racconti italiani "Non solo. Non so come dire, ci sono tante ragioni". "E quali?" "Ieri sera tornavo dal Lido con il solito motoscafo. Beh, non era più sera, ormai era mattina, saranno state le sei. C'erano quelli di sempre. lo avevo perso un milione, altri molto di più". "Cristo! Chissà come si sentiva". "Da cani, ma non per il milione, piuttosto per qualcosa che non so descrivere. Sul motoscafo c'erano anche quelli che avevano vinto, come ogni volta. Ieri pensavo alla mia vita, a mia moglie che se n'è andata due anni fa, a tutte le cose spiacevoli che mi sono capitate". Il rappresentante parlava con un tono di voce stanco e uniforme, faceva compassione, in mutande e canottiera. Il sole di luglio gli asciugava addosso la biancheria avvolgendolo di vapore. ' "Cosa pensa di fare?" domandò Renzo. "Non lo so - disse quello - ma voglio parlare ancora del battello". Si accese un'altra sigaretta prendendola dal pacchetto di Renzo. "C'era un tedesco grasso e bianco di capelli. Ogni tanto rideva. Rideva rumorosamente. Non so se avesse vinto o perso, ricordo la risata. Gli sedeva accanto una signora che doveva essere ubriaca. L'ho vista alzarsi due volte per vomitare. Quando si sporgeva dal bordo del motoscafo il tedesco le metteva una mano sulla schiena". "Che viaggio!" disse Renzo ma l'altro non gli diede retta. "Uno, seduto di fronte a me, voleva invitarmi a bere. Aveva vinto e continuava a ripetere che era stato fortunato. Raccontava di certi suoi giri in Portogallo e in altri posti che non so; facevo finta di ascoltare. Guardavo la ragazza che gli stava a fianco. Era una bella ragazza e dormiva. Con la testa sfiorava la sua giacca bianca lasciando tracce di rossetto". Smise di raccontare e si volse a guardare la prua che tagliava l'acqua. Allungò una mano e tastò i suoi calzoni stesi sul filo, erano umidi. "Questa è una bella barca - disse - proprio riposante". "Eh sì" disse Renzo. Il rappresentante lo guardò e sorrise imbarazzato. "Non avete qualcosa che possa mettermi?". Gli trovarono dei calzoncini di tela un poco unti di grasso. Li indossò con sollievo e accese ancora una sigaretta. "È il capo quello?" domandò, indicando il Capitano. Il barcone virò per infilarsi in un canale laterale. A metà canale già si intravvedeva il punto di scalo delle angurie. "Siamo arrivati" disse Gino. Il rappresentante seguitò a fumare tranquillo. La chiatta si avvicinò alle banchine e il Capitano salutò con un cenno un gruppetto di gente. Un uomo piccolo e grasso si staccò dal gruppo e urlò qualche parola. Da lontano sembrava un uomo allegro. Quando la barca toccò riva fu il primo ad arrivare. Subito puntò l'indice in direzione del rappresentante di saponi. "Banana - gridò - che ci fai su questa barca?" Il rappresentante arrossi e gettò in acqua la sigaretta. "Sono sicuro - proseguì l'uomo - che vi ha raccontato le solite storie, Banana è un campione in fatto di frottole". Banana abbassò gli occhi e si voltò a guardare i riflessi del pomeriggio sul fiume. Piero Gaff uri - 11
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