discussione combattere contro tutti i pregiudizi che mi sono stati inculcati fin dalla primissima infanzia e che mi spingerebbero a farlo. Sono certo che lei avesse già appreso tutte le lezioni che le si potevano insegnare quando ha imparato che le era impossibile sopprimere la religione dello scrittore. Gli scrittori di cui ho parlato oggi, per i quali non provo nessuna simpatia, sono proprio quelli incapaci di apprezzare il valore di Henry James. La religione di essere scrittore è l'unica religione al mondo che ammetterei. Boyers: Graff, vorrebbe intervenire su questo? GeraldGraff: Mi interessa soprattutto l'ipotesi sociologica avanzata da Fiedler. La trovo utile e può essere un buon antidoto contro le generalizzazioni verbose che si fanno altrove sul romanzo. Ci aiuta a collocare il romanzo americano in un contesto socio-culturale più definito. Pure ho qualche dubbio sul dualismo delle sue categorie. Oggi come in passato, nella critica di Fiedler c'è una tendenza a dividere tutto in due. Una volta, per esempio, c'erano i visi pallidi e i pellerossa. In questa versione odierna, da una parte troviamo la letteratura di maniera high-brow, il cui destino è finire nelle aule di scuola come materia d'insegnamento (il romanzo come dovere), dall'altra troviamo il romanzo come bene di consumo o popolare. C'è una certa rigidità in questa contrapposizione; a me pare invece che ci siano romanzi che sconfinano da una categoria all'altra. Leslie, per esempio, ha citato Qualcuno volò sul nido del cuculo. Come altro esempio di narrativa popolare che suscita anche l'interesse degli studenti, è stato portato il romanzo li gabbiano Jonathan Livingston, del quale gli studenti stessi dicono: "Quel libro mi ha proprio cambiato il cervello'', o qualcosa del genere. Non credo però che sia sbrigativo liquidare li gabbiano Jonathan Livingston come una specie di volgare condensato del romanticismo di Blake e Thoreau. Non è stato proprio Fiedler in Cross the Border, Close the Gap a dire che se il romanzo d'arte è morto è perché è stato assimilato, popolarizzato e democraticizzato? Vorrei poi chiedere a Fiedler che cosa ha da dire allo studente che è rimasto così colpito da li gabbiano Jonathan Livingston. Anche se Lesliecrede nella letteratura come mito, nella sua capacità di creare miti, suppongo che egli farà pure una distinzione tra miti buoni o cattivi o utili o progressivi o reazionari. Uno può classificare li gabbiano Jonathan Livingston da un punto di vista storico dicendo che è un esempio di modernismo degradato; fatto questo però, deve ancora dare una risposta al libro stesso e a quello studente. Da quel che mi pare di capire, Leslie dovrebbe dire a quello studente che tanto meglio sarebbe per lui se altri libri cambiassero il suo cervello. Che diciamo dei modi di vedere la vita che troviamo nei romanzi americani? Che ha da dire la letteratura americana? Quali sono i valori sociali e le ideologie che agiscono nella narrativa americana, anche in quel genere di romanzi che hanno popolarizzato e soppiantato certe tematiche moderniste dell'avanguardia? Fiedler: Permettimi di rispondere almeno in parte. Credo che la mia affinità per le dicotomie abbia due origini, discenda cioè dalle mie due radici più profonde: una, come sapete, è l'America. Ma radici mitologiche ancor più profonde ha in me ciò che resta della tradizione ebraica, con la sua sostanziale tendenza a distinguere tra il pulito e lo sporco, la luce e le tenebre, e così via. Rientrava nelle mie intenzioni andare un po' oltre, mostrando che la rigida barriera che separava la letteratura che si legge per scelta dalla letteratura che si legge per obbligo, la letteratura che piace dalla letteratura che si è costretti a leggere, è crollata una volta per tutte e si è infranta. Sì, ci sono certe opere che stanno in una terra di nessuno, che sono una via di mezzo, anche se non credo che la terra di nessuno sia là dove voi la vedete. Ho trovato che ci sono libri che riescono ad adattarsi ad entrambi i campi. Per esempio, Mattatoio numero 5, di Kurt Vonnegut. Cito volentieri questo libro 86 - Fiedler - Sontag - Boyers - Ozick - Mukherjee - Graff
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