Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

narrativae cinema - Meglio così - dice Katia. - L'inseguimento e la cattura daranno all'uomo un lieve sapore di cacciagione; una sfumatura deliziosa. Ansimando, Franz fugge attraverso il parco e la foresta confinante. Dietro di lui, risuonano grida e fucilate. Fra capitomboli e tuffi nelle pozzanghere, la fuga prende un andamento alla Ridolini. A un certo punto, Franz, che ritiene di avere distanziato le inseguitrici, si ferma a riposarsi sfinito su una panchina, presso un gruppo di quelle statue di cemento che adornano il parco. Ma all'improvviso una di queste statue gli balza addosso: è llona che si era immobilizzata fingendosi statua. I due rotolano avvinghiati. Franz riesce a liberarsi, e con uno spintone manda una statua di cemento a colpire Ilona, che ruzzola sotto il peso enorme della statua. Franz riprende la sua corsa. Corre col cuore in gola, corre per il bosco sermpre più buio, riesce a far perdere le tracce alle sue inseguitrici; corre ancora, e alla fine scorge un lumicino lontano lontano. E Franz narra la sua storia. - Così, sono arrivato qui - conclude. È una casetta in mezzo alla foresta. Una specie di casino di caccia. La porta si schiude, si affaccia un uomo che dice pacatamente a Franz: - Entra pure; ti aspettavamo. Nel casino di caccia -quello stesso dell'inizio -Franz siede presso il caminetto, sorseggia un cognac e racconta. Alcuni signori vestiti di scuro lo ascoltano. - La guerra era stata dura. Ma che soddisfazione al nostro ritorno ... Gli altri sorridono leggermente, con aria estremamente distaccata e un po' ironica. - E così, tu sei il settimo - dice uno dei signori. Franz conta i presenti e nota che sono sei: tanti quanti i mariti di Katia uccisi. - Proprio così - continua l'altro - siamo noi i primi sei. E presenta gli altri: "Joseph ... Stanislao ... Kurt.. " - Che fai? - chiede uno dei mariti. - Perché fuggi? - Perché non mi va di essere divorato - risponde Franz. Gli altri sorridono, scuotono saggiamente la testa, sorseggiano i loro cognac. - Non sai come sia bello - dice Stanislao - essere mangiati. È l'unico modo di continuare a vivere. - Che altro vuoi fare? - chiedono gli altri. - Continuare a scappare? - Fare la guerra? 174 - Bernardino Zapponi

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