Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

raccontistranieri Cantò, tra dentifricio e gargarismi, "Scommetto che è furioso", e in chiave più bassa, "Se lo merita, è uno stronzo". "Anche tu sei uno stronzo", gridai furibonda. Mentre io sospiravo sul lutto della nonna, lui aveva aggredito il fratello con quella sua boccaccia. "Sei proprio uno stronzo!" "Adesso ascolta. Via di qua. Va' giù a giocare. Ho bisogno di star sola per dieci minuti. Anthony, se resti qui, potrei ucciderti." Ricomparve, profumato come un bastoncino di menta a Natale. Ritto su un piede solo, guardò su, nei miei occhi, e disse, "O.K., Faith. Uccidimi." Allora fui costretta a sedermi di colpo, per fargli credere di non essere più grande di lui, così avrebbe ammesso di tormentarmi. "Per favore", dissi con calma, "vai fuori con tuo fratello. lo devo pensare, Tonto." "Non voglio andar giù. Non sono obbligato ad andare in un posto se non voglio andarci", disse. "Voglio stare qui con te". "Oh, Tonto, per favore, devo pulire la casa. Non potrai far niente, giocare, niente." "Non mi importa", disse lui. "Io voglio stare qui con te. Io voglio stare vicino a te." "O.K. Tonto. O.K. Sai cosa facciamo? Tu vai in camera tua per qualche minuto, avanti, tesoro." "No", disse lui, salendomi in grembo. "Voglio fare il bambino piccolo e starti sempre appiccicato". "Oh, Tonto", dissi, "per favore, Tonto." Tentai di liberarmi di lui, ma mi mise un braccio intorno al collo e mi si raggomitolò in grembo, pollice in bocca, per fare il bambino piccolo. "Oh, Tonto", dissi, disperata per un attimo di solitudine. "Perché non puoi andar giù a giocare con Richard. Ti divertirai". "No", disse lui, "non mi importa se Richard, o Clifford, vanno via. Possono andare dove vogliono. Non me ne importa niente. Io non andrò mai via. Io starò vicino a te per sempre, Faith." "Oh, Tonto", dissi io. Lui si tolse il pollice di bocca e mi appoggiò la manina aperta, con le dita tese, sul seno. "Ti voglio bene, mamma", disse. "L'amore", dissi io. "Oh, Anthony, l'amore, lo so". Lo tenni così e Io cullai. Lo coccolai. Chiusi gli occhi e appoggiai il mento alla sua testa scura. Ma il sole nel suo corso emerse di tra le torri d'acqua degli edifici del centro e all'improwiso splendette luminoso su di me. Allora di tra i ditini grassi di mio figlio, sotterrato per sempre, come un re bianco e nero sbarrato ad Alcatraz, il mio cuore si accese a strisce. 76 - Grace Paley

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