del sesso se ne associarono molti altri. Ad esempio il tema dello scherzo. Ludvik, l'eroe del romanzo, scrive alla sua ragazza una cartolina provocatoria per scherzo. La cartolina è letta dalla polizia. Ludvik viene espulso dall'università e stigmatizzato a vita. Alllora Ludvik gioca un altro scherzo ad Elena, che non sospetta minimamente che la ragione per cui lui la corteggia sia di vendicarsi del marito, che era stato la causa della rovina di Ludvik. Ma il destino gioca a sua volta uno scherzo a Ludvik, che non si accorge che il marito non vive più con lei e che anzi è esaltato all'idea di avere una scusa per lasciarla. Ma lo scherzo più crudele di tutti è giocato ai danni di ciascuno dei personaggi della storia, dato che tutti ricercano un'utopia politica che promette loro il paradiso, e che ciò che trovano al posto del cielo è l'inferno. Lo scherzo che si moltiplica mostruosamente, divorandoli tutti, non è uno scherzo vero e proprio: è una categoria dell'esistenza umana. No, non andrò ad enumerare i temi presenti nello Scherzo; voglio fermarmi a questa frase finale. Sebbene, tentando consapevolmente di fare così, sono arrivato ad un concetto ben definito di romanzo. Dovrei chiamarlo in questo modo: il romanzo come indagine sull'esistenza umana. 166 - Milan Kundera
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