raccontistranieri ra in cui aveva lasciato i suoi due figli. Capii che la cena era stata preparata per far piacere a Lawrence. Non troppo abbondante, e niente di lussuoso che potesse preoccuparlo. · Dopo cena, tornammo sulla terrazza, dove le nuvole avevano quella luce che sembra di sangue, e mi fece piacere che Lawrence trovasse per il suo ritorno a casa un tramonto così spettacolare. Eravamo li fuori da pochi minuti quando arrivò un certo Edward Chester a prendere Diana. L'aveva conosciuta in Francia o sulla nave con cui era ritornata, e soggiornava per una decina di giorni all'albergo del paese. Fu presentato a Lawrence e Ruth, poi se ne andò con Diana. "È con quello che va a letto adesso?" domandò Lawrence. "Che modo di dire volgare!" esclamò Helen. "Dovresti scusarti, Tifty" suggerì Chaddy. "Non saprei" sospirò stancamente la mamma. "Non so proprio, Tifty. Diana può fare quello vuole, e io non faccio domande spiacevoli. È la mia unica figlia e non la vedo spesso." "Ha intenzione di ritornare in Francia?" ''Ritornerà quest'altra settimana.'' Lawrence e Ruth erano seduti sul bordo della terrazza, non sulle sedie disposte in cerchio. Con la bocca chiusa, mio fratello mi guardava come un chierico calvinista. Qualche volta, quando cerco di comprendere la sua mentalità, penso alle origini della nostra famiglia in questo paese, e la sua riprovazione nei confronti di Diana e del suo amico me le fecero ricordare. Il ramo dei Pommeroy dal quale discendiamo fu fondato da un ministro del culto che fu elogiato da Cotton Mather per la sua inesorabile rinuncia al demonio. I Pommeroy furono uomini di chiesa fino alla metà del XIX secolo, e la severità del loro pensiero (l'uomo è destinato all'infelicità, ogni bellezza terrena è peccaminosa e corrotta) è strata tramandata in libri e sermoni. Il carattere della nostra famiglia si è andato poi alquanto modificando, ed è diventato più tollerante, ma ancora quando cominciai a frequentare le scuole, ricordo tutta una serie di vecchi cugini che sembravano discendere dai tempi cupi dei puritani, come loro permeati da un perpetuo senso del peccato e dalla esaltazione della punizione. Per chi è cresciuto in questa atmosfera, e noi in un certo senso lo eravamo, penso che sia una ardua prova rinnegare questo inveterato senso di colpa, l'abitudine all'autonegazione, alla misantropia e alla penitenza, e a me sembrava che Lawrence questa prova l'avesse perduta. "Quella è Cassiopea?" domandò Odette. "No, cara" rispose Chaddy. "Non è Cassiopea." "Chi era Cassiopea?" domandò ancora Odette. "Era la sposa di Cefeo e la madre di Andromeda" risposi io. "La cuoca è tifosa della squadra dei Giants" intervenne Chaddy. 136 - John Cheever
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