Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

discussione ca, una potenza evocativa a volte anche un po' ingenua, presenti in misura minore nella "Linea d'ombra". Come se quest'ultima opera sia costata al suo autore una fatica maggiore, un impegno e uno sforzo non sempre alleggeriti dalla grazia, e di ciò testimonia la sua laboriosa genesi, intrecciata ai primi terribili eventi della prima guerra mondiale. Conrad scrisse più tardi che la "Linea d'ombra" nasceva "da una necessità". Ma dietro ai due racconti sentiamo premere una diversa necessità o urgenza dell'autore: nel primo un'urgenza più espressiva, nel secondo un'urgenza più etico-intellettuale. Queste osservazioni ci portano ad un discorso più generale sull'opera di Conrad. I lettori e i critici dello scrittore si sono spesso soffermati su un dualismo che sottenderebbe tutta la sua produzione, tagliandola grosso modo in due fasi diverse. Questo dualismo trova ad un certo punto espressione in un secondo personaggio che Conrad affianca ai protagonisti dei suoi romanzi, Marlow, con prevalente funzione di commento, ma soprattutto con dei riflessi sulla narrazione stessa. A proposito della personalità di Conrad Virginia Woolf notava come questa fosse formata da due esseri diversi, il capitano semplice e fedele e il sottile e loquace Marlow(4). Naturalmente le preferenze e i gusti dei critici hanno oscillato ora verso l'uno ora verso l'altro personaggio (e verso i romanzi in cui pervale l'uno o l'altro). A me è sembrato di dover cogliere questo dualismo soprattutto in uno squilibrio, o comunque in uno svolgersi su piani paralleli, tra il coté propriamente narrativo, ricco di tonalità musicali, capace di fluire o scivolare naturalmente dall'esperienza, e il lato della riflessione, spesso predicatoria, esterna e inutilmente esplicativa. L'accostamento tra i due racconti che ho prima citato può servire anche come comferma di questo: nella "Linea d'ombra", scritta appunto successivamente, e nella quale la narrazione si svolge più faticosamente, quasi contagiata dall'atmosfera stagnante e afosa che avvolge la nave, la riflessione dell'au42 - Filippo La Porta tore sul tema della giovinezza, riflessione che ora sta al centro della sua preoccupazione, acquista profondità e spessore; mentre nel precedente racconto Gioventù l'abbondono maggiore al flusso delle immagini e dei ricordi si inserisce in una cornice problematica più semplificata, come se la luce troppo forte di quel mare "scintillante come una pietra preziosa" trattenesse la riflessione in superficie. Tornando al racconto La linea d'ombra, dopo aver constatato che la sua maggiore profondità dobbiamo in qualche modo 'pagarla' con una costruzione narrativa più calcolata, più funzionale ad un messaggio, tentiamo ora di vedere in cosa consista questa maggiore profondità. Il precedente racconto "Gioventù" si chiudeva un po' convenzionalmente con un malinconico e commosso elogio della giovinezza perduta: "non è stato quello il più bel tempo, quando eravamo giovani in mare, eravamo giovani e non avevamo nulla, salvo batoste e l'occasione di provare la propria forza". Non è in questione la difesa più o meno appassionata o sincera di quell'età della vita che chiamiamo adolescenza. Negli ultimi anni ha prosperato, mi pare, una retorica di segno opposto intorno alla giovinezza: all'esaltazione vitalistica si è spesso opposta una fiera demolizione del mito dei 'venti anni', ispirata ai Nizan o ai Celine. Il punto è secondo me chiarirsi su ciò che bisogna intendere per "batoste" e "occasioni di provare la propria forza". Nella "Linea d'ombra" è possibile trovare alcune indicazioni che certamente vanno al di là delle conclusioni del precedente racconto. La giovanile e luciferina volontà di "provare la propria forza" si espone generosamente a "batoste" un po' troppo volute e cercate per non dare l'impressione di un gioco truccato. La vera, decisiva prova infatti avviene sempre là dove non l'aspettiamo, e dove all'inizio nemmeno la riconosciamo come tale. Dimesso l'adolescente "sentimento di poter durare all'infinito, di sopravvivere al mare, alla terra e agli uomini tutti", ciò che apprendiamo

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