discussione ne avessi il tempo, direi al mio studente che quel che si trova in li gabbiano Jonathan Livingston sono solo archetipi degradati, esauriti e fiacchi. In ogni espressione letteraria sedimentano valori di grande spessore culturale. Ma il problema è: dove sono andati a finire questi valori in Il gabbiano Jonathan Livingston? Graff: Non riesco a capire la distinzione tra stereotipi e archetipi; lo studente, cioè, non avrebbe potuto dire che con li gabbiano Jonathan Livingston aveva fatto l'esperienza dell'ekstasJS? Fiedler: Se resistessi all'impulso autoritario di dire: "Vedi di smetterla, ragazzo mio; il problema è se io provo certe emozioni o no, al diavolo quel che senti tu!" (ogni tanto mi viene la tentazione di reagire in questo modo: è la posizione patriarcale in cui sto da così tanto!), se resistessi, dovrei ripiegare sul parere dei critici. È l'unico altro modo per risolvere questa faccenda. Cos'è che anche a grande distanza di tempo riesce a liberare certe emozioni nella maggioranza della gente? È la domanda sulla quale il critico deve ripiegare, alla fine. Intanto, quel che il critico può fare è cercare di prevedere o di indovinare se Il gabbiano Jonathan Livingston resisterà tanto a lungo quanto Viacol vento o Dracula. Mukherjee: Forse nel mondo dell'ekstasJS possono esistere i romanzi di altri paesi, ma i romanzi americani, credo, esistono solo nel mondo di J. Walter Thompson. L'artista è il redattore editoriale, non più lo scrittore. Nel romanzo contemporaneo, il posto di Max Perkins l'ha preso qualcuno che sta facendo di tutto per evitare che i romanzi finiscano venduti ai remainder's. Il romanzo diventa un prodotto di serie, un progetto pubblicitario. Accade così che lo scrittore s'interessi non dei paragrafi e delle virgole soltanto, ma di questioni che riguardano il volume e la qualità della pubblicità che l'editore deciderà di investire nel suo romanzo. Preoccupazioni di questo genere, credo, condizionano alla fine anche la stesura stessa del romanzo. Con i best-sellers abbiamo a che fare con temi di vasto interesse, temi molto toccanti presentati come atteggiamenti. Il che ci riporta all'accusa di Steiner contro la democraticizzazione dell'istruzione scolastica e della cultura universitaria. Sono le centinaia di migliaia di semi-analfabeti che escono dalle università americane che creano questo enorme mercato di lettori potenziali. Così l'editoria, che al giorno d'oggi è nient'altro che un organo dell'apparato, è il meccanismo mastodontico che rifornisce di continuo i lettori semi-analfabeti, tanta è la produzione di libri orientata in questo senso. Prendi Love Story, per esempio. Riassumi la trama di Love Story e vedi che i temi trattati sono gli stessi di moltissimi romanzi "seri" europei. Quelli che i lettori americani vogliono sono i libri da prendere come modelli di vita: una specie di utensileria per la sopravvivenza, alla Ben Franklin. Boyers: Eppure negli Stati Uniti ci sono ancora scrittori di prim'ordine che continuano a fare romanzi ossessivi, claustrofobici, del tutto privati. Mukherjee: Grazie allo stupendo sistema di sovvenzioni che c'è in America. È proprio perché oggi gli editori hanno così tanti soldi che insieme ai romanzi di Judith Krantz si possono finanziare anche quelli degli scrittori claustrofobici, che non vendono più di duecento copie. Mi stupisce però che il New York Times dia molto più rilievo a Judith Krantz piuttosto che allo scrittore "serio". Fiedler: C'è un punto essenziale che ho cercato di mettere a fuoco, forse si è perso nella conversazione e mi preme fissarlo una volta per tutte. La letteratura cominciò come letteratura di consumo. Fin dal principio, il romanzo fu promosso e prodotto per essere venduto. Il romanzo iniziò nel momento in cui il sistema del mecenatismo era già scomparso; il romanziere, per avere di che vivere, dovette contare sullo stipendio degli editori e sul mercato. In Inghilterra, prima ancora della nascita del romanzo, c'erano stati parecchi esperimenti di un teatro popolare che si reggeva sulla vendita dei biglietti e in cui il mecenatismo degli aristo88 - Fiedler - Sontag - Boyers - Ozick - Mukherjee - Grafi
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