Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontiitaliani - giovani mai preso l'iniziativa. Ma il fratello ogni domenica, lui che stava a due passi e veniva anche lui a dare una mano, nei periodi che ce n'era bisogno. - Quanto tempo? - riuscì a superare il groviglio e dire piano. - Da qualche mese, - senza guardarla, che le stava sopra di lato e la testa pareva impossibilitata a compiere uno sforzo minimo di rotazione. - Il dottore che ha detto? - - Non è niente. - - Come niente? - - È la vecchiaia, una cosa che non si cura. - Sul comodino una tazza d'acqua e due scatolette di medicinali, un fazzoletto sporco, un bicchiere pieno fino a metà di latte. - Ma mi alzo, qualche volta, a preparare da mangiare. Poi non resisto parecchio, ma qualche passo per la cucina ha detto anche il dottore che devo farlo. Sono le gambe che reggono poco, il dolore alle ginocchia. Il resto non andrebbe male. - Di sotto, dalla cantina, venne il tonfo della porta che si chiuse, poi i passi del padre lungo il marciapiede fino a scantonare sul retro, dove s'aprivano quelle delle due stalle, la grande che una volta teneva fino a venti vacche e due muli, la più piccola dei maiali, con gli enormi mucchi di letame addossati al grande rialzo di terra, che arrivava col ciglio sotto le finestre delle camere. E sopra, estesa in declivio leggero fino agli alti bordi della macchia di castagni, la vigna coi lunghi filari, disseminati di piccoli meli, ciliegi, le pesche striminzite che facevano in stagioni solo eccessivamente calde. - Fa tutto lui, adesso, anche in casa. Qualche volta viene la moglie di tuo fratello, a fare le cose grosse, lavare i panni, ricucire qualcosa, lavare la casa. Ma anche lei sta lontana, con una casa anche lei, il marito, due figli... - Non aveva mai parlato tanto, non ricordava nemmeno prima della sua partenza, forse per non dare l'impressione d'una gravità del suo stato, o alleggerire, adesso, la tensione che non sembrasse risentimento e rancore. Smise quando avvertì che a parlare continuava lei sola, mentre la figlia continuava solo a guardarla, a fianco del letto col bordo del cassone che le premeva dietro con un invito a sedersi. Ma come rasserenata, per tutte le cose dette; non per quello che avevano potuto comunicare, ma solo per essere state dette, così tante, in quel momento, che nemmeno tutti gli anni addietro, da quando se n'era andata, era stato possibile. In lei, invece, ancora scombussolata dal viaggio e stanca per la notte, il disagio d'ogni ritorno aveva acutizzato nelle parole della madre una sorta di panico dilagante, per cose trascorse irreparabilmente in sua assenza, una vertigine su un franamento che adesso era solo da contemplare. E quasi a farsi contemplare, supina con le braccia fuori dalle coLeandro Angeletti - 9

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