Linea d'ombra - anno I - n. 2 - estate 1983

raccontistranieri Ora la condurranno in una stanza. Cerchi di ricordare quando ha visto il suo amico l'ultima volta e di che progetti l'aveva messo a parte. E non dimentichi: non saremo onniscienti, ma non stiamo qui certo a far girare i pollici. Cosa credete di trovare a casa mia, chiesi. Ogni parola mi sembrava inutile. Sorrise. La porta alle mie spalle si aprì. Mi girai. Un poliziotto giovane si avvicinò e salutò. Ha ancora qualcosa da chiedere, domandò l'agente che mi aveva fatto l'interrogatorio. Che ne è di Robert. Lo avete arrestato. Ce ne fosse un motivo, rispose e mi fissò. Mi alzai. Gli leggevo in faccia la stessa espressione stanca di quando aveva iniziato l'interrogatorio. 3106, disse. Il poliziotto salutò ancora, uscendo. Venne verso di me. Mi segua, ordinò. Uscii per primo dalla stanza. Il poliziotto indicò qualcosa in fondo al corridoio e mi seguì quando mi avviai verso una porta aperta, vicino alle scale. Entrai e mi fermai in mezzo alla stanza. Se vuole andare ai servizi deve bussare, disse l'agente e chiuse la porta a chiave. Alla parete di fondo erano disposti due sgabelli. Presi posto sul più alto, mi appoggiai contro la parete e chiusi gli occhi. Dietro le mie palpebre fluttuavano cerchi blu e rossi e sentivo in gola, sotto la pelle, il battito sordo del cuore. Quell'idiota. Doveva succedere qualcosa, pensai. Di sicuro avrà tenuto uno dei suoi soliti discorsi in pubblico, e così gli hanno chiuso il becco. Poi lo avranno minacciato, e lui avrà cantato. Altrimenti non sarebbero arrivati fino a me. La prima volta che l'avevo visto era stato al cinema; lui era seduto nella fila davanti alla mia. Quella settimana a Berlino s'era sparsa la voce che il film stava per essere censurato e che già in altre città erano successi casini d'ogni genere. Ero riuscito, quella mattina, a comprarmi un biglietto dopo ben due ore di fila, e ora, davanti a me, era capitato a sedere questo gigante; così, per due ore, mi ritrovai a fissare la sua nuca. Dopo il notiziario gli battei sulla spalla: Ehi, amico, tieni bassa la testa. Si girò: Oggi nessuno deve tener bassa la testa. Rise e sprofondò nel suo sedile. Il film era cominciato da pochi minuti, e già c'era casino in sala. Gli operai del settore edilizio, a manifestazione finita, s'erano buttati, nudi, nella cava e, quando un poliziotto aveva ordinato loro di uscire dall'acqua, il capogruppo operaio - un uomo grande e grosso - si era avvicinato, a nuoto, al poliziotto, lo aveva afferrato a una gamba e trascinato in acqua. Il poliziotto si dibatte98 - Thomas Brasch

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