Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri sbiadito gli aveva ricordato queste sue idee, la porta graffiata dalle incisioni gliele aveva consolidate, e poi gli si era presentato ~n esempio dopo l'altro: la lampada di nave sulla porta, il mastodontico camino, la larghezza delle assi del parquet, e i pezzi di legni incastrati tra esse per dar la parvenza di un intarsio. Mentre Lawrence mi teneva lezione su queste debolezze umane, gli altri arrivarono dal campo di tennis. Alla vista di Lawrence mamma reagì subito e capii che c'era ben poca speranza di creare un legame tra la matriarca e il "figlio scambiato". Lei prese Chaddy sotto braccio. '' Andiamo a fare una nuotata e beviamo l'aperitivo sulla spiaggia" gli propose. Concediamoci una mattinata favolosa." Quel mattino, il mare era d'un colore compatto, simile al marmo. Andammo tutti alla spiaggia, tranne Tifty e Ruth. "Non m'importa di lui'' disse la mamma. Era nervosa e inclinò il bicchiere, facendo cadere un po' di gin sulla sabbia. "Non m'importa. Non m'importa quanto può essere sgarbato, odioso e deprimente, ma quelle che non riesco a sopportare sono le facce dei suoi poveri bambini, di quei bambini terribilmente infelici." Con l'alta scogliera che ci separava da Lawrence, tutti ci sfogavamo contro di lui dicendo quanto era peggiorato, anziché migliorato con l'età, com'era diverso da tutti noi, come si sforzava di guastare ogni piacere. Bevemmo il nostro aperitivo, e intanto il risentimento sembrava aumentare sempre più, finché, uno dopo l'altro, andammo tutti a nuotare nella compatta acqua verde. E quando uscimmo dall'acqua nessuno di noi parlò più di Lawrence con rancore, la serie delle maldicenze era stata interrotta, come se il bagno avesse avuto l'effetto di un battesimo purificatore. Ci asciugammo le mani per accendere le sigarette, e quando venne menzionato il nome di Lawrence fu soltanto per proporre garbatamente di organizzare qualcosa che potesse fargli piacere. Forse gli sarebbe piaciuto andare in barca fino alla baia di Barin, o magari a pescare? Mi viene in mente, adesso, che durante le visite di Lawrence andavamo a nuotare più spesso del solito, e penso che dovesse essercene un motivo. Quando l'esasperazione accumulata a causa della sua presenza cominciava a esaurire la nostra pazienza, non soltanto nei confronti di Lawrence, ma anche tra noi stessi, allora andavamo al mare, e nell'acqua fredda ci spogliavamo della nostra animosità. Vedo ancora i membri della famiglia seduti sulla sabbia, frementi per i rimbrotti di Lawrence, e posso vederli poi nuotare e tuffarsi e immergersi sott'acqua, e udire nelle loro voci la ritrovata pazienza e la riscoperta di un'inesauribile buona volontà. Se Lawrence si fosse accorto di questa trasformazione, di questa parvenza di purificazione, immagino che avrebbe trovato in qualche manuale di psichiatria, o nella mitologia dell'Atlantico, qualche termine circospetto per definirlo, ma non credo che se ne sia mai accorto. Trascurò di accennare alle virtù terapeutiche del mare 140 - John Cheever

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