Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri ria era incandescente. Billy il duro raccontava e, in quelle notti calde, bevevamo birra fresca e mangiavamo pane e lardo. Prima di finire in prigione se l'era vista brutta in miniera: era rimasto sepolto nel pozzo per cinque giorni e cinque notti. Billy il duro raccontava che tendeva l'orecchio per sentire il respiro, sempre più lieve, dei suoi quattro compagni e diceva d'aver sognato spesso che uno di loro lo voleva mangiare. Dicendo così rideva, mostrando tutti i suoi denti finti. Quelli veri li aveva persi in pestaggi e liti varie. Appena uscito di prigione sua moglie l'aveva piantato, e lui era tornato alJ'Est; l'avevano mandato lì a Rhinluch e s'era anche risposato. Spesso era triste, e quando il lunedì mattina tornava al lavoro, dopo aver passato il fine-settimana con la moglie, si stendeva nell'erba, vicino al canale e s'addormentava. A mezzogiorno, quando il sole splendeva a picco sui campi bagnati, anche noi ci buttavamo sul prato e, nelle pause di lavoro, la campagna attorno a noi brulicava delle figure nere di operai e ragazze che uscivano dai canali. E io, sdraiato tra tutta quella gente, sentivo di invidiare Billy il duro, che era più vecchio di me e ne aveva già passate tante. Robert si alzò, si spogliò e, attraverso le dune, corse in acqua. lo lo superai, arrivai addirittura prima di lui alla boa e ritornai a riva. L'acqua era limpida e fredda. Tornai dove avevamo lasciato le nostre cose e mi rivestii. Ma Robert era sparito; lo chiamai ma non rispose. Mi spogliai di nuovo e tornai in acqua, nuotai ancora fino alJa boa, ma non lo trovai. Allora corsi alla moto. Robert era addormentato sotto un albero. Mi sdraiai anch'io sotto l'albero e m'addormentai. Poche ore dopo - era ancora notte - mi svegliai di soprassalto. Trovai un bigliettino: Ci troviamo all'una dove c'è l'altoparlante. Mi riaddormentai. La mattina dopo andai in moto alla spiaggia indicatami da Robert. Lui arrivò alJe tre. Lo vedevo camminare sulla sabbia parlando e gesticolando, e capii che aveva già messo in atto il suo proposito; aveva portato con sè una ragazza, che ora pendeva dalle sua labbra, ridendo delle sue battute e dei suoi paroloni: Sophie. Sentivo delle voci nel corridoio. La porta si aprì ed entrò il poliziotto che mi aveva fatto l'interrogatorio. Venne verso di me e si sedette sull'altro sgabello. No, così non va, disse e mi guardò. Lui deve averle detto qualcosa. Di che cosa, chiesi. Si alzò e si mise a girare per la stanza. Forse non aveva capito la mia domanda. Improvvisamente si fermò e si girò verso di me. Avete proprio fatto tutto quello che si può fare in due, disse. Che vuol dire. Rise. Thomas Brasch - 105

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==