Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri aperto, ma questa fu una delle poche occasioni di denigrazione che si lasciò sfuggire. La cuoca che avevamo quell'anno era una polacca, una donna di nome Anna Ostrovick, assunta per l'estate. Era una cuoca bravissima, era robusta, grassa, cordiale e solerte, e prendeva il suo lavoro molto sul serio. Le piaceva cucinare, e vedere mangiati con gusto i piatti che aveva preparato, e ogni volta che incontrava uno di noi lo invitava a mangiare qualcosa. Preparava cornetti e brioches calde per colazione due o tre volte alla settimana, e ce le portava lei stessa in sala da pranzo, esclamando: "Mangiate, su mangiate!" Quando la cameriera riportava i piatti in cucina, dove Anna aspettava, ci capitava spesso di sentirla dire: "Bene! Hanno mangiato tutto!" Dava da mangiare allo spazzino, al lattaio, al giardiniere. "Su, mangiate!" diceva. "Mangiate! Mangiate!" Il giovedì pomeriggio andava al cinema con la cameriera, ma non si divertiva molto, perché gli attori le sembravano tutti così magri. Se ne stava seduta per un'ora e mezzo nella sala buia nell'ansiosa attesa di veder comparire sullo schermo qualcuno che mangiasse con appetito. Bette Davis l'aveva impressionata solo perché le sembrava una donna malnutrita. "Sono tutti così pelle e ossa." si lamentava quando usciva dal cinema. Alla sera, dopo averci rimpinzati tutti e aver lavato piatti e pentole, raccoglieva gli avanzi di cucina e usciva a dar da mangiare alle sue creature. Avevamo qualche pollo, quell'anno, e anche se a quell'ora erano già appollaiati sul trespolo, Anna versava gli avanzi nel truogolo e incitava i pennuti addormentati a mangiare. Dava da mangiare agli uccellini nel frutteto e alle tamie nel cortile. La sua apparizione in fondo al giardino e la sua voce cantilenante che udivamo ripetere "mangiate, mangiate, mangiate," erano divenute un rito di quell'ora del tramonto, come il colpo di cannone al circolo nautico e come il fascio luminoso del faro di Cape Heron. ''Mangiate, mangiate, mangiate ... ," e poi si faceva buio. Lawrence era in casa da tre giorni quando Anna mi chiamò in cucina. "Mi faccia il piacere di dire a sua madre" mi chiese Anna, "che lui non deve entrare nella mia cucina. Se lui continua a entrare nella mia cucina, io me ne vado. Lui viene sempre nella mia cucina per dirmi che sono una povera donna, mi dice sempre che lavoro troppo e che non vengo pagata abbastanza, e che dovrei iscrivermi a un sindacato che assicuri le vacanze. Mah! È così magro, ma continua a entrare in cucia quando io sono affaccendata per compiangermi, ma io non ho niente da invidiargli, nè a lui nè a chiunque altro, e non ho nessuna voglia che la gente come lui mi stia intorno continuamente per compatirmi. Io sono famosa come cuoca, sono un'ottima cuoca e trovo lavoro dove voglio, e l'unico motivo per cui sono venuta qui a lavorare quest'estate è che non sono mai stata su un'isola, ma posso trovare un altro lavoro anche domani, e se lui continua a venire a compiangermi, John Cheever - 141

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