Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri avevi il turno di notte. Gli rispondo che l'ho fatto, lui dice di non avermi visto ma che poi, in realtà, non gliene frega niente. I tornitori del mio gruppo sono seduti ai loro tavoli da lavoro e stanno scrivendo un compito in classe di biologia. Il caporeparto gira tra le file e sequestra il foglio a uno che stava copiando dal libro. 3, dice. Gli altri continuano a scrivere. Alla porta della sala macchine vedo la cameriera del bar "All'angolo rotondo" che mi chiama. La seguo. Vedo che mi ha preparato del caffè con una fetta di torta, e l'ha messo negli spogliatoi, su un lavandino. lo mangio. Lei si spoglia e comincia a masturbarsi. Vedo la sua mano sparire tra sue cosce. Il caporeparto entra nello spogliatoio, va verso di lei, le assegna un'indennità straordinaria e la prende tra le sue braccia grasse. Esco dagli spogliatoi per tornare al mio tornio, ma la sala macchine è diventata così grande che sono costretto a camminare ore e ore per arrivare alle macchine. Mi siedo sul pavimento e mi metto a piangere. Mi svegliai. Venga, sentii. Aprii gli occhi. Alla porta vidi il poliziotto che mi faceva cenno. Guardai dall'altra parte del tavolo. Il vecchio non c'era più. Nel corridoio era accesa la luce: dovevo aver dormito per almeno tre ore. Mi alzai e andai alla porta. Il poliziotto la chiuse dietro di me. Attraversammo il corridoio e ci fermammo davanti alla stanza dove mi avevano fatto l'interrogatorio. Aspetti. Entrò. Sentii alcune parole che non riuscii a decifrare; subito dopo il poliziotto ricomparve. Entri. Dapprima non riuscii a distinguere nulla. Nella luce del tramonto vidi due ombre: l'una seduta a un tavolo, l'altra dietro, al tavolo dell'interrogatorio. Si sieda. Potete salutarvi. Era la vocetta dell'agente che mi aveva fatto l'interrogatorio. Mi sedetti. Sulla sedia, di fronte a me, c'era Sophie. È morto, disse a bassa voce, e solo ora riuscii a vedere i suoi occhi. Sentii un nodo in gola. Sanno tutto, disse lei, gliel'ho raccontato io. Guardò l'agente. Questi si alzò, girò attorno al tavolo per andare ad accendere la luce al neon. Quindi si risiedette: Ha tentato di scappare all'Ovest. Vidi che aveva le palpebre rosse dal gran piangere. Da quando sei qui. Da ieri sera, disse Sophie. Sentivo di non riuscire a trattenere le lacrime. È un confronto o che cosa, domandai. Thomas Brasch - 119

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