narrativae poesia legata alla corda di una corta speranza nella condizione di mano d'opera. V La sera londinese prende i colori del Lorenese sopra un vagante mare tra le terre ma non mediterraneo senza vulcani e senza pescatori e senza mani, variegato di rosa il cielo e di tanti ori delle colonne dell'accecato fondo stradale, del dorso rotondo dei templi: espansa la ricchezza dei cancelli e dei giardini limpida di languore, dell'odore dei banchi, dei gioielli come dei calzari di Mercurio del sentore di spezie alcolici pelli degli afrori degli uomini di colore del suono del piffero di Argo e della lira di Apollo. Nelle vetrine degli antiquari al centro prevalgono l'odore e la luce dell'oro alone sulla mostra del tesoro dell'arte inestinguibile pound. Colnaghi espone una dama del Pontormo: i broccati sono intrecciati di perle e le sete ricamate d'argento sul collo e sui polsi le unghie delle dita indici ed anulari spezzate dalla dolcezza sulla rete degli intarsi della sedia. Rossa ed aurea, chiusa convinta appare a produrre, per somma di ricchezza e dovizia nella quieta forza della rappresentazione. Il suo stesso desiderio è produzione di pareggiare nel bene, secondare lo scambio e nel possesso la luminosa porzione storica sapiente del profitto. Il maestro arcano era agile e stretto come un piccolo frutto a maturare fitto in cima all'argento degli anni medioevali leggermente inciso e fiorito, trafitto sopra le punte stellari del cielo contadino di una corte in Appennino lontana dai passi immune butterata contro la morte singola e conventuale. La notte di Linate è coperta, continentale, fitta di rumori e di allarmi sbarrata verso molte direzioni tirate le tendenze contrastanti dritte e taglienti senza che nel buio e nelle luci tonde delle fermate Paolo Volponi - 145
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