bottega Milan Kundera Tuttoquelloa cui tenevo eranole donnee l'arte I Fin dalla prima infanzia ascoltavo mio padre suonare musica moderna per piano: Stravinsky, Bartok, Schonberg. Ma il pubblico voleva le Rapsodie ungheresi di Liszt, non Stravinsky. Come risultato, le sale in cui teneva i concerti erano mezze vuote. E, poiché amo mio padre disperatamente, idoleggiavo l'arte e disdegnavo il pubblico che preferiva Liszt a Stravinsky. A 15 anni tentai di comporre musica dodecafonica e a 16 lessi Marx. Il comunismo mi affascinava nello stesso modo in cui mi affascinavano Stravinsky, Picasso e il surrealismo. Prometteva una grande, miracolosa metamorfosi, un mondo totalmente nuovo e diverso. Ma poi i comunisti presero realmente il controllo del mio paese e venne stabilito un regno del terrore. Avevo 19anni. Ho imparato a proposito di fanatismo, dogmatismo e tribolazioni politiche attraverso una profonda esperienza; ho imparato cosa significa essere intossicati dal potere, essere ripudiati dal potere, sentirsi colpevoli davanti al potere e ribellarsi ad esso. Espulso dall'università facevo la vita della classe operaia. Più tardi ho suonato gighe con un gruppo di musicisti nelle taverne della regione mineraria. Il nuovo mondo che mi si schiudeva stimolava ampiamente la mia curiosità sulla gente di li: perché, dovevo sapere, si comportava così in quelle incredibili e crudeli condizioni? È stata la curiosità nata da quel periodo che mi ha portato a diventare uno scrittore 10 o 15 anni dopo. Il trombettista nella nostra orchestra era un brillante musicista a cui i comunisti avevano ordinato di lasciare il conservatorio per ragioni politiche (2 anni più tardi, lavorando come muratore rimase ucciso nella caduta da un'impalcatura). Appena le coppie avevano bevuto abbastanza vodka da tenersi occupate in un altro modo, lui mi cacciava dal Milan Kundera - 165
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