Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

narrativae cinema E Katia indica Ilona, che con un'accetta sta spaccando la legna, a colpi vigorosi, paurosi, facendo schizzare le schegge fino sugli alberi. (Katia ha ritrovato tutta la gioia della sua vita fisica, famelica, fatta di corse a cavallo, di giochi di lotta con llona, tutte e due nude; un'aggressività come se volesse divorare la vita stessa. Le sue risate, scintillanti di denti forti, fanno paura. Ma ha anche una vita esoterica e misticheggiante, del tutto incomprensibile. Compie riti e preghiere davanti a idoli corrosi che sembrano usciti da luoghi e tempi remotissimi. Prega a braccia spalancate. Sembra cadere in trance. Da dove viene? Chi erano i suoi antenati? E perchè ha scelto Franz come marito? Franz la studia, senza capirla. Vorrebbe fuggire, ma è soggiogato, incantato dalle profondità erotiche di Katia. E sente che, in definitiva, "è giusto" - per lui - abbandonarsi a Katia: a quanto lei rappresenta.) La biblioteca della villa sorge in un padiglione a parte. È in abbandono; molti libri sono franati per terra, tutti accartocciati, mangiucchiati dai topi; ragnatele immense. Franz raccoglie un volume a caso. È scritto in una lingua sconosciuta; dev'essere un libro di cucina, a giudicare dalle illustrazioni. Un altro libro, scritto in tedesco, tratta degli usi e costumi degli indigeni del centro del Brasile. E alle pareti ci sono strani quadri. Raffigurano divinità ignote, cerimonie religiose strane, foto di idoli... C'è anche la foto di un totem, accanto a cui si vede Katia che sorride all'obiettivo. Un'altra foto mostra Katia che stringe fra le braccia un serpente; se ne avvolge come fosse una sciarpa. Franz raccoglie un altro volume. Deve trattarsi di un trattato di magia nera, perchè si vedono disegni cabalistici, pentacoli, simboli alchimistici... Franz è distratto da un suono di sospiri lascivimisti a un bisbigliare. Si avvicina alla finestra e sbircia fuori. Vede la cameriera Susanna, sempre leziosa come una bambola, che si avvinghia con passione a un omaccione barbuto, rozzo, un contadino o un guardiacaccia, sporco di terra, il quale la bacia perdutamente, con foga. Appena i due si accorgono di essere stati scorti, Susanna fugge via con un gridolino. L'uomo invece guarda Franz: lo guarda con una certa apprensione, con un timore che non si riferisce a se stesso, ma a Franz. E gli fa cenno col dito di uscire, di raggiungerlo. Franz segue il contadino dietro una siepe appartata. li contadino parla concitatamente, ansioso: - Vada via... Scappi finchè è in tempo. Non ha ancora capito? - Ma che cosa? - Non ha visto le tombe? - Sì, e con questo? li contadino sorride allusivamente e sussurra: - Ha provato ad aprirle? Franz resta attonito. "Perchè?" domanda. Ma in quel momento, un corpo si avventa contro il contadino: sembra il balzo di una pantera. È llona, che afferrato l'uomo, lo rovescia per terra e comincia a picchiarlo selvaggiamente, mugolanqo: - T'insegno io a stare zitto. E giù pugni in faccia da massacrarlo. Il poveraccio non può difendersi da Bernardino Zapponi - 167 •

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