Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri .Andai alla finestra e guardai giù, nel cortile interno: dei poliziotti lavavano un automezzo e scherzavano tra di loro. Mi accostai alla porta, l'aprii e stavo per attraversare il corridoio quando il poliziotto mi sbarrò la strada. Dovevate bussare per uscire, disse spingendomi indietro. Sono agli arresti o che cosa, chiesi. E fermai la porta con il piede. Non faccia sciocchezze, replicò. Voglio sapere se sono agli arresti. Se non lo sono posso andare dove nu pare. Torni dentro. Se l'agente che l'ha interrogato non le ha dato informazioni in merito, non posso certo dargliele io. Capisco. Dato che non mi vuole dire se sono agli arresti o meno, mi dica se sa cosa vogliono da me. Non ne so nulla, disse. È lei che deve sapere perché si trova qui. Richiusi la porta e tornai allo sgabello. Mi sedetti e cercai di immaginare la perquisizione di casa mia; avrebbero spostato i piatti sporchi, sfogliato i libri, ammucchiato i dischi in un angolo: Rolling Stones - Dove li ha presi. Frank Zappa - Chi glielo ha dato. Bob Dylan - Importato illegalmente. Li vedevo già con le mie lettere in mano: Dalla sua corrispondenza si capisce che ben più di una ragazza sentirà la sua mancanza. Cerca di respirare normalmente, mi dissi, cerca di capire che cosa ha a che fare tutto questo con lui e preparati, prima che ritornino. Sforzati di rivedere, proprio come se fosse un film, ogni giorno passato con lui. Non sorvolare alcun particolare. Non lasciarti cogliere di sorpresa. Eravamo rimasti una settimana sulla costa, girando paese per paese alla ricerca di una stanza da affittare. Mi ero fatto mettere in malattia, e la notte la passavamo sulla spiaggia, guardando il mare. Robert raccontava come l'avevano espulso dall'università e io gli parlavo di Grabow, di Ramtur, di Fastnacht, di Kirsch, di Rita e degli altri che lavoravano con me. Non ce la faccio più, disse, ad alzarmi ogni mattina alle quattro, ad andare in vacanza per due sole settimane e, se mi va bene, a farmi un mese di malattia. No, diventerò pazzo. Si distese sulla schiena. Questa è vita, disse. Star sdraiati così, la notte, col mare davanti. Lasciarsi trascinare dai pensieri, come al ritmo del be-bop: dolce e intenso. Sentire la terra pulsare ed accorgersi di avere la pelle sulle ossa. Tu ridi. Ti ascolto. Hai amici, chiese. Non so, risposi. Penso di non averne bisogno. Thomas Brasch - 101

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