Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

narrativae cinema me nelle favole... Entra nella cantina. Accende la luce. Si trova in una immensa stanza, che è una grande cucina. Grande non solo per lo spazio, ma anche per le dimensioni degli oggetti. Alle pareti sono attaccate pentole enormi, lunghissimi coltelli, forchettoni. C'è un focolare gigantesco. E c'è, soprattutto, un enorme paiolo di rame: un paiolo dove potrebbe entrare comodamente un essere umano ... E questa cucina è pulita, in ordine, efficiente: può entrare in funzione da un momento all'altro. Da una parte, c'è una porticina. Franz apre anche la porticina. E scopre un bugigattolo, una specie di cripta dove sono ammassati degli scheletri umani, fatti a pezzi, e dei teschi, con le ossa sfondate per estrarne il cervello: sei teschi. Tanti quanti sono i mariti che "non" sono nelle tombe ... Franz capisce, inorridito, quel che l'aspetta. Katia ha l'abitudine di mangiare i mariti, dopo averli resi squisiti per mezzo di una dieta speciale; dopo averli spurgati come si fa con le lumache. Franz torna su, nel salone, furtivamente. Tutto buio. Non c'è più nessuno. Apparentemente. Ma mentre attraversa il salone per tornare su in camera sua, ecco Katia che si alza da una poltrona. - Dove sei stato? - bisbiglia. 'Franz resta bloccato, interdetto. Intanto, dalle altre poltrone, dai divani, si alzano le altre donne, che erano lì, ad aspettarlo. Tutte lo circondano, gli si fanno accanto minacciose. - Sei stato in cantina? - domanda Katia sorridendo. I suoi denti scintillano nella semioscurità. Franz lancia un urlo disperato. Katia lo afferra, lo immobilizza fra le braccia, e lo bacia ridendo; lui riprende a strillare, ma ogni volta Katia gli tronca le grida con baci violenti, passionali, dominatori; è evidentemente eccitata dalla paura di Franz. E le "invitate" sono intorno e ridono divertite anche loro. Franz è prigioniero, non può più liberarsi. Franz è sdraiato su una brandina, chiuso dentro una gabbia di legno; è una enorme stia, posta accanto alla grande cucina sotterranea. E gli giungono i rumori; quei consueti rimori di ogni cucina quando si sta preparando il pranzo. Le cuoche, sotto la guida di Katia, affettano pezzetti di lardo, tritano verdure con la mezzaluna, fanno cuocere salse a fuoco lento, scambiando poche parole e qualche risata. Gli stessi suoni, voci, odori di quando era bambino, in certe mattinate che non andava a scuola ... Poi scende la sera. I preparativi sono sospesi; il festino si svolgerà domani. Le principali salse sono ormai pronte. La cucina si vuota, Franz resta solo. Furtivamente, si avvicina Susanna. Gli fa cenno di star zitto, e gli porge una chiave. Poi scappa via silenziosa come un topo. Franz, stupefatto, felice, con la chiave apre la porta della gabbia e sguscia fuori. Sale le scale dello scantinato, trova una via d'uscita. Nessuno se ne è accorto. Ma mentre corre attraverso il parco, verso la libertà, esplodono grida, fischi, rich\ami. Echeggia un colpo di fucile. Franz è stato avvistato, la sua fuga è scoperta. Bernardino Zapponi - 173

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