Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

vedere perché avevano saputo che Ejzenstejn e Pudovkin avevano imparato tante lezioni dall'opera di D.W. Griffith. Gli addetti agli affari culturali dell'ambasciata mi chiesero se volevo intervenire per cercare di spiegare ciò che accadeva storicamente nel 1915, l'anno in cui il film fu realizzato; per cercare di chiarire cioè che il filmnon esprimeva affatto le posizioni del governo degli Stati Uniti, né degli americani di allora, sul problema delle relazioni tra bianchi e neri o sull'esistenza del Klan. Fui così stupido da accettare. Ogni volta che mi chiedono di parlare io parlo. La proiezionedel film iniziò in mattinata, alle nove e mezza. Per le undici, quegli spettatori, che erano proprio di sinistra - gli appartenenti all'ala destra di quel partito erano tutti stalinisti vecchia maniera - si erano alzati in piedi e applaudivano entusiasti per il modo in cui il Klan salvava le donne di pelle bianca. Eppure erano persone che credevano davvero che la peggior cosa degli Stati Uniti erano i rapporti tra bianchi e neri, che l'organizzazione più spietata e più vergognosa mai prodotta dalla politica di un paese era il Ku-KluxKlan. Ozick: L'estasi fa il gioco del diavolo. Fiedler: Fa il gioco del diavolo; noi, però, dobbiamo servire anche Dio. Non lo so. Ognuno, credo, ha un suo nemico. Forse quei greci del pubblico pensavano che il loro nemico erano i turchi che arrivavano là per stuprare le loro ragazze perbene. Tutti abbiamo qualcosa in noi che possiamo rappresentarci con il simbolo della "sorellina", o con qualsiasi altro simbolo che può andar bene a un certo momento. Tutti abbiamo in noi qualcosa di tenebroso e di ripugnante che freme di desiderio per quelle cose che noi stessi condanniamo. Ed è un bene che per liberarci di queste cose abbiamo l'arte. Ciò di cui dispongono le altre società, i sacrifici rituali o le cerimonie, noi non lo abbiamo più. E tra le cose che abbiamo, l'arte è ciò che maggiormente ci si avvicina. Graff: Hai dato un quadro esaustivo di quelli che secondo te sono i meccanismi di funzionamento dell'arte, e poi ci hai discussione portato un esempio. Si potrebbero portare contro-esempi, opere che non fanno il gioco del diavolo ma che stanno dalla parte dell'amore, dell'armonia e della reciproca comprensione tra gli uomini, o altre cose del genere. Ma non intendo discutere il fatto che tantissimi prodotti dell'arte siano sgradevoli o addirittura immorali; credo però che la questione sia molto più complessa di quanto suggerisci con il tuo esempio. Può darsi che tu abbia sensibilità per un certo tipo di arte soltanto. Fiedler: Beh, sarà che ho letto Shakespeare di recente, e questo mi porta ad accentuare il lato tenebroso. Graff: Beh, tu hai letto Shakespeare dal punto di vista di Leslie Fiedler. Altri leggono Shakespeare, anche // Mercante di Venezia, vedendovi una intenzione schiettamente umanitaria. Fiedler: Guarda, ci sono due modi di trattare l'arte sgradevole. Uno è di metterla al bando, l'altro è di ricorrere all'eufemismo per attenuarne il discorso critico. Graff: Bene, se tu a sostegno delle tue tesi chiami in causa i modi di comportarsi di alcuni, allora devi anche accettare che altri possano voler fare un uso dei libri diverso dal tuo. Invece quando ti imbatti in esempi scomodi, o letture differenti, allora li scarti prendendoli per eufemistici. Fiedler: No, non li scarto. Ne tengo conto in quanto eufemismi. La verità è che l'arte è qualcosa da cui molti di noi, moltissime volte, hanno bisogno di proteggersi. Perfino le forme di bellezza percepite sono un peso quasi troppo grosso da sopportare; e allora ergiamo vari tipi di difese. li punto essenziale che mi preme affermare è che invece dobbiamo riconoscere quel genere di arte che è sovversiva, anabattista, dionisiaca, satirica, o come diavolo vi piace chiamarla. Dobbiamo resistere all'impulso di strillare, come è stato fatto fin dall'inizio, "Mettete al bando la tragedia popolare dal teatro ateniese. Scatena le emozioni fino a far piangere e dice menzogne sugli dei". Così fece Platone. Oppure far finta che la letteratura sia una specie di OK. Shakespeare ha detto cose Fiedler - Sontag - Boyers - Ozick - Mukherjee - Graff - 91

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