Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

racconti italiani - giovani - Tutto può succedere, - lasciò che l'uomo continuasse a guardarla da sotto, interrogativo e sorpreso esasperando a bella posta l'espressione per caricare d'inverosimile le sue parole, trattenendosi, léi, dall'osservare come tu invece non sei granché mutato, se si eccettuano i cambiamenti degli anni, ancora poco rilevanti data l'età ancora sotto la soglia che prelude a scombussolamenti sostanziali. · Sempre così alto e secco, trasandato anche quando ti sei cambiato la domenica e vai in giro a trovarti qualche ragazza per rimanere li con i tuoi gesti sempre esagerati, oltre tutte le misure, con le parole anch'esse esagitate, le tracce della calce e del cemento sotto le unghie, dentro i capelli anche se li hai pettinati per mezz'ora. Anche il tuo fiato sa di calcina se t'accosti troppo com'è tua abitudine nell'invadenza dei tuoi sproloqui interminabili, che possono divertire solo qualche scema che esce di casa la domenica col vestito della festa per aspettarti e ti sta ad ascoltare solo perché deve farlo se vuole arrivare al giorno che tu le faccia delle proposte concrete d'accasamento, beata lei. Nemmeno sei riuscito, in tanti anni, a combinare qualcosa, sempre in giro a trovare lavoretti da manovale, capacissimo di piantare qualcosa di già iniziato se dopo un po' ti girano le lune; come quando andavamo a scuola, quando invece che al bagno te n'uscivi per i prati e i tuoi libri rimanevano sul banco per il giorno dopo. O quando insieme a mio fratello partivate in piena notte col fracasso d'una motocicletta sgangherata per raggiungere qualche cantiere; più di due giorni non duravi, ma mio fratello il mestiere l'ha imparato e adesso è un muratore vero e tu sì e no sai impastare la calce con la pozzolana. Quando, per venirmi dietro, avevi tentato di trapiantarti in città, e passavi la notte a spassartela a ballare fino a tardi, e poi in cantiere andavi a ciondolare invece che a lavorare; per questo più d'una settimana non ti tenevano e alla fine non c'era un cane che ti volesse più affidare una pala in mano, data la fama che t'eri fatta in giro. Tanto che dalla città eri poi dovuto scappare, senza più una lira non solo per l'affitto ma neanche per mangiare, tornartene qui dove un letto ce l'hai nella vecchia casa dei tuoi e anche quando non lavori non ti manca nè il pranzo nè la cena. E poi qui qualcuno ancora c'è che ti prende per qualche giornata, giusto perché ti conoscono da tempo e conoscono quelli di casa tua, una specie di opera caritatevole, come mio fratello che certo non può scordare che siete andati insieme a scuola e insieme avete giocato e impastato la prima calce. Qui puoi anche parlare senza che ti prendano eccessivamentein giro, e qualche donna la trovi disposta ad ascoltare le tue scemenze; la domenica, anche se non hai una lira, da qualche parte puoi sempre andare magari accodandoti a qualcuno. Questo è il posto da cui non ti puoi allontanare, se non vuoi che ti venga a mancare anche l'aria che occorre per respirare. 14 - Leandro Angeletti

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