Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

raccontiitaliani - giovani Severino Cesari Helter Skelter Bar NOI SUONIAMO Noi alla festa ci siamo stati chiamati e non abbiamo alcuna intenzione di mollare, anche se è chiaro che non siamo graditi, qua dentro. Ma tra poco sarà diverso. È sempre così. Perciò rimango tranquillo, e anche i ragazzisono tranquilli. Siamo abituati. Con questi qui ci vuole di non perdere mai la calma. Lo sanno che gli facciamo comodo. Sono capaci che per ore e ore neanche ti vedono, e sì che al telefono hanno insistito un bel po'. Non ci si lamenta del servizio, per carità. I camerieri in guanti sono sempre uno spasso, ci ingozzano di ogni ben di dio. Non facciamo complimenti. Ma loro, non ti cacano proprio. Potrebbero anche farci venire più tardi, dico, si risparmierebbe tempo e noi ci si ingozzerebbe lo stesso, magari non in questo modo schifoso. Solo la roba più fine, tanto poi va a finire che vomiti tutto se mescoli troppe cose. Ma per qualche motivo loro vogliono vedere che ci siamo fin dall'inizio della festa. Più che vederci, vogliono proprio sapere che ci siamo, penso. Certamente hanno una pipa nera, chissà si credono che gli roviniamo la casa. O che rubiamo tutto. Ma anche volendo, con quei loro castrati da guardia, meglio proprio non rischiare. Insomma gli ci vuole un po' per scaldarsi, ma alla fine dovete vedere come cambiano queigli occhi di pesce. Quando chiedono a noi di suonare. Noi non suoniamo merdate, vi assicuro. Dopo un po' siamo noi, garantisco, che abbiamo paura di foro. Si stravolgono, col trucco che cola giù per le guance e le camicine di seta frolle di sudore, vengono sotto la pedana cercando di salire o di tirarti giù, ti chiedono proprio di fotterli. Se cominciano a spogliarsi è anche peggio. Alla fine devi cedere per forza, uno o due di noi son tirati giù in mezzo alle urla e devono darsi da fare, sempre sotto l'occhio cattivo dei guardiani. Sanno di che siamo capaci. Ma anche noi non perdiamo d'occhio chi di noi è finito in quella calca schifosa. Appena possibile ce lo riprendiamo. Ogni volta che si può, andiamo giù durissimi. Loro non si lamentano mai, ma se non ti fai rispettare comunque, sei finito. È vero che ci sono dei limiti che nessuno ha interesse a superare. Neanche a loro fa piacere trovarsi senza angeli protettori tra le nostre mani, nel nostro territorio, come successe a un tale. Proprio il porco che dissanguò il nostro Diddo, nemmeno quindici anni, lo trovarono un mese dopo preciso, appeso nudo a una rete di recinzione per l'occasione elettrificata a dovere, e credo proprio che non morì subito, credo che ebbe tutto il tempo di arrostirsi i coglioni, dalle parti del nostro bar Helter Skelter. 30 - Severino Cesari

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