Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

tranne il nuovo capitano e il fedele Ransome, eccellente marinaio ingaggiato a bordo come cuoco perché malato di cuore. Il protagonista appare sconfortato, agitato da dubbi e rimorsi, e si convince alla fine di essere caduto nel "tranello di questo comando terribile, perseguitato dalla morte". Soltanto una tempesta notturna, dopo 21 lunghi giorni di immobilità, di bonaccia e di pestilenza, riesce a spezzare quel sinistro incantesimo e consente alla nave di raggiungere il porto di Singapore. Qui l'equipaggio stremato sbarca a terra, compreso Ransome, che il comandante cerca inutilmente di trattenere a bordo. Il racconto si conclude con un dialogo tra il protagonista e il vecchio lupo di mare Giles,saggio e ottuso, e con l'estremo saluto tra il, marinaio ·Ransome e il suo giovane comandante, in procinto di ripartire per l'Oceano Indiano. "Un uomo deve far fronte alla sua sfortuna, ai suoi sbagli, alla sua coscienza", dice al protagonista, nel dialogo finale, il corpulento capitano Giles, con il suo aspetto da sagrestano e la sua saggezza compiaciuta ed ostentata. Ma cosa significa "far fronte alla propria sfortuna"? Il racconto comincia parlando di"giovanie finisce con l'immagine di un uomo malato, "l'instancabile Ransome", pieno di paura per la propria salute e costretto a restare a terra forse per sempre. Anche se Conrad non dissimula la sua ammirazione per il coraggio e l'ostinata fedeltà dell'equipaggio, "degno della stima imperitura", come recita il motto sul frontespizio, credo che il significato più profondo del racconto sia riposto in qualcos'altro. Vorrei prima fare una digressione sul tipo di lettura che oggi mi pare tenda a farsi di Conrad, anche in riferimento alla Linead'ombra. Personalmente ho sempre avuto qualche resistenza a ravvisare nella 'oscurità' di Conrad quella complessità e profondità di cui molti critici hanno parlato. E anzi a questo proposito ritengo sia in gran parte vero che uno "prende per profondo tutto quello di cui non può vedere il discussione fondo", come osserva un aforisma di Nietzsche(!). Thomas Mann, dopo aver constatato che "Conrad è ben lontano dall'essere grande come Dostoevskij", cui spesso viene generosamente accostato, sostiene però che ciò che può attrarci nello scrittore polacco è il senso di un'umanità più serena e meno cupa, lo sguardo gaio e tranquillo, lo scetticismo e l'umorismo gioioso e virile(2). Non ho certo intenzione di contrapporre a queste desiderabili disposizioni d'animo un'etica della nonconciliazione e dell'esercizio permanente e impietoso del negativo. Temo però che ciò cui si volgeva nostalgicamente la sensibilità di Mann acquisti oggi un segno perlopiù diverso. Quante frettolose conciliazioni 'gioiose' con l'esistente, quante accettazioni 'gaie', anche se tutt'altro che 'virili', della realtà, amano cercare una nobilitazione letteraria e umana in qualche scintillante Mare del Sud, cui vengono attribuite insondabili profondità, da raggiungere magari su un soffice 'treno di panna' (come si intitola l'opera prima di un giovane narratore italiano). È certamente vero, come osserva il celebre critico inglese F.R. Leavis che nella "Linea d'ombra" sono ravvisabili solo in piccola misura quelle debolezze narrative, quei limiti stilistici, presenti in altre opere conradiane (enfasi esclamativa, inutile insistenza aggettivale, intensità voluta, etc.). Ma vorrei dissentire da Leavis quando definisce questo racconto "un'evocazione supremamente sinistra e piena di bellezza dell'incanto dei mari tropicali"( 3). Anzi quello che mi ha personalmente colpito, in questo racconto della vecchiaia, sono le sue luci e i suoi colori tenui, smorzati, a volte sbiaditi, che non indulgono a nessun esotismo. Soprattutto se lo confrontiamo con un altro racconto scritto circa 15 anni prima e che ruota intorno allo stesso tema, Gioventù. Con il passaggio all'età adulta la visione conradiana si precisa e approfondisce, ma sentiamo che qualcosa si perde. Nel racconto scritto precedentemente troviamo una ricchezza di immagini, un'ispirazione, una intensità cromatiFilippo La Porta - 41

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