Linea d'ombra - anno I - n. 1 - marzo 1983

di una nuova estetica in formazione, si devono però riconoscere i tratti di una nuova sensibilità, di un nuovo sentire. Privo com'è attualmente di possibili riferimenti sociali, questo fenomeno esprime in campi genericamente artistici le sue manifestazioni più significative: li primo risultato è questa progressiva definizione di uno stile di osservazione, di un modo di guardare il mondo in cui convivono disincanto e passioni, freddezza ed emozioni. E in cui soprattutto convivono - e combattono - i segni incancellabili di esperienze individuali e collettive con la tentazione di appartarsi e la volontà di "trascenderli". Il libro di Kluge si situa in queste dimensioni piene di contraddizioni e di fermenti. E il suo valore è precisamente nella capacità di essere all'altezza dei tempi e della loro durezza senza fare della freddezza dello sguardo un alibi soggettivista (11). Senza cedere, cioè, al cinismo e al narcisismo, che sono le due trappole oggi più pericolose sulla strada della nuova sensibilità giovanile; e che sono le forme in cui attualmente si manifesta la tentazione - sempre presente - al culto dell'esistente, alla conciliazione col mondo, alla pace coi propri tempi. In tempi difficili per l'indignazione, in tempi di mode, di fatuità, di effimere conciliazioni, le storie di Kluge, con sangue freddo, con una impassibilità che non è né indifferente né insensibile, chiamano le cose col proprio nome, esplorano la superficie del mondo per forarla, per coglierne la profondità. ("Un folletto che mangia argento vivo", intervista di Enrico Filippini in "la Repubblica", 21 giugno 1979). discussione NOTE (I) Alexander Kluge, Nuove Storie. "Spaesato nel tempo". Milano, Feltrinelli, 1981. (2) Peter Handke, Breve lettera del lungo addio. Milano, Feltrinelli, 1973. (3) Raymond Queneau, Una storia modello. Milano, Fabbri, 1973. (4) Giorgio Agamben, "Tempo e storia. Critica dell'istante e del continuo", in Infanzia e storia. Dis1ruzione dell'esperienza e origine della s!Oria. Torino, Einaudi, 1978. All'intero saggio - nel quale si sostiene, tra l'altro: "Esiste però un'esperienza immediata e disponibile per ciascuno in cui una nuova concezione del tempo potrebbe trovare il suo fondamento( ... ). Si traila del piacere" - fanno riferimento le note che seguono sul tempo in Kluge. (5) S. Agostino, Conjessioni, Xl, 20, I. (6) Hernward Vesper, // Viaggio. Milano, Garzanti, I982. (7) Peter Handke, Swna con bambina. Milano, Garzanti, 1982. (8) Peter Handke, // peso del mondo. Milano, Guanda, 1981. (9) lheodor W. Adorno, Minima 111oralta. I orino, Einaudi, 1954. (IO) Peter Handke, li peso del mondo, cii. (11) Kluge ha già de110 anni fa cose assai precise, e magari provocatorie, contro un certo soggettivismo: "Non si faccia impressionare. lu110 è già stato scri110. Marx ha scrillo il latino, che adesso non comprendiamo più. Adorno ha scritto la teoria critica, che adesso è nella diaspora. Noi siamo solo i nipoti: dobbiamo tramandare la notizia, dobbiamo trascrivere la critica dell'economia politica in storia d'amore. Le storie d'amore sembrano una faccenda che riguarda l'io. Invece l'io non esiste, è una finzione. Contano solo i suoi contenuti. Reali sono gli interessi. Reale oggi è il paesaggio industriale. Se costruisco il Campidoglio, sono il Campidoglio; se costruisco la Ruhr, sono la Ruhr". Marino Sinibaldi - 161

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