la Libertà - anno V - n. 38 - 17 settembre 1931
17 SETTEMBRE 1931 ASPETTI DEL FASCISMO GERMANICO Il binomio Hitler-Hugemberg lame si compone la cosidetta "opposizione nazionale" LA Lt.BERTA' •= prima lo libeN.à di !.t'tampn,di orga– ni~zar.ionc. I" di riunione per poi sop– primerle rntegralmenlc. ,;rccrr>bbero privilegi di monopolio pP.1' t11He lo proprie organizzar.ioni politiche, sin– dac:ili, gio,·anm e di ooltura o con– fribuil'('bbero cosi' alla formazione di una mostruosa dillatura rasoi~ta simile 11. quella ltali1rnu. ANGELOGALENO 1-: un al!ro dr-11,t vecchia gu1rdi.;i.el1e scompare. Qu anti anni aYeva '! Non cre– do di r:s: t.gt: :-JrC ù!ceud•Jci1c la settan– 11 moscone Ouella f ccenda ella popolazion della botte Cnntro codeJti me;:.i di ,•iolcnw 1e9cùor. bru(alr. atl 11,i lf!'m]ln em,tro i pOlcri civili e militari dello Stato fa.scisla, ogni resi.<ilr11:aptirlamenta- 1·c n 1l extraparlamcJ1tat"e rlrl proletn– ri.at~ qerma11ico - pci• quanto euer– gica , l'ivoluzionari 1 a e ge,nrrosa di sa– crifici essa f~se - ·snl'cbbo 1n·c– vrdibi1mentc ,tterile e t•cuw. L'ln'– \'ento legale drl fascii\mo in Germa- d!l1a s:rn~~ll~n~~;ur:lii~ S~A~ 1 ~r!~ li:Ca tedesca. Dl rr-onle a queslo perlrolo ,:uprr– mo che minaceerebbe d\ dislru~ere tutte le conquiste del prolelartato f:{L~at~~~ct~!~\~os~ ~3e~~~l!h~: la classe lavoratrice deve impiegare lntte le armi di difesa e di offesa che sono a sua <liSflO.ri:.ia11c - tutte, ripeto, se1).:;aesclude-me alc-11na - per scongiurare la sarte l1:1'TiMlc e ~~O~j:L~l~~t/~ia;~fct~!Iat~ait~~f:fi~ Di que~•aiione di suprema difesa parloro' nel pr.~simo articolo. MARIO CORSI ll!la !'11.H:Ya. ~ià passata eia un pezzo. Cu 111oscc111c 111to e/allei feccia di Cerio. '.\Il ricordi} d1Jul un ,·rcchJodoc11- ww hatlc svu~totr, i·olat•a con faLi mruln C'hr. rron,•a ~ sua a1 1 1 1 -1rtcnrnu leggere e percarr,.vO. il vuoto immcni– a.lla Prima Juterniunonale. C.:hò .\u,i:::;eJo 1 3" • cosi' C-'SO chim,iat'a lo SiJO.Zio o,ien? ,, >1l'mprc €~ 410 . R~clallsla. &I .è nei quale egli girava a ,1110 caprwcio, ~!:/ ~~ritiI~~~ol~g~r!;~~~à : 1~:on "::.~!~ ~ti hC orrivo' all'<tpcrtura della coc- nioglic ln ,·arie regioni ,·enole, g~ ave- eh~ cosa (Ili capilo' voi /r) potete :,~::~aroer;ir;~v::!c1~:~rl~1 c~~~i!1 1 f;:a11~ ~~K-~~c ci'bi~~;J:~~af::c n::t;:7i 11 ~ùro Dopola 8'tt_Prr11. tu_uuhc do1rnt..ato lale feccioso moscone c hr ,to t bitia clove c11ricacon!-crvo' !Hl? a. c_lJ_r, I~tasclsmo i: nato nel fondo cU u. mt botte in una con un allo di arbllr~ota~!cn1aro decaduti cantinp preaso il 'l' eve re, ar-;igo(Jofo i r;;gg~r:f;':;~~,it/t\~ d~J~~a:c~~ ~~ f'd} 1~ 0 ?~:';;c;/;,',t:~o~~c,;.!nt1=~•: ii 7."r:ina, rhiu ... 1~lra I! pat~ova~o e 11 fl)v}- 1110 .,i;QTle.hmrno addiritl,,.rCI perduto .~ln~, (,: i.ll' no ,u uno. ~l primi a subire ln. facolli.L di pens<ac. ., l!.'!.ti si limi– la ,Jole nz a dello sch,a::"IEmo agrario. )fa tano ad adesca?e dei giovinotti ita– bast~nalo,.bandito, ricercato, egll ~on lian:,i e stranieri e li apinqono a di– ceissoun 16tanlc,-daUa sua aUMt.à Socia- slribuire un po' (li manife.tli calim- ~l!~s~ntcnli! 3 !~:~~~cc~\J!~~~~:air;c~ ~t~s~i~ llndcporre una bombetta dove ~~~~!tà ::r1f 0 :1 1 t~roo;:r!~~i :aa~;_,f~ ~~:~- petiC::,'.i 0 ~j~ ~ Ji»::~~:~'J~11~?,v'~ il ~llre_vi~tlmo_ fasc!Gte.Ncgh ,ulti mi tempi " Questo voto inteUctt,rnic ha re– in ~m r1milS1 In H_alla,non cera. proces.so so l'wnbicMc dei fuorusciti propi:.io :~~~asac,~~a\~. c~i 6~~;~; :r~uf:J~t;;,~c soltai~to oi crimi1iali, i qu~i ~anno Credo ·ni arrermare cosa :salta dlocnd0 ~~n ,f 0 t,~::~ ~cn::;ei 1 t!~~m;:,~J;if r,n; ~::sl~ll~o~~~Y:~ 01~ 1 1 !c~lt"v;~;zl~ol;;sa ~~ .tono a ,::sto; la C_o~cntra=ione_èlen-: mlra~os~pre il ~oraggiocolq~al: :u~- !a p~~~~- J~~t;:'/~lt~~~~! ~~~1~!~ •·••••····•·· ..••••••·•••••• slo ,ecc.hio t_c'nc,a~ta afla oanea ur- te idee camminano, le ri1,·olu=ioni .si ~~~~om;~i1~~~t;e~~~~~n~!1 dp~~~l~~t ;:;:~~:~~~ ~~~:cr~1: 0 si 1 'i:~':t~ii~:= ::a!nl'ft~le~~r;~~i\ 1 ! ~::p:~,r~~~:1:: 1~~ ~;ftr:!e l:;.,;:;rin~ir,~tostl'!'f•::. I governi che non solo si tengono lontani dal progresso moderno, ma lo CQmbattono, e cercano con la forza di at– traversargli la via, sono desti– nati a crollare, e .sulle loro ro~ vine la società pianterà il pro– prio ves:ril/o. e I abnegazlon& nella h~U.aglla.Eccoper- litici ~ pon:e sem,pre nuovi ar:ui obè.a olnqueanni dafluJt_lmo noetro lo- problemi. Se il popolo italiano a– c?nlro, la noU~a. d~lta 1ouamorte. ml 1;cs.tcil tempo di pensare ancora per nemp\c di trlsteua.. E un_a'llro socialista :m al lima agli u<nnini della Con- ~\~~ s:e~:r~!• :, ~:n~~!11b:ietnhoe ~~18:~ ce11t;a: .io,1c p arV.,ina, tra.rccolereb– oono ffl!ere r!spa.rmlatl I fiori del rleor- br, iel ien.so. l~tterale_ dell.a. parola. do e della gralllud!ne. i~~ 1 ~ a nc ora vi-vi 1 - ,u doma-ndereb- PISACANE s. b. Che cosa vuol dire essere un mo- ........................................................................... !~<;1~~·ne1tft!:~~ffg ,tt~:~ l f1 i°i 1,r;; LE DATE STORICHE ~~f"~~o:,~ 11 ~~~ 1 :i!~ 1 ;;~1:t:dcf!'~t~ft~ quelli evasi per l'apertt1ra della coc– ch.ia, siano ne~vttoto e nel buio, Urd– dove , invece, si trova lui, il m.osco– ne dal, cervello ebro. Oh.! .si', « il morula cammina, le idee cammi,~no, le rivolu:ioni. si com.pianp più. o me- 110 dramln(!licameiite », «i, (tem,ocra– :.ia si batte cant-ro tuJte le rea,;ioni, 11a.tce 10w r~tbblica. in Sfiauna. ca- La Massoneriae il XX Settembre Il GraaHaeslro aggiua/o ARTURO LABRIOLA 33.-. fiit~l:,,sf::o i ~Jt!Z ~l i 'tol(~(~~a.o louorQ_ i sistemi politi.ci. .. Ma nel fof'!– do della botte, ncUa cantina. fetida e ri!:: 1 t1lnn~~c::ie"~:i1:iav~~g~·,r::r1: fa s~%~i~-:~ tr;or:s~.i~n.ttdefl?a:zJ~ corbonico lo a1fissia110 ... Mt1 la clau- • rnru è a.1.tolu.tac<l il n~oscone è ri- 1/otto a mangiarsi tl sm, cervell~no– iYuUa .sa,nuUa. puo' sapere dì. qm!l– l'amvio mondo, n.ongucir dato dai b ir– ri o alle çamicie ?~re, percos.so d~ venti forti de.Ue. qramH tr(Ufonp,ario– ni libcrtari'e. E l'tmima.lctto s-udicio s( preoccu– pa dcl.i,a Coneentraiione, çh,e è nel pirno del rovello univt"rsalc della vita n.uova, che va alla libertà, alla rcpubblìca, al socialìsmo ! Storia di ciechi che i11ug11anoa canuninare ai ue9ge11li. . . • I.a Concf:ntro:.ionc numdCJ. a distri– b!fil·c i manifesti dorl.! C il ,,tto pr n– stel'o - ~qmUa ai tiormie11H, si11: te.ti (le~J{a~'~le;':f:~! ~fa"b°o~betta dove C'he sia ... Qui, o ,no.1Cone del.i.Clbalte te:veri– na. 9"arda a queU.q che dù;.i. Q"ei dcUa Concen-tra;io11c • ha11np .$Jl!MSO deiiiinziato le bontbe che (anno fi\tm. ! ;: 'f):;l~~:,:;fg;'~~:tfca.,Jdf}:it~r~:: sole fMcista, i;euclilore di fotogt'a,fic Nee-11c, Capa11ini,'quellr. ntici'diolìui– me di Juan-les Pins. Q1uri dc~la Con– cr.ntr(tZionc• hanno tu(ta una cmtolo- g}~e df~t~':1oi:r:tad{fe~~lt~ j,1c:11iotf:1~ a.,~iduo apologistll di tutte le impre– se terror1.Ste, daUa bomba al 7'eatro Colon di Buen~ Aires alla dinamite che fece. .saltare il mi'nistro ru.tso ~!:a"~'• l'P!,~it ;i°i ~~7;eine!l~J:i~~i hanno il loro valore e qualche tiolta .scgnmw l'iflii;i'o di J!rofonde trtufor- 1 na;ioni Il, o,ute 11 .sia gloria all'uo-m.o che ha eom,piuto il geato aa.cro del Ve,utìcatorc 1 " {Lotta di classe, 16 luglio :1910 e 23 settembre 1911). E ,tait pe.sohiamo dai Quaderni del Nuovo Paese, la pioca.nic .storia del– la bomba mandala aU'Ar-civcscOtJodi !~'::~,!'/rd~lf.~~~:i~~ (l~ri~~b~~:; adatto » e che per i O ltrc - ignaro - accettava l'~1carico I .. Ch,i suole fr 0 quentarf! i micsei 'd-i scienza ,iatttralc ha (rQV(l1o speuo ve.stigio dei dinosauri predi.luviani. Chi sa che cosa il mo.tcone {etXioso ael •revere immagina che siano i di– nosauri i' Moatri, certo: m011trj che fanno pewra. Per il moscoraepr-igia~ nicra nel buia della ma botte, i fuo– ru..tciti della ConccntraJicme sono di– nosauri, dì cui più tenta di ridere, e più m0.ttra. che gli fonno ta.11;ta pau– ra : esseri di altra epoca e di altra b~~ra~l i~'::/~~l,~a~}~s.t: r::::e ~ :rUi delta bptto; c.1seri ohe i Cl4Stodìdel– la ca11tina mefitica indi cano come micidiali ai tnQ.JConi,nati dal.la feccia vinp,a delle botti, in una c antina. pu::.ole-ntc. Se, per mi.T1J1Colo, a mo.1cone tro– vl!rd: mai la via della cocchia e var– cata la cantinn cvcuierc\ per un qu.a– lunqqc spiraglio, capirà che era un forrnùlabile imbecille a crederlo ed a ripeterlo ... Un imlJecillc ed una canaglia. Un moucheron, né de la JiP, d·un tonneau m·rs à sec... I due disarmi Una bot.t.a a Mussolini Quel ,·i5-eonleCooil ravpresoolante dell'fngbiH.erra a Ginevra, noi suo di:scorso in cui finse di abbracciare la tesi di Grandi sulla lrcgua degli armamenLi ne ebbe due dii buone. Prima, la immediata protesta contro certe grandi manovre aeree troppo eccitanti. Secondo, per il caso ohe detta allusione non fCY.!Sc stata abba– slanza pr~isa, qcesla os servaiione : Un di,.,corso infiamma .lo non puo' euerc 'compensato da un discorso moderato da parte dcUo stesto ara– tore. Disgraziatamente i discorso mo– derati si ascolhno e si leggono assai meno facilmenle degli-allrf;non han_ no !a stessa pubblicità. n. La botta va driHa a fondo a Mussolini! ed al suoi di::;col'Sidi Toscana (beUc sono le parole, piU. belli i fucili, i camwni, le mitragliatrici), oon a!fa.Uo cor– rclli dai discorsi melati ammaniti con la radio per uso esterno, ameri– cano :opratuUo. Il rurale e lo statistico La stati «I iea è la prima delle .!=Cicnze che sì è messa agli ordini del fasei::uno. La s~alisLit:a,o meglio, gli &talistici, naturalmente. Tra i qua– li merila particolare riguardo quel li'l'MlCCSCO Colelli, ex democratico– sociale, che scriveva arllco!i sul Co1·– rierc della Sera <1uaucloera liberafo c. che conlinun a scritverne ora che è fascistizzato in stilo e pensiero. Come statistico, il Colet.ti ha la speciale mansione di illustrare l'au– mento della popolazione, secondo le mente di Mussolini. Più. siamo, e più siamo poteoLi. Più. siamo, e più a– vremo soldati - per rare il disar– mo, secondo il Grandi - e più. avre– mo dei disoocupati, per dare incre– mento nlla produz ione. Tu He le suo ironie si dirigono cont .ro i paosi (e sono lut!J) dove la popolazione ral– lenta il suo rilmo. Comunque : si nasce, si vive, s~ muore. Ln nostra fortuna - secon– do il Colelti - è ohe non solo si na– sco mo1to, ma .si muore poco. « Nel f930 s~ ò levato un grido di gioia: i morii sono ~lati solo il 13,8 per mil– le ~hilanti. Nel 1029 la quota era stata d~ 16,t. Non ~isogna per:i.!fro Hludersl, la cifra dei morti-risalirà perohè l'anno 1930 fu un anno ec– cez:ionale. " Il 1930 ba rioa,,ato il vanlaggio della seleiOOne dei meno resìstonli avveratasi negli anni pre– ced"ntl n(??) « Non s~ dimentichi inolire che la popolazione nostra, co– me e peggio di quella di altri Stati, va sempro·più ibveechiandosl, a caii– sn del prolungamento della vita » (Il). Oh.esi invecohi a causa del pro– !ungv.mento della vita è un para– dosso che sareb'be piaciuto al Mar– cheso Colombi. Ma noi dobbiamò no– tare ohe è dirrioile contantare io sta– tistico ta.soista : Non vuole morire e non vuole inveoohtare. Il fascismo vuole l'immo"al~ nella giovinezza. Miba stupido. Giovin. e.ua, prima.vera di bel/.e:u(I. ♦ Il prcd'essore di fascismo statisti– co non teme (per quello che oosta a lui !) di assicurare che l'ideale di nascere, di non morire e M non in– vecchiare si compiJ'là s9'lto il segno del littorio. Perohb l'Italia è un paese divino ... Las"Oiamo di svolgere il motivo troppo nolo, per pigliare in esame l'aooordo t.emaLico fondamentale. - et Perchè noi s,t i amo e staremo rneg\lo di altre papolai:ioni, di altre nazi'oni ? li - si chiede lo statistrco. E si rlsponde : -· • peroh'è noi siamo un popolo rurale, nella grande mnggioran:r.a 11. E' quel:l(.o \ln nost.ro privilegio? Tutli i popoli !' òo n o Il' ru rali li nella !oro orande maggie> raru :a.Tutt~ i po– poli pdmittvi !uronQ rurali in esclu– ~h·il~. Tutto fOriente è rurale. I paesi baloa.nlm sono rurali e la Rus– sìti Sovletioa fa (c,ome abbiamo rat– to not} il p()3SlbHep~r deruralinar– .si. E allora non basfa. la ruralità per ,ga.rantiro nè la felicitè.·nè-la poten– za : anche se si coMldera fasotsti– camenle la felicità e la potenza co– me il portato della tacile riproduzio– ne quantitotiva umana, Ai lempo no– -stro l'imperQ, oul tende la. dottrina tasoi,ta, è...induetrlale ... Ma lasciamo correre. Siamo dunque rurali. E • rurale iJploo è, Lre. noi, non Il piccolo proprietario ool liva.t.o n.ohe deve fare i conli con l1. sud.dh· lielone parlicellare dell'eredità tu. 1 ngll obe gl sono nall, ma.11colono,Il colonoolllS51co, Il oolono mer.z:adro., • Il colon o u ohe I l suo oapllala, n euo maggior oaplla.le, è nella ro~ di Ja-,,•oro che è ln lui e nella •ua taauglla, vera..unltè morale ed economioa.Egli, daJlll &tese& sua condizione o funzione nella lmpre6a,ea.ohe se non ba bfaoola, oloònon ha tlg)I,perde l&, sua consisten– za. b. S\Hl aulonoma. energia motrice. L'lnleref.eepereonale e di ramlglla, 1•~ golSJnoe l'ego-alt.ndemo Jo eplngono a c::::~ar;~n ~n:e~l~a ;~tola n~::~r1~'. l'il passa nella Jl"f'equleta e mobileGchlera del braccianti, del casanolantl. F. Il oo– Jonoproorea, lietamenteprooru. La don– na )I) aaseoonda . ., « La donna lo asseconda ». Meno male cho « il » rurale non faccia tuHo da :i.è ... Pero 1 li raglonamenlo dello slali;;stioo è giusto, ma ha, co– me il ratto, i auoì limiti In sè, li ru– rale procrea ai tlmiti deUa poten- 1.ialità di oullura del fondo. E pol si arresta. Se non si arresta, procrea ... braccia,iti ! Quanli sono i braceianU if'l Halia, quale la loro propor1.lone coi coloni eco~ piccoli proprietari '!... Se il piccolo coltivatore « deve fare i conLì con la suddivisione parlicel– fare della eredità tra i figli "• il mezzadro li deve fare ugualmente con la capacità di mano d'opera del fondo. Quosto è un termi'ne fisso, che per lui non mula se non mutando il fondo. 11 colono non ama, general– mente, cambiare il fondo. Esso si af– •feziona alla « sua ,, terra, oho fi– nisce per consi'derare ... sua I Ed egli ha orrore di deoadere coo la sua figliudlanza nel bracciantato. Egli è un « signore » e i suoi figli lo deb– Qono essere ugualmente, non dìven– lare u servi n, 'l'utt.avia mo!Ll lo 'diventano; allora cessano di esscro organi dell'ordine per dirventare strumenti del disordine. Braccianti e coloni - quanto dilrc socia!ìsti e 1ascisli. A.llra ragione al colono dì essere prudente. Egli non vuole pro– creare sovversiYi : gente che poi ha pretensioni su tutto (persino sull'im– ponibile della mano d'opera!) e co– si' numornsa che sembra la terra la crulti bella e falla. Percio' il colono sla coil padroni, ha l'anima padro– nale ed ha fatto e ra il fascista e lo squadri9ta. Ma è piuttosto deluso ... -+- Il prof. ColetU gli presta questa poetica psicologia : • L'a"venlre non desta soverchi timo– ri. Tutto dice al colono cilc la v[ta e.I rinnova e perpetua con ritmo Jmman– chevole. Dal ;;eme onsce la mttsc, do.Igermo– glio l'albero. Tutto è preslab l1Ho,cioè tuUo è i,ron 1 ldenz:iale.Niente si 8precn. Tutti vivono, tuLtl tro\'aoo da ,•!vere. Perohè l'uomo, solo l'uomo, che Iddlo ha \'Oluto,non donà tro n.re Il suo cl- bo e. per :i\'ere il suo olbo, JJ suo Ja.voro e guadagno'..' Il colono, e, In genere, !! rurale~ eì sente coinvolto, inve6tlto nella ,•ita ar– moniosa e lendrnzfale del cosroo. L'uomo, 8UJl."alba, guarda Il cle1o, at– lra\'CI'60 il cielo guarda Iddlo. L'uomo cosi' ritemprato sorride. E' quello Il SON riso più !nlìmo e bello ohe appaia su labbra mortalJ. E' quelJo Il momentopiù e.calore e p:-ofondoehe la poeeia abbia. lrovalo. Polrà, dopo cio', Il vero e sincero ru-, r.:le volere correuoere la natura, Je3!– nare ar:Jficlosamente sul numero d.e.i figliuol!,deHcnovelle energle,? Falso, buon Dio, tutto falso, ma-1 nierato, fascistizzato sul mercé\lij letterario di propa-ganda. r li colono è pieno di timori e di preoccupazioni. La roba non si ven– do. La gente non la vuole neanche a prezzi che non pagano la vita e le •braccia del conladino. C'è fame e mi– seria in tulle le case. Crescere le\ famiglia, ohi'bo' ! AILra voM.aera di– verso. Si lavorava e si guadagnava bene. Ci .siamo guastati coi rossi che pretendevano farsi pagare troppo e volevano comandare uo po' troppo In oasa. Il padrone 3onp me. Ma quei tempi al eonfi:onto erano rose I! fiori. E' stala la più grande infamia e la più. grande buaggi'ne rovesciar– li. Ora questi fascisti comandaoo più violenti e rapaci di quegli altri e non s'intendono neppure delle cose che trattano. Nessuno è più paòrone a casa sua ! 11 segretario del f~io o del sindacato comanda. E non c'è pi!ù alcuno ohe .osi•dire la sua. Cosi" con la loro polilica si è perdut.a Ja esport:.azione delle derrate. et fanno fnre la battaglia del grano e _poi il grano non vale più niente. E ci si è rimesso aell'allevamento del besLia– me. Cosi' non si va avanti. Ah ! se almeno s~ polesse tornare ind~Lro al tempo dei rossi. Sarebbe ~cmpre tan– to di guadagnalo. Allora i rossi al comune ci mettevano le ta35e. Ma era per cose utili•, che restavano net paese e si vedevano. Adesso questi fascisti (ooch'io sono fascista, porlo il disLiotilvo e vado a"ile riviste e taccio anche parte della Milizia) ci torchiano da levarci il fiato, e non si sa percbè nè a profitto di chi. Di– cevano che volevano fare l'Impero dove avremmo mandato lutti i pr.o– dotti della nostra agricoltura, quan• ti ne r~-sero stati. Chi l'ha visto, l'[tnpero ? Siamo rimasti in oasa più pigiali di prima. E ci dicooo di far fi'gliuolil ancora. In olo' almeno vo– glio ~ere padrone lo con la. mia. C:Jnna.Non sono tempi da pan&are a quella roba. Provino quel che sori– vooo quelle stupidaggini sul Corrie– rf della Sera a fare loro 1 rneroaLr. li fascismo ci ha rovloati. Quest.a è la verità. Con tutte le sue baUaglie del e... Dicono ohe oi proleg gono ool daz:iosul grano. Bugiardi e sporo.ac- i eioni. Proteggono gli sp eo ulalori* non l'agricollore OI\eslo,che, o man"" gia il grano euo, o do! dazio non gli i'mporta, 9 lo vende solto Ja tnglluola, della·· neoessità a.gli accapu.ratorl. che ne ajlprot!Uano. Tullo va oOBi'◄ Un, m'assa dt ladri e di Inetti'. Oui la miseria, la prepotenza, Je angberì& della polizia e della Milizia fann~ crescere l'odio. Il • cosmo D oome: dice il professore, è pieno d'odio. s• sente odore di bombe, per aria. ~ .. tro ohe avere il pensiero di diver-– tlrsi con, la donna I Sudloloni ·+· Sotto la spinta di questi pensieri, si', il • vero e siflcero rurale li cor– reggerà la natura. Non ne dubiti, prof86sore statlst~o. La correggerà non fosse altro cbe perobè lo St.a{o fascista ci ha voluto mettere il boo– co e Mussolini ei ha collooato su, una delle sue batlaglle napoleonlohe. A carattere di intervento polizieS'Oo e moralisti'co. Altrove lo Stato in– ter,•looe, si, ·ma in vr&affatto indi– retta, discreta, ricorrendo • agli ar– tilfici finanziari, agli spostamenti forzaU di ricchezza e di reddito per imprimere nei rurali e nel resto della popolazione la volontà proorea– lrloe ohe è inaridita. • Ogni Slato interviene cella faccenda, secondo la sua natura economica e demoorati .. ca, o autoritaria 6 tasoistn. E' ben naturaleohelo SWoii preoooupi della società um11na ohe )'ba per-– locito ... A.bi ! il professore statistico fasoi..1 st izz alo nel pensiero, si ,ollev& jn un bell'impmo diisdegno ooctro Q\M-c sta proposizione : • Se lo Stato espri– me la società, da che CO.fa a(flng!– rebbe - egli chiede - l o Stato, lo Stato parlamcnfore la f(l'l'~a per ccnir– trapporsi all.a Soci.età e corregger– la n. Il professore statistico eì e– sprime male, cioè in forma equivo– ca. Ma non si prenda abbaglio : sori– vendo egli • lo Stato esprime la So– cietà » intende di're, ohe la società. emana dallo Stato, non già ohe lo Slalo interpreta la Società come un mandatario. Questa insigne coglione– ria è uno dei dogmi fascisti! ohe loorrono. ES'Saviooe &dire abe pri-– ma furono lo manette e poi gli uo– mini, ohe le manette fecero gli uo– mini, o lo Stato fece la Società ... A prenderlo in parola, o'è da rieono– seero cho lo stato fascista à uno ~lato presoeilale e antisociale. Ma lo Stato fascista è solo. Il vero à, come ogouno puo' consil.alare, che lo Sta– to nasce dalla Sociol-à e si risolve nella Società; è un determinato che dc-termina. Percio' lo Stato puo' tare Lutto, a patto di rispettare Ja sooie– Lll. da cui nasce, a patto di sooondare la vita, Ma questo è proprio dello Stato dcmocraLico parlamentare, in modo particolare, per non dire eeelusiv'o, Lo Stato fascista, per contro, con le sue brut.a.lit-&Liranniohe, col suo co– dice penale di Torquemada nel oa– pitolo della famiglia, con l suoi bìrri o lo sue spie, annidale non solo in ogni gabilnetto di levatrice, ma in 00-:nicamera nuziale, in questa ma-te..., ria farà, sempre, ollecoa. Tra i ru– rali, poi, sarà anche peggio. Tra i rurali per quella faccenda della ... popolazione, proprio, con le idee e i metodi del fasoi~mo, non c'ò nui,ia da fare.. RAB..\NO MAURO
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