raccontistranieri dall'arrivo di una banda di tangheri dall'aria oziosa che si divertivano ad ascoltare musica da quattro soldi da un radioregistratore portatile senza alcun rispetto per il silenzio dei sognatori solitari, monotona musica rock con parole sempre uguali e prive di fantasia, che, dalle facce di quei tizi, era più saggio lasciar suonare senza protestare. Presto però abbassarono il volume per ascoltare un individuo più anziano, qualcosa come un capo, guru, guida spirituale, moderato nei gesti e nelleparole, senza esagerazioni nè pagliacciate teatrali, che mi ricordò un amico smarrito, anni addietro, dopo una cena, nell'uscire da un ristorante in una strada buia; aveva attraversato le strisce pedonali mentre io osservavo la vetrina illuminata di una libreria, unica fonte di luce in quella strada; quando mi voltai e lo cercai sull'altro marciapiede, non vidi nessuno, corsi all'impazzata, ritornai alla libreria la cui vetrina si era spenta e in cui regnava una oscurità totale; corsi allora corsi anche nella direzione opposta a quella precedente disperando già di ritrovarlo, furente contro i libri che erano stati la sua rovina come anche sono stati sempre la mia. Questo inopportuno ricordo fu interrotto dalla forza degli effluvi lunari che mi avevano permesso di superare le modeste avances erotiche, ora amplessi pronti a spiccare il dialettico salto dalla potenza all'atto, per usare l'espressione di Aristotele in senso letterale. Non mi curai dell'arringa dell'oratore, che doveva essere interessante a giudicare dall'attenzione degli ascoltatori, e mi addentrai nel punto critico consentito dalla sconosciuta simulando di resistere, emettendo soavi sospiri che avevanoil potere di elevare la mia eccitazione, sino al momento di chiudere gli occhi per vedere meglio; quando li riaprii notai che dal fondo del viale stava avanzando il piccolo Rousseau o kleiner Wundt, forse però non si chiamava così. Feci finta di non vederlo per poter proseguire l'assedio alla fragile fortezza quasi smantellata, indeciso tra il cercare una posizione meno scomoda nel sedile di assi di legno o sdrairsi sull'erba, più morbido materiale. Improvvisamente la semi-sedotta fuggì via, saltellando sulle zampe d'uccello che ·la gonna aveva nascosto; era una seduttrice intimidita ed io in definitiva il sedotto. Mi venne un attacco di stizza verso quello smilzo personaggio con il cappello a tubo, il muso triste e le orecchie che gli cadevano sul colletto del frac che a stento copriva il ventre cadente e la coda lievemente rivolta all'insù, il pelo castano che si adattava al colore delle calze; il figlio di Jean-Jacques veniva però in compagnia, conduceva sotto braccio un cagnetto-aborto che per la sua coda di foca soprannominai mentalmente focagnetto ed il cui naso indiscreto annusava un essere abietto, indefinibile, con il collo fallico e la testa di glande armata di denti affilati, minibraccia e mani atrofizzate, che impugnava una bacchetta o mazza di tamburo, curvo come se stesse raccontando un aneddoto che lo faceva contorcere dalle risate represse ad infinitum. 126 - Almeida Paria
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