raccontistranieri era seduta al mio tavolo e le raccontai che venivo dall'Argentina. Alla fine ci credette e volle vedere la mia Chevrolet. Feci un cenno a Robert e a Sophie e tagliammo la corda, sempre passando dalle finestre deigabinetti. Andammo a sederci sulla spiaggia; io mi sentivo in bocca un sapore di sale. Il mare era calmo e, dal ristorante, giungevano fino a noi le grida della gente che ballava. Gli eroi sono stanchi, disse Sophie. Hai un bel dire, tu, fece eco Robert, capirai che fatica a star lì a cronometrare. Presi in mano un giornale rimasto abbandonato sulla sabbia. Era sporco di grasso. Garantire la pace è il compito più importante del nostro stato, lessi. Amen, disse Robert. Sfogliai l'ultima pagina. Concerti. Domani si svolgerà, nel palazzo di Friedrichstadt, il festival di folk blues americano. Nella capitale, a dare il benvenuto ai musicisti, tutti attivamente impegnati sul fronte della lotta alla discriminazione razziale,... Ma che cazzo dici, m'interruppe Robert. Toh, leggi. Mi strappò il giornale di mano, guardò l'articolo e saltò in piedi. Ragazzi, questa non possiamo perdercela, gridò. Rifacciamo l'exploit di stasera. Sophie rise. Sei pazza, urlò, dobbiamo andarci. E poi questo mare mi sta uscendo dagli occhi. Hai ragione, dissi. Ci dobbiamo andare. Every day I bave the blues. . Sili, urlò Robert. Saltavaino attorno a lei cantando Big Bill Broonzy, rievocando Charlie Parker, percorrendo i sentieri polverosi del be-bop, sussurrandole all'orecchio testi di Dylan, scivolando su Bach e saltando poi al primo LP degli Stones e, passando per Time is on my syde, Play with fire e Sympathy for the devii, finimmo per brutalizzare i Procol Harum e i Pink Floyd e per esaltare, invece, Jonh Mayall, Hey Joe, Simon e Garfunkel e Eric Burdon. Sophie, curva su una sedia a sdraio, si teneva la pancia dal gran ridere. La mattina dopo Robert e Sophie fecero l'autostop per Berlino, io li seguivo in moto. Quando li scaricavano, aspettavamo che qualche macchina si fermasse e chiacchieravamo, seduti sul bordo del fosso a lato della strada. Alle sette meno dieci eravamo davanti al palazzo di Friedrichstadt. Lasciate fare a me, disse Robert ed entrò dalla porta d'ingresso riservata al personale. Cinque minuti dopo ne uscì con tre biglietti: D'ora in poi, il primo che sento parlare male delle ballerine... 112 - Thomas Brasch
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