raccontiitaliani e lei non poté trattenersi dal ridere, rise così tanto, così tanto che le sembrò di · soffocare: e si svegliò. Si svegliò di soprassalto, con angoscia, perché doveva aver dormito troppo a lungo; e certo tutto era finito, discorsi, visite, cerimonia, funerale; forse anche la giornata, e ora era notte fonda, buio, e certo nel corridoio c'era Françoise con gli occhi arrossati, insonne, con quella sua aria da stoico passerotto, che le avrebbe detto: ho dovuto lasciarla dormire, signora, non era in grado di reggere più a lungo. Si affacciò alla porta e le giunse il brusio degli ospiti a pianterreno. Ma che ore erano, dio mio? Andò alla finestra, spalancò le imposte e la investì la luce latt,inosa del giorno. Dall'anticamera le giunsero i due colpi frivoli della pendola cinese. Quella leziosa pendola di lacca, così nana, così... mostruosa: sentì di odiarla chiaramente, all'improvviso per la prima volta. Eppure l'aveva comprata lei, aveva creduto sempre di amarla. No, si disse con forza, non penserò a Macao, non voglio più ricordare niente, per oggi. Aveva dormito dieci minuti. Si chiuse nel bagno e si rifece il trucco. Il breve sonno le aveva disfatto i capelli e le aveva scavato due solchi profondi nella cipria chiara. Pensò di coprire il pallore con un cosmetico, poi vi rinunciò. Si lavò i denti per smorzare un gusto di canfora che sentiva in bocca; curioso, un gusto di canfora: era quella la sensazione di nausea che le davano tutti i fiori che riempivano la casa. Uscì sapendo che Françoise l'aspettava nel salottino, aveva fissato per le due l'appuntamento con l'editore tedesco e non voleva farlo attendere. Quando entrò, il solenne signore si alzò e fece un breve inchino. Era obeso, e questo stranamente la rincuorò. Françoise sedeva con un bloc-notes sulle ginocchia, efficiente e rassicurante. Parliamo in francese, disse lei freddamente, se preferisce esprimersi nella sua lingua la mia segretaria farà da interprete. Il corpulento signore annuì, le risparmiò discorsi di circostanza, era esatto, concreto, lealmente venale, e ciò aveva il suo vantaggio. Compro il diario, disse. Suo marito ha vissuto nel mio paese in anni cruciali, ha conosciuto personaggi di rilievo della politica e della cultura, le sue memorie sono un documento di altissimo valore per noi. Dette un colpo di tosse e tacque, aspettando unarisposta che non venne. La cosa forse la disorientò, perché si irrigidì e avanzò eroicamente sul terreno mercantile. Pago in marchi, disse, subito e senza contratto, mi basta un'opzione. Lo disse in tedesco e Françoise tradusse prontamente. La mediazione della traduzione rendeva la proposta meno volgare e lei gli fu grata di avere avuto almeno questa finezza. E questo facilitò la risposta, perché anche lei abbandonò il francese; e le parole che pronunciava, restituite da Françoise in altre parole incomprensibili, avevano una loro vita che non la riguardava, non le appartenevano, non volevano più dire niente. Gli avrebbe fatto scrivere dalla sua segretaria, ora non era il momento di prendere decisioni, sperava la capisse; certo che avrebbe tenuto conto che la sua proposta era venuta per prima, ma ora, se voleva scusarla, doveva attendere ad altri impegni. Guardò Françoise. Altri impegni che erano ... non lo sapeva, non gliene importava, Françoise guardava il suo taccuino e pensava a tutto. Si abbandonò a questa sensazione infantile, seguendo Françoise: e il sentire una bambina dimenticata che perforando macerie di anni affiorava da profondità sepolte dentro il suo corpo stanco di vecchia, le dette di nuovo una struggente voglia di piangere, di singhiozzare senza ritegno; ma anche una leggerezza, quasi una frenesia: per un attimo sentì che quella bambina che si era affacciata dentro di lei avrebbe potuto mettersi a saltellare, a fare un girotondo, a canticchiare Antonio Tabucchi - 129
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