Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri ro e pallore si mantiene inalterato anche d'estate. Ha bisogno (e si merita) di essere ammirata, ed è questa la cosa che le dà maggiore soddisfazione, ed è disposta a civettare, non seriamente, con qualsiasi uomo. Odette aveva le spalle nude, quella sera, e il taglio dell'abito era fatto apposta per mettere in mostra la divisione fra i seni, e per farli vedere quando si chinava sul tavolo a giocare. Continuava a perdere e a civettare, facendo sembrare il perdere come una parte del civettare. Chaddy era nell'altra stanza. Odette perse tre partite, e al termine della terza si lasciò ricadere sul divano e, guardandomi negli occhi, disse qualcosa a proposito di andare fuori sulla spiaggia a pagare il debito. Lawrence la udì. Guardai Lawrence. Sembrava sconcertato e soddisfatto al tempo stesso, come se avesse sempre sospettato che non giocavamo per qualcosa di così insulso come il denaro. Può darsi che mi sbagli, naturalmente, ma penso che Lawrence, osservando le nostre partite di backgammon, avesse l'impressione di assistere allo svolgersi di una sottile tragedia in cui il denaro che vincevamo e perdevamo costituiva il simbolo di poste più significative. È tipico di Lawrence, cercare di leggere significati e finalità in ogni gesto che facciamo, ed è sicuro che quale sia l'intima logica che Lawrence scoprirà nel nostro comportamento questa sarà inevitabilmente sordida. Poi arrivò Chaddy per giocare con me. Nè a Chaddy nè a me è mai piaciuto perdere l'uno contro l'altro. Quando eravamo bambini, ci avevano proibito di giocare insieme, perché le partite si concludevano puntualmente in una rissa. Ambedue pensiamo di conoscere molto bene il carattere dell'altro: io penso che lui è prudente, lui pensa che io sono inconsulto. Ci facciamo sempre cattivo sangue quando giochiamo insieme, - sia a tennis sia a backgammon, a softball o a bridge, - e sembra a volte che la posta del gioco fra noi sia la conquista della reciproca libertà. Quando mi capita di perdere con Chaddy non riesco a dormire. Questa è soltanto una parte della verità sul nostro rapporto competitivo, ma è proprio questa parte di verità che sarebbe risultata visibile a Lawrence; e la sua presenza al tavolo da gioco quella sera mi mise in un tale imbarazzo che persi due partite. Mi sforzai di dissimulare la mia rabbia quando mi alzai dal tavolo. Lawrence mi stava osservando. Uscii in terrazza per far sbollire al buio la collera che mi prende sempre quando perdo con Chaddy. Quando ritornai nella sala, stavano giocano Chaddy e la mamma. Lawrence stava ancora osservando il gioco. Ai suoi occhi, Odette aveva perduto con me la sua virtù, io avevo perduto la faccia con Chaddy, e ora mi domandavo che cos'altro avrebbe visto nella partita che si stava svolgendo. Osservava rapito, come se le pedine opache e la tavola intars~ata fossero in funzione di un confronto tra capacità critiche. Come dovevano apparirgli drammatici la tavola, nel suo cerchio di luce, e i giocatori silenziosi e assorti, e il frangersi delle onde di fuori! Era un fohn Cheever - 143

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