raccontiitaliani lo carezzava ora lo spidocchiava sussurrandogli parole tenere o feroci: - T'engreixeràs de tanta ganduleria! - gli diceva. Oppure: - Et quedaràs amb els ossos per /espenes i lafatiga. - Nuria voleva giocare col cane, ma il cane, addestrato a fare la guardia, faceva lunghi giri circolari attorno alla madre e al'ragazzo, fiutando l'aria. Quando il cane si fermava accanto a lei, Nuria lo accarezzava. Provava poi a corrergli dietro. Impietosito, ogni tanto si fermava, perché la bambina lo raggiungesse. Le saltava addosso, le leccava la faccia, poi riprendeva la corsa, tutto affannato, sollevando nugoli di terra. Sul cammino del ritorno Dida si fermava nella piazzetta del vicino villaggio a fare acquisti nella bottega: soda, sapone, olio e sale. Si fermava a chiacchierare con le donne. Nuria sedeva assonnata su di una panca. C'era un barattolo di vetro pieno di grandi caramelle avvolte in carta rossa e lucente. Una volta entrarono due innamorati. Lui comprò le sigarette, poi si fece dare due di quelle caramelle per la fidanzata. La fidanzata se ne ficcò una in seno, l'altra la teneva in mano. Uscirono mentre lei la scartava; fuori, prima di avviarsi, lei si mise la caramella in bocca guardando negli occhi il fidanzato. Non gettò la carta in terra, la stesa ben bene, la piegò in quattro e la ficcò in seno. Nuria con quelle carte giocava agli occhiali, a vedere il mondo in rosso traslucido, avvolto in un odore dolciastro. Era in attesa di raccattarla, pure fu contenta che la ragazza non avesse gettato la carta. - Chissà - pensò - se un fidanzato mi regalerà mai caramelle così belle! - C'era un andirivieni continuo nella bottega, pari al continuo tintinnio di spiccioli nel cortile di Dida e al susseguirsi di comandi rivolti ai ragazzi: - Ves a comprar això! Ves a comprar allò! - Per mancanza di soldi infatti tutti andavano a comprare poco per volta; ma a Nuria quel tintinnio pareva il rumore dell'abbondanza. Ad esempio si mandavano a comprare tre sigarette al mattino, poi due al pomeriggio, poi forse ancora due alla sera. E lo zucchero veniva venduto in confezioni di pacchettini di varia misura, da due cucchiai a mezzo chilo; e molti compravano un misurino di olio alla mattina, che copriva appena il fondo della bottiglia, e un altro ne dovevano comprare la sera. A lungo Nuria fu convinta che nelle ampolline della Messa ci fosse olio prezioso. Dida non amava i fratelli minori di Nuria perché le davano più lavoro e li trattava come cose verso cui avere riguardo, ma non amore. Amava invece Nuria. - Per què ta mare ha comanat altres nins? Non en tenia prou amb tu? - Oppure: - Només tu ets la meva nina! - le sussurrava alzandole i calzettoni. Un giorno Nuria le diede uno schiaffo perché non voleva andare a letto. La mano le bruciò per ore, non riusciva ad addormentarsi dal dolore. Dida ai piedi del suo letto piangeva e così si lamentava: - Aquesta és la segona bufetada que no retorn; també la meva fil/a me 'n donà una a la leva edat ! - Continuava a piangere mentre Nuria le carezzava i capelli. - Un dia partiràs - si lamentava Dida. - Oblidaràs la llengua que t'he ensenyat! - Mai t'oblidaré! - rispondeva Nuria - I quan sigui gran tornaré a veure't! - Ma Dida insisteva: -M'oblidaràs! - E Nu--'.-- ria non riuscendo a opporsi a quel terribile futuro, che aveva tutti i suoni di una campana di allarme, diceva: - El vaixe/1que me'n durà d'aqui, s'enfonsarà! - Deu m'en guardi - urlava Dida. Così si tormentavano la sera tutte le volte che litigavano. C'era nella stanza da bagno padronale, dove Dida imponeva a Nuria di lavarsi ora questa ora quella parte del corpo, uno strano strumento che faceva parte di un servizio da toeletta di argento della signora Dominica e che serviva a calzare quelle scarpe che dietro, al centro del tallone, hanno una linguetta di 118 - Fabrizia Ramondino
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