giornalista: "In vita mia non ho mai letto un best-seller, né conosco nessuno che li ha letti". È una cosa che è stata detta non dieci o venti anni fa, ma solo sei mesi or sono. Hanno convinto anche me ad insegnare in un corso ghettizzato, un corso il cui titolo è I best-sellersfemminili, e che comprende un gruppo di libri affascinanti, da Una stanza tutta per sè a La valle delle bambole e Paura di volare. Gli iscritti al corso di dottorato in Inglese non vogliono seguire il mio corso perché dicono che non è di letteratura nel vero senso della parola. L'unico motivo per cui mi hanno concesso di tenere questo corso è che il numero delle iscrizioni ai corsi in cui si insegna · letteratura "seria" è così basso che anche il numero totale degli studenti diminuisce, e con questo anche il nostro budget. Così servo una causa utile, rilanciando il numero delle iscrizioni per merito di questi ignobilissimi libri. Sontag: Ma Elizabeth Hardwick mi conosce, e io alcuni best-sellers li ho letti. Così posso provare che almeno al cinquanta per cento quell'affermazione era falsa. Fiedler: Che sia vera o falsa poco importa. Quel che conta è che Elizabeth Hardwick si è sentita del tutto legittimata a dire una cosa del genere. Sontag: Mentre stavi parlando di questo, e invece di diventare più calma mi irritavo sempre di più, volevo dirti come la pensavo anche su un altro punto del tuo discorso, che mi dà parecchio fastidio. Riguarda il mercato della letteratura. Tu dici: "Si sa benissimo che il redattore è il coautore del libro". Non credo sia vero. Nessun redattore mi ha mai suggerito neanche una parola per alcuno dei miei libri. E non è vero per nessuno degli scrittori che conosco. Non so per Cynthia Ozick, ma non riesco a immaginarla scrivere i suoi libri in collaborazione con un redattore. Tutti gli scrittori che conosco, e che prendo sul serio, consegnano i loro libri e questi vengono pubblicati così come sono. Quelli che scrivono in collaborazione con i discussione redattori non sanno scrivere molto bene e hanno bisogno di molto aiuto. Ma che l'autore il cui nome figurasul dorso dicopertina non sia l'unico autore, vuol dire secondo me tradire la fiducia del lettore. In questi casi gli autori dovrebbero mettere i nomi dei redattori sui loro libri, a titolo di coautori. Fiedler: Tu hai creato una divisione: da una parte ci siete tu e i tuoi amici, dall'altra ci siamo io, Ernest Hemingway, William Faulkner e F. Scott Fitzgerald. La sola differenza, credo, è che alcuni scrittori traggono molto profitto dal lavorare insieme a un redattore e altri forse no. Vorrei che Herman Melville avesse avu.to un redattore quando scrisse Moby Dick. Ozick: È una vergogna dire una cosa del genere. Fiedler: Qualcuno gli avrebbe dovuto dire: "Attento, inventi un personaggio di nome Bulkington e, siccomenon ti riescedi capire che uso puoi farne, di colpo lo anneghi a metà del libro. Così non va bene". Le difficoltà non si possono risolvere così. Ozick: Benissimo. Uno scrittore è una creatura in tutti i sensi ed è terribilmente idiosincratico. I difetti, le incongruenze, i falliesprimono altrettanto bene l'ossessione quanto le cose in cui riescemagistralmente. Fiedler: Non ho il benché minimo desiderio di veder eliminati i miei difetti. Un redattore non dice allo scrittore: "Fa questo". Un redattore ti indica un passaggio e dice: "Non mi piace: che pensi di fare?". Ozick: Certo, perché il redattore è una persona educata. Ma in realtà sta dicendo in modo coercitivo: "Fa questo". E lo scrittore è prigioniero di questo sistema. Deve imparare a sorridere, a saperla rigirare, a farsi furbo se alla fine vuol far valere il suo punto di vista. Fiedler: Certo, ognuno ha le sue armi. Sontag: Questo è un fenomeno specificamente americano. Soltanto negli Stati Uniti il redattore editoriale ha il ruolo che ha. In Inghilterra, in Germania, in Italia o in Scandinavia, nessun libro si scrive con un redattore come accade da noi. In tutto 94 - Fied/er - Sontag - Boyers - Ozick - Mukherjee - Graff
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