Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri Lawrence, il nostro fratello minore, che è avvocato, dopo la guerra è andato a lavorare in una ditta di Cleveland e nessuno di noi l'ha più visto per quattro anni. Poi, quando ha deciso di lasciare Cleveland e di andare a lavorare ad Albany, ha scritto alla mamma che tra un impiego e l'altro avrebbe trascorso una decina di giorni a Laud's Head, con la moglie e i due figli. Anch'io avevo progettato le vacanze per quello stesso periodo (avevo appena terminato dei corsi estivi), e ci sarebbero stati anche Helen, Chaddy e Odette, e Diana, e così la famiglia si sarebbe riunita. Lawrence è quello della famiglia col quale noi altri abbiamo meno cose in comune. Non l'abbiamo mai frequentato molto, e forse è per questo, immagino, che lo chiamiamo ancora "Tifty", un nomignolo che gli è stato dato quand'era un bambino, perché quando attraversava il corridoio verso la sala da pranzo, all'ora della prima colazione, con le ciabatte faceva un rumore simile a "tifty, tifty, tifty". È così che lo chiamava nostro padre, e poi tutti noi altri. Poi, quando s'è fatto più grande, Diana lo chiamava talvolta "Gesù bambino", e la mamma spesso lo chiamava "Brontolo". Non avevamo simpatia per Lawrence, ma attendevamo impazienti il suo ritorno, con un misto di apprensione e di solidarietà, e con la gioia e il piacere di chi ritrova un fratello. Lawrence prese il traghetto delle quattro un pomeriggio d'estate, e Chaddy e io andammo ad attenderlo. Gli arrivi e le partenze del traghetto estivo hanno tutte le caratteristiche esteriori che fanno pensare a un viaggio: sirene, campane, bagagli, abbracci, e quell'odore di acqua salmastra, ma è un viaggio da poco, e quando vidi entrare il battello nel porto, quel pomeriggio, e pensai che stava terminando un viaggio da poco, mi accorsi che mi era venuta in mente proprio lo stesso tipo di osservazione che avrebbe fatto Lawrence. Cercammo la sua faccia dietro ai parabrezza delle automobili che scendevano dal traghetto, e non facemmo fatica a riconoscerla. E allora corremmo a stringergli la mano, e baciammo con aria impacciata sua moglie e i bambini. "Tifty!" gridava Chaddy. "Tifty!" È difficile giudicare i cambiamenti nell'aspetto fisico di un fratello, ma Chaddy e io ci trovammo d'accordo, mentre tornavamo in auto a Laud's Head, nel dire che Lawrence aveva ancora un'aria molto giovanile. Lawrence arrivò a casa per primo, e noi scaricammo i bagagli della sua auto. Quando entrai in casa, lo trovai in piedi nel soggiorno che chiacchierava con la mamma e con Diana. Le signore si erano messe eleganti con tutti i loro gioielli addosso e lo stavano accogliendo con tutti gli onori, ma anche in quel momento, mentre tutti si sforzavano di mostrarsi il più possibile affettuosi, e in una circostanza che rendeva più facili questi sforzi, io avvertivo una lieve tensione nella stanza. Ripensandoci, mentre portavo le pesanti valigie di Lawrence al piano di sopra, mi resi conto che le nostre antipatie sono profondamente radicate quanto le nostre più grandi 134 - fohn Cheever

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