racconti italiani "Grazie" disse l'uomo; portava giacca e cravatta. "Come si sente?" chiese il Capitano, appoggiandogli una mano sulla giacca bagnata. Aveva circa trent'anni e l'aspetto di una persona per bene. · "Com'è finito nel fiume?" tornò a chiedere il Capitano. L'uomo rimase imbambolato a guardarli, disse qualcosa ma nessuno capì cosa. Avvicinò una mano al viso e restò così. Un'alga sottile gli rigava la guancia destra. Quando tolse la mano dalla faccia videro che batteva i denti. "Su!" disse il Capitano e fece segno a Renzo di portarlo a prua. / :h( ,( 7f _;- // p~\ I .->" ~- -J A prua l'uomo si sedette vicinoal cane che gli annusò le scarpe marroni. "Com'è andata veramente?" chiese Renzo. "Mi sono buttato" disse l'altro. "Perchè?" "Non è facilespiegare". Gino si toccò più volte la tempia con un dito come a dire che secondo lui quello era matto. "Provi a parlarne, forse è meglio" disse Renzo. "Non so". "Mi racconti qualcosa della sua vita, quello che vuole''. L'uomo lo guardò e si ravviò i capelli bagnati. "Cosa vuole che racconti, lavoro, faccio il rappresentante di una ditta di saponi". "Ah" disse Renzo e mise da una parte la cravatta fradicia. "Un lavoro di telefonate, telefono sempre per le ordinazioni". Intanto si era alzato il vento, aveva aperto nelle nubi degli squarci azzurri. Renzo tirò una corda a prua e appese gli abiti del rappresentante di saponi. "Va male il lavoro?" domandò, stendendo sul filo un paio di calzoni verde salvia. "No, il lavoro non c'entra". "E cosa c'è allora?" "Mi vergogno a dirlo, è così ovvio". "Si sbaglia" disse Renzo, passandogli le sigarette. li rappresentante ne prese una, se la fece accendere, poi, lanciando all'acqua un'occhiata obliqua, disse: "Gioco, gioco sempre". "Ah, per questo si è buttato". IO - Piero Gajfuri
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