raccontistranieri Appena espulso dall'università, raccontò, avevo lavorato un mese e mezzo a Rhinluch, presso gli impianti di canalizzazjone. Il nostro capogruppo era chiamato Billy il duro, cioè noi operai lo chiamavamo così, perché diceva sempre: Qui non si dorme, si lavora, e duro. A Rhinluch faceva un caldo da morire. C'era un'aria secchissima, e alle cinque di mattina, quando sulle strade non c'era neanche un filo di polvere, eravamo già al lavoro nel canale. lo e gli operai del mio gruppo dovevamo rinforzare gli argini con le fascine. Stavamo immersi nell'acqua sporca fino alla vita e fissavamo i paletti a colpi di martello. Billy il duro ci spronava, e all'inizio lavoravamo soltanto quando lui si trovava nelle immediate vicinanze. Portava un paio di stivali alti fino all'inguine, mentre a noi l'acqua sporca entrava tutta nelle scarpe. Non potevamo toglierle, perché il fondo del fossato era coperto di radici. Eravamo io e altri sette operai. Al caldo e al ritmo di lavoro ci stavamo ormai abituando. Man mano che il lavoro sul canale proseguiva, portandoci sempre più lontano dal lago, le zanzare diminuivano e il lavoro diventava più sopportabile, anche se non meno pesante. Billy il duro aveva scelto proprio noi otto sui sessanta nuovi arrivati, ed aveva scelto bene. La prima volta che ci mise alla prova ricordo che io non riuscivo a centrare bene il paletto col martello, e alla fine caddi nel fossato. L'acqua spruzzò da tutte le parti. Billy il duro saltò nel fossato, mi afferrò per la camicia e gridò: Senti, pappamolla, se adesso non riesci a centrare il paletto ti rispedisco a scavare con la draga! Mi assestò un colpo tremendo nelle costole, e vidi che tutti gli operai presenti, saranno stati trenta-quaranta, si fermarono per vedermi mancare di nuovo il colpo. Alzai il martello e notai che tutti avevano gli occhi fissi sul paletto. Il pesante martello fischiò nell'aria e il paletto si conficcò profondamente nel suolo, ben oltre il livello dell'acqua nel fossato. Così si fa, disse Billy il duro. Da quel giorno passai le notti seduto con Billy davanti al fienile dove dormivamo, a sentirlo raccontare. A quindici anni se n'era andato da casa per fare il marinaio. Non era neppure riuscito ad arrivare alla costa. I soldi non gli erano bastati; e così andò all'Ovest. Là si comprò, in un grande magazzino, un completo che gli stava fin troppo grande, nella speranza di poter crescere ancora. Io me lo immagino, la domenica, con quella giacca e quei pantaloni larghissimi, inforcare la bicicletta per andare a trovare la sua donna. All'Ovest aveva lavorato in miniera e aveva avuto due figli. La polizia l'aveva beccato mentre faceva contrabbando di burro dall'Olanda e così era finito in prigione. Ogni volta che mi parlava dell'Olanda tirava fuori delle sue foto che mostravano le casette situate vicino al confine, bianche e coi tetti colorati. In prigione aveva lavorato in un altoforno, nel gruppo addetto all'eliminazione delle scorie. Là dentro faceva caldissimo: a quindici centimetri di profondità la sco104 - Thomas Brasch
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