racconti italiani doveva sempre stare chiusa in casa e in vestaglia. - Crida Joan! - disse Dida alla sposa. Ma oltre la Lendadi jula Joan non compariva. Dida allontanandosi gli gridò dietro crùdele: - Ara ja no ballaràs mai més com abans, Joan ! - La sposa salutava agitando la mano. Si era rifalla due Lreccecome quando era bambina. Dopo che Dida ebbe finito di salutare, Nuria si girò ancora una volta. La sposa mordicchiava la punta di una treccia. Nuria disse a Dida che la povera sposa, chiusa Lulto il giorno in casa, certo si annoiava. - Qué els de beneila ! - disse Dida. -De cap manera! No s 'avorreixen ! es xuc/en l'ànima ... demà els duré dos coloms sofregits. - In quei giorni infatti tutti gli amici e i parenti portavano il cibo agli sposi, lo deponevano ai piedi della scala, come se fossero due bestiole. Dida sul suo tetto aveva una colombaia. Saliva al calar del sole per pulirla e per dare il granoturco ai colombi. In famiglia non li mangiavano mai. Li usavano solo per fare regali: al medico, al becchino, al padrone del pozzo, al prete, alla guardia. Per il prete Dida li cucinava anche, perché la fantesca gli puliva solo la casa. Si avviava con un fagotto a tre piani sul capo: su di un piano c'era la zuppa di lumache, su di un altro i colombi al sugo, sul terzo la torta di albicocche. Un grande fazzoletto veniva annodato atlorno ai pialli coperti poggiati l'uno sull'altro. A Nuria quel trofeo pareva contenere un pasticcio cucinato nella cucina della Bella Addormentata e trafugato poco prima del risveglio del palazzo fatato. Allegra correva davanti a Dida, con un bastone scostava i rami spinosi delle more al suo passaggio. -Deixau passar! deixau passar! - gridava a una folla immaginaria - Passa Dida de Pedr6n, passa la Verge del Torr6! - C'era anche un altro posto dove Dida si avviava con le sue pignatte sul capo, in mano una bottiglia di vino; e in un fagotto ficcalo in seno aveva fiammiferi e foglie di tabacco. Nuria doveva camminarle a fianco in silenzio, la udiva che pregava e bestemmiava piano piano per tutto il cammino. Da più di tre anni Dida aveva il figlio nascosto nei boschi, non si fidava di farlo tornare in paese dal tempo degli eccidi di agosto. Aveva detto a Nuria che faceva il pastore, ma la signora Dominica, che sapeva la verità, le aveva detto che era un fuorilegge. li ragazzo scendeva con un asino dai momi, aspettava in un punto convenuto della macchia ai margini del bosco. Prima del ragazzo veniva incontro a loro un cane. - Ves a cercar-lo, ves a cercar-lo! - lo incitava Dida. Il cane spariva nella macchia, pida sedeva su di una pietra in attesa. Comparivano poco dopo il cane e il ragazzo. -Asseu-te! - gli diceva Dida dopo averlo abbracciato - Perquè et lene que esplugar. - Lui obbediva docile, le poggiava il capo in grembo; lei ora Fabrizia Ramondino - 117
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