la Libertà - anno I - n. 13 - 24 luglio 1927

24 LUGLIO 1927 LA LIBERTA LA GIUSTIZIA FASCISTA IN ITALIA Lavedova ed il figlio diGaetano Pilati r evocano lafosca notte del3 ottobre 1925 a Firenze e narrano ciòche fu la sconcia f rsa giudiziaria di Chieti Il 23 giu;no la vcdovn dell'onorevole Pi– lali nssossmato a Firenze nella notte del 3 oltobrc 102a, si ò imbarcatn a Genova, col Il.gliaBruno, per l't!cnrsi in Argeniina. E' una povera donna, a111malnta, senzn ~~~f~~eil~~~~~ ~\i~rr;r~nd~~a~~; 1 ~1! z; ,eonosoiuto, nella spcranzn di potersi gua– d11gnarequel tozzo di pane che le è negato in Pntria. Noi che abbiamo amalo PIiati di rrater– no arreno ,,orrcmmo che dove la vedova e il figlio si recano ll'ovassoro qualche porson11amica, trovassero chi dimostrasse loro coi !nlli cho quegli ideali di solida– rietà o di fralcllunza fra gli uomini per 1 quali il loro caro è morto, sono ancora iiu~. 1 :3i~/i ~~Wsie dI,atb1~~~l~e. ::c~ta c~r sorivern tufto qurllo cho riS'lJardava la tragedia. sua. Elln ha subito consentito o le venti pagine che ci ha lasciato, con la ~~'!1adeW:iùd1~r1~ 0 le~fi 1 1~1~~la~~~ti~~~~~~n~ Teiie~\~~~,c~:ii~~~~;Ì\ho viviamo in Ita- lia, sappiamo di quello che avviene in Ita– lia, e molto spe!so nulla dobbiamo diro di quello cho sapP.iamo per non rendere an– cora più difficile l'csislcnza a persone già duramente colpile. n racconto della vedova Pilati Fm&"ZE, luglio. ·Il' Dopo un anno e mezzo dalla tragedia ,hanno celobrato il processo contro gli as– sassini di Gaetano Piloti. Ma ò stata una !R.r.sa ; una farsa che ha agç:ravato il mio dolore e che ml ha riempltO ~•animo di amareu:a e di disgusto. Nulla ormai può trattenermi in questo paese: nè la. tomba di mio marito, che non posso spargere liberamente di fiori, pè i miei parenL1, nò i miei interessi. ;voglio andar via, voglio andar via a qua- ;yn~~~;;~~~\{0ru:~\~~<l°a° iuci~t\~t:/~ftg,ovi~ quest.ore o il Presidente del Consiglio, il giudico e if poli:dotto sono tu~li quanti allo stesso livello morale ; voglio andar via ~:!~~fiL~of::e i c~~ari:c~~i~n~ioco~a~ft~~ s1 tono battuti in guerra ed banno Ja- sc~~Q tr~! ~f ;:rtlr~ 0 :~ri~ ~~r~:!;! 8~~~ ~ueal~iosfa~~o~ !Tr:ftk S!f~~Ìsf~tf~n~~~ chè si conosca quanto si so.ffre e quanto. e;J dispera. po~h~o;rg~:~~~1f;,t~~;ea~~~ ~r~~l~f:toc!~ Tfl{fj 0 cfLf 0 1te~8T~~~?M; 0 Jt 0 l~I{lit ~~J;J~no 6 fe~~r ~~~Pi~~~~re ~l 8 ~igiiS~~{i 4i tate assoluzione. l fatti à•l 3 ottobre L'aSSé\SSinlo<li mio marito era da tem- f1~r~rtf.![;~0·Se11~g,Jt :1~fu,\~ i~ 1 ui;~et~ faccia a casa i:nia, che durante. il mese di setrMYhrr11025 mio mal'ilo era. stato con- ~ne~~1nloe?ii\a~en~ ~i.un giovanl.}alto, li Senesi nveva avuto modo di assiou– Tar::iidella posiziono della nostra camera da letto obe era al primo piano ed aveva Ja ·flneslra che dava sulla slrada. La sera del 3 ottobre venne ucciso il !ascisla Luporini ohe era al?dat~ armato, rn eompasma tli un altro milite, m casa di un vccch10 massone. I fasoisti, dopo aver assa-ssinalo il .Benciolini quale presunto uooisore del loro compagno, orgnnizzarono le rappresaglie, devastando botteghe in– cendiando caso e andando in cerca degli antlrasoisU segnali nella lista del Fascio per essere assassinati. Mancava mezz'ora alla mezzanotte quando diverso persone, ohe hanno poi teslimoniato al processo, videro fermarsi a. circa 500 mell·i da casa nostra una au– tomobile scura, con i fanali spenti. :Xe acese un gruppo di una decina di indivi– dui. Uno rimase con la rivolLclla in pu– gno a guardia do! conducente e gli altri vennero lungo l'Africa minacciando con le rivoltelle LUtlf'lo cersonc che incontru- ~f~O lr~~~n? to~~~ro,a~:i:r~bila~~~~· ~~ ft~t1/re ~~:e ~i 5 ~·i~ 0 i~~~~,t ta:lg,ome~~\~~ etate co:.truite da lui) molti erano alle fi- :~ii~a agi ~:~rd:fi~on 1 . 0 n!l~!!rc~l~u~~:: •tal.o appiccato jl Cuoco in mezzo alla ,trada. tnfi1~~~c~~~• aspl~~~iddoi ~ 1 1~!~~0~~ 1 )! ~h1::~:: ~ d,i ~nda!'sene. Ciò non evitò che i più curiosi, rimanendo d1ctro le -persiane a luce spenta, vedc~sero tutto quanto ac– cadde nella strada e nelln mill camera da letLo. Anzi un fasci!,fa che abitava di– nanzi a casa nostra, certo Bedini, quando vide che i malviventi ~alivauo su una scala a piuoli appoggiala al nostro bai.. eone, ne capl le intenzioni e, preso dal ~:~~~ptc;:~i1t\m~r~1riòsc6 1 ~ii~1~~l 0 J~ife s~~~ donne gli impedirono di alluaro questo aLlo eroico che ci avrebbe fncilmenle sal– vaLi, ed egli rimase inerte spettatore del– l'orrendo delitto. Altri videro che dei fascisl i si <'rano posti a guardia anche noi giardino dietro a casa nostra: in tulio i;li n--.salitori do– vevano essere una cinquantina. A•sasainato sotto i miei occhi Quella sera mio marito era rincasalo presto per pagare gli operai e dopo cena, atanco di una giornata intensa di lavoro, ei era subilo coricato con mc. Ci eravamo addormentali tanto prorondamcnle che non sentimmo quello che nccadrva nella strada. Ad un tratto rummo svcglinlì da un gran fracasso : aoce~i subilo la luce. Davanti ;1 noi era un uomo, basso, tarchiato, con una taccia sinistra, il berretto sugli occhi; impugnava due rivoltelle che teneva pun– tate su di noi. Un secondo, entrato pure nella nosLracamera, si avvicinò a mio ma– rHo e con voce minacciosa disse : - La si vesta e venga al Fascio con noi. l\t;;;d:u:i~~d-;/i!~fs?otroi10 c~l~r\~o, g:n~g~ quasi a terra sporse l'u111cobraccio sal– vato dalla guerra por staccar& i pantaloni .dall'altaccapann i., Quello che aveva parlato er_aallo, nero .di capelli, il vallo olivastro. Disse ancora: - Faccia presto ... Ma che è proprio il Pilati lei? - Sl. - Appena ebbe rispos~o, i due scaricarono le rivoltolle su di lui. Dopo A.verricevuto il primo colpo alla spalla sinistra, mio marito saltò giù dal letto e con un balzo si mise davanti alla porta, o percbè temesse che rimanessi fe– rita anch'io, o perchè temesse il soprag– giungere di mio figlio e rosse lui pure col– f)ilo ; intanto con movimenti rapidi dello braccia e del corpo cercava di rendere più difficile il bersaglio. Impazzita dal terrore, urla!l~O, alz~i !e braooia, sicchè, menlre v1d1 bemss1- mo i movimenti di mio mnrilo o dr! se– condo assassino, quello ohe aveva parlalo, non vidi heno quello che ora entrato per primo nella camera poichò mi rimaneva co~~;l\~ico~~ b:~c~~ 0 ~e la sinistra Caccia di un tl 'r1.oa !òòSa!'-S~no. Anch'egli impugna– va la r1,·01tella. Cdii un altro colpo, poi il gi_ovanottoche aveva parlalo, diceva: - \'Hl. via... Erano appena usciti di camera che mio marito, quasi senza aiuto, sall sul letto, dicendomi con voce spentn : - Guardn qui che cose... quante ferite ... dammi una fa– scia. lo corsi ol cassettone per trovar– gliela e l'ultimo sparatore, ohe aveva in– dugialo sul balcone, tem('ndo forse che vo– lessi armarmi, mi fi.:~òcon occhi cosl lruc'i che mai dimcnticliorò, o poi spari dalla finf'~fra da cui eran già uscili gli altri. t:n inquilino vide scendf'rc I tre assas– sini, e, mentre quelli <lell'autoh1obile li richiamanmo suonando la tromba, udii uno di loro ohe diceva : - Aneliamo a bora un poncino... o sai.., l'ho freddalo .... Poi risnll sull'automobile ohe n tutta , ·elocilà.si diresse verso il centro. Intanto io, in preda al terrore ed all'an– goscia, chiamai mio fl~lio che era nella slanza alligua, cd il s1g-norBcrsotti che abitava. al piano superiore, o portai un bicchierino di cognac a mio marito per– chè si riavesse un po'. Egli perdeva san– gue da tulle le parti, pure trovò la forza d dare a noi, che non sapevamo più cosa fare, le disposizioni più urgenti .. rcnzc e star lontano per diverso Lempo 1 con grave danno Llcll'nzlcndnche in q1,J.e1 giorni più cho mal aveva bisogno della sua pre~ senza. Un certo Dimane era slalo invitato da mio marito per la domenica mattina nel suo urfloio per una quesltone di interessi. Sa- f~vtgr!~d~fi~ibb~ 0 Je! 0 J~~:!~~ 0 c1!~r::e!! =~~ Colonna il suo cantiere. - Como ma~ Yif'ni a quest'ora? - gli chiese il Senesi. Il Dimane ~li raccontò allora che era stato dol Pilalt cd avevo saputo del feri– mento. il Scn~sf~:_' 0 Iosal!h~ 01 !~~~~s~r~J ~tifi,\~~ quando ò tornato stamani... Più tardi si recò sul lavoro il Cr!ltellQ dello stesso nssa:1sinoe vedendo il Dimone gli chiese ironicamente: - Como va, co– me va il tuo padroncino? Te l'htmno Cerilo e gravemente sai l !\la non aver paura, non la scampa. Era tanto che le doveva aver~... , li giorno che mori mio mnrlto IQ stesso Dimonc incontrò l'i)ssassino Senesi ohe. alla domando dove si recasse, rispose : - ;vado ~~ Mbi~~r:~0 dt\1~~n 1 :t,: 0 ~f~fenid? ~~~~ porcone che è morto. E tutte le porsene ~l;el~iv;~t~t~~~v~'ii~~!a i i1a~i~:ii ~~~i~ ni, Carcacoi e Senesi s{ vantavano di ave– re ammazzato r{liofnarllo. Tanto erano si– curi dell'impunità. Per dare una idea di quelli che furono i tatti ~ei 23 ollobre voglio raccontare un episodio. Dopo Ja. morie di mio marito due per– sone amiche di famiglia si recarono al– l'Ospedale per visitare la 6alrna. Dei ,fasci– sti armali le accmpagnarono fin dinanzi alla. camera mortuaria, la cui porla mezza fracassala non si poteva. aprire. Dopo un quarto d'ora poterono entrare ed un or- ~gf_ sr:U~~~~r!i 1 ~r 0 ersl;n~aal~o~ :i 01:::::, Padova. Al confronto era assistilo 'clall'nvv, l\leschiari e da nlcuni le!limoni. Io non ero riuscila a trovnre un avvocato. Pre!'lcnti al riconosç.imenlo ernno pure il cav. Gru– gni cd il giudico Cosentino. I.. 'Erminl quando si vide riconosciuto si mise a ~~~7:e~el'~n~ :1ce~~fii1~~i.rea;i~conlf!nJ~n~j un momentanf'O mio abbattimento, insi- f ~r~e;c~lr0pic:i~e~,~~ R~~er~a{oss~~:t1! 1 :J~ lo presi per la giacca e ~li gridai : it Chi c'era a lf'lto con mio marito quella noLle? Lei fOr$C ? » L'avvocato allora si tacque e poichè l'Ermlni non voleva firmare il verbale, gli disse : 11 Firma, perchè Ff' credevo cosi non ci venivo. Per questo stnrò male tre giorni n. co~~e~,rv3i~~n~ro 0 st~~ti 1 qu~W~encl~:~~!:v~ ~iocd~r:o:k~~~gd~ 1 :i!1!!~~ 11 ~ihè 11 1~fs!~~= gognavo di css<'re italiana. Come ai prepara un processo Coll'avvioinnrsi <lei J?rooesso comincia– rono le pressioni o le mmacce da ogni par– te poiohè mi ritirassi dalla Parte C1v1loe negassi d'aver riconosciuto l'Ermini. Io intanto avevo chiesto alla questura i pas– saporti. Dopo lunghissima attesa ml gmn– se risposta ravorevole. Ebbi numeroae or– ferte Oi don81'ie di favori di ogni genere. Ai miei sdegnosi rifiuti venne ancora di più stretlo attorno a noi il cerchio dello brutta ed imbrattata più di un porcWe. Su una tavola giaceva la salma di mio marito · coperta do. un panno e vicini ornno altri quattro cadaveri vc!titi. Erano cadaveri di opo~~~c~~af~~o a~r~g:z~~rtt~i~~~acna~oi~:~ G ,f.ET ,iNO PILATI ì\Iio figlio cor:=eal piano terreno a te– lefonare alla l\tìscricordla, poi risall e guardò so il padre cm ferito in qualche posizione pericolosa clol.co1:p9,Ma.la f.crila, del venlro, che lo dovova portino a J14)r,te,, non si v<:deva,sicohè egli r1sconLròsolo una ferita alla. spalla sinislrn, un'allra nl lnh– bro inferiore, uno terza alla coscia sinistra cd un'ultima alla ~amba.sinistra. Inter.•e– nula la Misericordia, mio marito ru messo. Pt!~d~~~~g':u 0 s~~l!tl~ 0 ri~ ~~~~~agnò al- « Gli Austriaci mi mutilarono ; gli italiani mi hanno ucciso >) L'Ospf'dale ern in grande subbuglio. Il si– lenzio d('\la notte era incessanlf'menle lace– rato dal pauroso urlo delle sirenCldelle au– Lolcllighe eh.e trasportavano feriti e morti all'O:::pedale.Dapperlulto erano fascisti ar– mali. Una signorina, bassa, scccn. con gli oc– chiali, che porLavo.sul grembiale bianoo il distintivo rnscista cercò rii calmare lo stra– zio cli mio figlio; ma invano, chò il povero ragnuo non capiva più pulla e non vnleva intendere r~g1oni. Al bl'igndiere cli servizio che gli doman– dava cosa gli fosse capitalo, mio marito ri– !=-pose : u Gli austriaci mi mutilarono, gli italiani mi hanno ucciso n. Fu sottoposto alla laparatomia. Un pro– iettile al ventre gli aveva foralo cinque vol– le l'intestino. C'era poco da sperare ... Subito dopo che il Cerilo era stato tra– sportalo all'oi:,pedalevennero le guardie del cenlro, poi, dopo un'ora, qurlle del rione. Fecel'o le constatazioni di legge e se ne an– darono... m{~~~at•a1f 1 ~~~~da 3 l~~i}Jo :~rif~~ii ~;:~~~ ~ [~a}~c~~n~icf:1:go~~~r~ai~oC:::~a s~~~~~~l~ pagamenlo. Ci dettero la camera in faccia a quella dove giaceva la salma del Luporini e cho era piena di Casci!'.tiche andavano e ~~~1v;~:..:a~11~~ t f1~~s~e~~1:ueln trgo~t\o;~~ allernativn di disperazione e di speranze, fummo sempre col timore che i fa.scisti di guurrlin alla mima del Luporini volessero ancora fnre altre rapprcsngllc contro il nos!To caro moribondo. Dopo Lrcg\omi di agonia straziante ven– nC'In morti'. La quc;-:.turaci impose di far!' il fune– rale il giorno dopo, in forma risrrvatissima. Soltanto i rarnighari, in un'nulomobile chiusa, J)Olevanoseguire la salma. li trasporlo era stato nssato per le 6 del pomerig-gio; ma arrivò un contrordine e il misero corteo dovclte muoversi con un'ora di anLicipo. Si aveva paura che tutti quelli che ave– vnno amato mio marito, manifestassero in qualche modo il loro dolore e il loro sdegno. TI carro funebre fece la strada fino al cimitero di 'J'rC'i,pianotrascinato al lrollo o Jll'f'ce1l11to e seguito da autocarri pieni di carabinieri. Cionono~laule molla gente era in allesa lungo la slrarla per porgere l'ultimo saluto nl no::;Lro caro mnrito e babbo che lutto la vita aveva dedicata al lavoro cd alla giµ– stizia. Le persecuzioni dopo la tragedia E Lutto non Jlnl qui. Per la morle de! Luporini ora stato impoi:;toagli abitanti del nostro rione di San Salvi di tenere espo– sta la bunclicrn. Quando i ra.:cisti seppero ~~~.m~~:1~ar~~1~dfa~c::;~~·t!~ 1 ~Fi~:~~?a~ol~~t~ potesse significare un segno di lutto per lui. La domi>nicnmallina del , ottobre il Se– nesi stesso ebbe la ~facoiataggine di lace– rare 111 corric:pondcnza che un po5tino ave– va consegnato ad un mio unpiegato. 11Se– nesi crrcò anche di provocarlo. E questo ~~~e es1~~t~u 7 1 iu~~~ 1 ipg,~I gtl~~iggrt~~~~n°Sddi legge. La sera <lollamc<lesimadomcnic3: il Senesi. con allri Cascislidel rione, co.strrn– so il nostro amministrator<'. Fanfani Fer– dinando. ad entrare nrl calJè del Sei:pieri, e con minacce e con violenza vole,a fargli firmare una dichiarazione che si ritirava dalla 110.sLra ditta. L'intervento della mo– glie lo salvò, ma dovette poi ruggire da Fi- sere stati assassinali nella stessa notLodel fe, 0 ;\:ht :ir~~~1~tJo~~ ~ 0 ~~;r:~er~~= porini -sarebbero stati seLte. Ormai in Ita– lia degli operai l'itornanii dal favoro pos– sono essere uooi6i senza che nulla risulti uf~~!~ 1 t;e;~lr~ed~m:;t et~~ :~rl~~~i~i ~;~!f~~~rf_iazf~i~ 0 ~~!e c!11ci~Y!e~at1~; mio marito aveva a poco poco creato. Un osLruzionismo sordo, continuo ci impedi di salvare anche In.rninima parte. Ci venn& negato qualunque lavoro, oi venne tolto il ·~~~tto~ 1 ;i ~~~~n~'st:!zi~~I~d~~t[O:s~~!~ nei di dubbia onestà. %i~~er: 1~~ffei;:~~0 ~a nostra ~ovina. econO- E per un mutuo clie avemmo eia. una. banca nl tasso di oltre I' 11 .por cento con ipoteca sui terreni, fu sparsa in città, ad :irte, la vooe che il governo nvovn olorgito ~ 0 r:~~f 0 ~i{'~taoftc~ffdlt dj Pllatj, -e OJl~ Come si conduce una istruttoria noft~P3o\ 0 f~f~i~i~nft t;}~~n~ 11 ~tf~a;g/eiJ~ ~ur~fl~~:aie~fi:i~~ar!n1t!a raol}z~rQg~~fu\ del Castellani Dino insistendo p&rchè lo riconoscessi per uno degli sparatori. Dis– sero rra. loro cho avendo il Castellani di- !~c~.n~~~Pf~%ci~~o:~l~~e~f;_c~c;:erK0Jf:S~ che dalla foto,itrafla non mi sembrava, ed aggiunsi che l'era inuUle cho si sforzas– sero a trovare i colpevoli. Ormai le aul.o– rilà. non contavano niente. Se non aves– sero -obbedito agli ordini dei rasoisti le avrabbero prese. Era meglio smettere la indecente commedia. Il mandatario era troppo ln allo per essere raggiunto dalla. legge. (Intendevo alluder!) al consolo 'fam– burini, che era ollora il "padrone di Fi– ron~ 11). Il giorno o venne il giudice istruttore Gismondo con Il cancelliere o dopo le so– lito domando ml chiese se veramente Mus– solini era stato nmico di mio marito, per– chè dissero, u .Mussoliniaveva patito t.anLo alla notizia della sua morte"· Risposi cho eran stati amici quando eran compagni di Partilo e che se Mussolini aves!e ser– bato per lui cerlo nffelto non l'avrebbe ratto a$@a~sinare ; pcrchè indirellamente il responsabile era lui. a~~~ ~~~~nJcf~<>J;~i~i~::";~~L;:ndo~1~n}~~ tografie e vestili pcrchè li riconoscessi. E per tre mesi Cui poi chiamata assai spes– so in tribunale e messa a confronto oon dei detenuti. Ma non riconobbi nessuno. Dopo le teste nalalizie _Cui, alle Murate, messa a confronto con uno degli assassini Lo stesso giudice Gismondo mi assicurò poi che quello dovr.va essere staio uno de– gli sparatori perchè i suoi amici lo ave– vano consiglialo a tenere le mani nasco– ste. perchè erano Jacilmcnto ricono:1cibili. Finalmente nel marzo 1026 ml fu pre– sentalo alle Murnlo il detenuto Ermini Corrodi. Senza esitare Tic011obbiin lui il p!'imo che si ora prcsentnto nella camc>ra ~~~ ~tat~llhn~iv:1 1 ~~~e 1!fit~rir~: 0 ;\/;~~~~j~~ dosi sotlo un falso nome quale studente a NON SI AMMETTE IL flfltlo dd Martire ostruiionismO per renderci impossibile la vita. U11 giorno che ero alla Banca <1'Itnliàper ~it~r~~ i~pY!~!l~n~idlnf~r~~Òa ci~ :::n:;1f~ corso le pratiche 3:er concedermi una gros- ~~~r::i.~~~01~1\ fi!i ilh 0 ul:v~ 0 ~i~:~~~~ del,.sovol'no porchè non volevo vendere 11 gàngue di mio marito. Ebbi un colloquio con l'on. Del Croix per ragioni di interesse. Mi profferse di mteressarsi por cercarmi un nvvoeal.oche. mi assistesse al processo. ~on solo Invece non mi procurò nes:1un avvocato, ma da quel momento rni fu imposslbilo lrovnre un legale che accettasse la min cauea. So- ~~r~gp~liu~tuJ~n9:g1fe~~~~-~:1~10R~r~'!;{f:i~ ~~~tidiu~ss,!r:;:;,1. professionista che ne- Nel febbraio di quest'anno venne a tro– varmi il signor Gavazzi Olla\'io. che pri– ma era un socialista fervente cd ora è fa– scista. i\ti disse cho era !òòlatomandato dai parenU dell'Ermini e dal rasci!!LidC'Irione; do11'!1~t~Ji~f:~i~sidj~ ~~!~a~~p~n~~~i~~~~ di convincermi a !'-mentire il riconoscimen– to dell'Erminl. Rie-posiche ml sarei fatta ~~~~ionnfa~zf{ lt!~~Lz~~l~Q e~~ !~diir~.~~a d\~ ccndo che crcdevn che fossi più l'agio– rlevole e che ovrebbn rlrorito lutto ai ra– solsti: ad ogni buon oonlo mi nvvertivn cbe badassi a quello che facevo perchò mio figlio I\C avrebbe scontato le oon!le– guenze. Un mo.se più tardi si presentò a casa nostra l'avv. Pacchi col colonnello Lanari. Onesti due signori cercarono di convin– cermi, con un mondo di buone paroJe e ~!s!~ras~n::n!~~~~~t~'.·r1?ir~~i 0 r: ~~sRi~: zione di PaTtc Civile e parlare di pnce e di..amore chiedendo l'assoluzione degli im– putati dell'os!assinio di mio marito. Co– sl sarei sLata innalzata a simbolo di tutte le madri italiane .... e i miei intere;;si si sarebbero immedialnmonlo accomodnli. Naturalmente risposi loro come doveva rip spandere una donnn fedelf' alla mrmoria del marito as!lac,;sinato.Se ne andarono dicendo che in quPsto modo tulle le porle sarcbb('ro state chiuse per mc e i miei affari sorcbbero andali in malora. Seppi poi che il colonnello Lanari ora sLato mandalo da!l'on. Oel Croix. Giungemmo cosi a pochi giorni dal pro– cèsso. Ii 25 aprilr. ml recai dal mio avvocato. Mi avverll che era stato chiamato nl Fn– scio ed alla Questura. Gli era stato drtto CONCORRENZA Dai gior'llali francesi: « Nella .:::onadel Moncenisio i carabinieri hanno folto fuoco sH mi maiale che aveva ollrrvassata la linea di frontiera». Perchè hanno uccisa quella povera bestia? - Diavolo, perché i fascisti non voulio110concorrenti ... che !òòP. mi Co!!sipresentata al proce~so ?' Chi+"ti ci avrcbbno ritirali i paS'-aport1. Capii che non mi sarebbrro inoltre state risparmiate gravi violcnzc. l\estando a c~!a invece entro 2A ore avremmo avuti i pas– saporti e nessuno ci avrehbo molç!~ali. Compresi eh,.. mi era impo~s1b1lr rr– carmi al proce~~o-. con l'av".oeato. '.\li la– sciai l_)renileredallo scoro.gg1amentoe dc– hbPra1 di restarmi>ne a c.nsa. ~li po:=-ia Jclt.o febbricitante e il dolt. Bnrgollini rilasciò una dichiarazione che per cinque giorni non potevo muovermi dal letto. Saputa la decisione ci vennero conse– gnati subito i passaporti; anzi il Que– store mandò al rnio lotto il cnv. Angiolucol per le pratiche neor,1H1rlo,<lichinrando che ora a mia disposii.ione per tutto quello che mi occorreva. Risposi ohe non doman<lnvo allro che il riconoscimento dei miei diritti. A Chieti inLauto crn cominci~tò i! pro– cesso. li 30 dello ste,iso mese d1 aprile mi giunse un avviso acne Assisi d1 Chieti col quale mi si intimava di pre,entarmi al processo. Seppi poi che questo avvi!òòo era stato stillato u pro forma D e che non doveva venire nello mie mani ; mi era stato recapitalo da. un funzionarlo che evidentemente non conosceva le disposi– zioni. A leggere ravviso ml sPnlii come una frustata sul vi,o. Xon mi riusciva di man– giare e di dormire perchè mi sembrava ohe se non fos!i andata al proce,;;;soavrei tradito Ja memorin di mio marito. Decisi scoz'allro di pnrllre. Saputo questo il Questore mandò ag('.nti a casa mia e rinnovò personalmente le ml– tnacce all'avvocato perchè rimanessi a ca– sa. Andarono alle dicci di sera dai miei cognati ad insistere pcrohò mi convinccs• soro. ,Visto che Lutlo era. Inutile, oi avver– tirono che ci avrebbero tolti i passaporti. Ma ormai ero decisa. E la notte del 2 maggio partimmo. La farsa àella ·giustizia italiana Dopo 14 ore di vl::iggioarrivai a Chieti il 3 col mio ragazzo ed i coinati. Ero in ~rannd~h~~~! R~r:~~e per l'agitazione e la Le Assisi brulicavano di fascisti in ca– micia nera. Dal Pro!idente all'ultimo giu– ralo tutti portavano Il dlstlnUvo. Il pub– blico ncll'nula ora oompo,t.oeseluslvnmentn di fascisti, la maggior parte venuti da Fi– renze. li mio arrivo fece l'eflelto di un Culmine o ciel sereno. Oramai era in tutti Ja con– vinzione che non mi sarei prflsentala. Dietro invito del Presidente raccontai la terribile scena della notte del 3 oU.obre. Alle diverse domando rlspo!i esall~mente 3 d<'I delitto e sulla flgura di mio m~i~o quando fui interrolla. dal rum_ore.alt1ss1: mo degli avvocati, del pubblico o degli 1 ~1~~~~ti~ ~i~~~ ;~~;~~~le~~ ~~~~:~.~e'ct 1 ! ~ica chi era mio marito?» Il Pres1denla impo,.:e~ilcnzio e mi permi~f' di parl~re .. Ricordai allora qual era staia la y1t.a d! lavoro e di studio di mio marito. R1cor~a1 che rra mutilalo di gurrra, nommato tl!U– tantf' di battaglia sul campo e decoralo al valore. Ricordai le au.o rnvenzion! per ot- }gn~!;o1aaif!r8rig~;t';'~~en;r ri;:~~i~~vdee~: ,doni che gli avevano fruttato npve p~em! a vnrio E:.posizionl europee; r1corda1 gli Wff{''éJCe°S~ ~~!;,b: 0 :n d~~~ 0 h 1 :at~cr:~ ~i~~= dni che quando venne ucciso con la s~a. aiiMda dava da vivf\re n trecento ram1- gllo di operai ; ricordai ~uello ohe era •.la– to come padre di famiglia, come oitt.admo o come uomo politico. E rivolto all'Ermini lo Investii : « Questo, vedi, era mio marito. Lui la i:~;~~ ro~n:e h~~It~lifut~ ~ccl~efi~rr N~e~ prnsaQII che uccidendo lui ne ammaz~avl ~~~; p~~agle;~a;vù ~~~ramJ01~!r~rna:lta'; Non !<apeviohe era padre? Ed ora, vedi, \'Ivo d'angoscia e non trovo più pace in nefli1!Un luogo. Ma li auguro che continua– mente la tua coscienza :1in LormenUlt.a B la giu!;tizia divina piombi su di te 11. Infine potei andarmene. VeonPro poi in– terrogali il mio ragazzo ed I miei cognati. I difensori per fare un ricatto non vole– vano poi che io partissi. Solo alle otto di sera - diohiarando che non potevo più. fermarmi per In mia malferma salute -, potei lnsçiaro Chieti. er! 10 srit 1 osafr~~~e~hf'~t~n ~~~~~~:1~fod':cc~~: aveva poluLocompletare la propria. deposi- ~~0;\r!v::agi1 Ji~~:ie i~ 1 u~! 0 \r~~i:r: 0 ~ Chieti udirono dei testimoni avversari che dlce~~:ecn~=n~~ri:bem~1afois~~~iz~i~~eile liberare l'Ermini, dopo il mio sicuro ri– oono;;cimento, e si confidavano le loro pre– occupazioni perchò es!endo tutti i testi– moni fahri, non sapevano come sarebbe an .. data a finire se si foue incominciata. A conoscere la verità • Fra questi testimoni falsi vi era nnehe ~~: irireg:!r.\1°~:fI~itr:;: 1i:r;:ri~i~ 1 ~~ ~~~~~ ~~~~m~~~'sr~mp~~~~\~li 8 ~dP:b~:s:g compenso 250 lire. Egli ha nulo la fac– cia. tosta di va.nt.ar21oneaoohe con me, dicendo che se il Senesi era fuori poteva ringrazlire luiN~ 00 P:r a~~~o 0 r:esg~!ftt'~ s!~~~~!~~ con gran– ;~fa,~~=~,~ll !~l1•~~l. 8 ~~1!o~~h~lrgcnr~ 0 [ !•n~Pf~ lutti i modi di imhrogliarmi e di farmi ~ 11 F 1i;rn~~t~i f~~~~; }~!~~1 8 !)filiPort. d1 pe[~~~~ ~e~t ~fl d~l~cao~Jg· se l'Ermini lo casa i carabinieri. Gli ase,asslnl, tornati avevo conosomlo dalla bocca o dal naso, ~!ltonit~~i;: 11 lne:tr~i;3r~~1:~ 1:,:.~ri~ fod:ie~~ 10:i~o~~~~iul:hda1~ 0 ;.:~~f 0 ~~r:~: gi~r:~i~re in giro con l'automobile J cara.. le persone si ricono!cono dalla faccia. E!a- Dalla aocietà Lloyd Sabaudo ml glun,e sperata poi comprendendo il gioco dei di- una lettera i'n cui ml si avvertiva ehe non ~~~1~~i ;id a~~a~o~rx~~dg~s~/.V~i d;~ofitr:l; potevano darmi i biglietti perehà erano di una donna ammalato, commor-sae scnu !~~~af~~~a\\1i K:1 8 18:~~~l· aWore:dat Ò~!~ ~,:cf~~1·~~t~fd~fl~~ 0 \«;, 0~~ll~vo 5 lra forza u '&tore in persona e si fece intendere. Se L'on. Fera, allora. rlvolg,m<io!Ial Pre- ~gdnt~ aris~~;~i!~ 0 ~vi~~s:~~! 1 dr~:~: !idente, Psclamb : 81, sl, llquldiamoln, 11- lutti quanti. quldiamola "· « Liquidatemi pure, repli- Era troppo grossa quella <Sf ritiraroi i c~~torn:1 c;~i~~leluJ~° F~~:~1:e.c~~ ~g ~~= f;aasaporti dopo averceli concessi. sol.. •fete eondnnnnre l'a!!sosslno ecoolo Il, e,e rf~~~s:~~~ .aflYi~f~ 0 dr:~1a~: ~aji~~! ~:rà v3le\~t~~=~~r:t,c.i sarà un Dio ohe re al processq. Tulti allora si misero a. far bacca.no. !lnJ~1J~~\~ocggfe°snia8.a.ssaportl cl :venner({ ~~~j~ 0 p~~sfà~~1~ 6 01 f 0 d~;:u~i ~• ~~;:~= Alcu~i gtomi .dopo l'asaoluzlone n&lla , !covo' fra gli imputati J'assaMiD'o. Non tro.LLoria. ,B111ncb1 al Madonnone ti, ,.ttatQ nvevo.ancor finito ohe io_ punl.ando l'ln- fnt~o un ba'nobello In onore degll :tàVU. 1 dloe cb}ltl'Ol'Ermlnt - grjdai : ic Eccolo Il, sln 1 ; . • il quarto della prlma fila... "· E' proprio Cera anohe 11nostro ex eo,npagoo CU1- lui rfoonobbo il Preeldente. I tel11. Quando il Prei.ldente mi ohieso .!le non E adeuo ee ne andiamo tootanf .. i ;;!~ 0 anin: ~fcu~t~~:;1~e e~11:1~r~~~Wà AUDEA e BRUNQ PILA'n. . "• .............................. "' •••••••• !Il• ••••••• -- • --··· ---------- LA PAURA FA 90 Qiiota novanJa ! E" la quota del co,i·tc Comit -. pardon, tvoz~o~~::: J ;t~~~~t•::'~'!n~~i:0~,~•1!h!l Luca,, del "The Worl.d n descriu11 - re– duce dall'Italia - le mi11trc di precalllio,u: 'delle quali si circonda n l'uomo che {'Ita– lia ama fino al delirto ", (9ue1te parole 10110di quell 'v.br{ acone {e81o che ri,pond11 al nome di Sandro G-iuliant) : 11 Quando Mussolini compie il quptldlano percorso da casa all'urfloio o viceversa, nu-– merosi agenti in borghese lo precedono, al- ~r~. 1 f ~:i;~/~f~~~ 1 d 0 1~:i;r~it~;~~al~~ s~gf11~; percorso sono stati obbligati o. dare fa lista dettagliata delle loro finestre e delle per– sone che giustifloatamente potessero af- facciarvisi. · br;/a°nirrotti!i~~n1~:~!doori~ fJ!~~l}o~~:: zione del loro partito. Si assembrarono In gran numero nella piann'adiaoente al mio hOtel. Io ('rO sicuro di poLermi godere lo wi;;~~~ 1 ~ut~i 1ì'1~:goi 1 d~l~~ecl,~b;~:10~ 0 é ad 1 !Wt0~1 r sr:rr:!~1/~,~ni{iW J~c~~g~ apparl a!Talto in piazza. "Il mio barbiere, che è un fervente ra– scisla ed indo!sa con presunzione la cami– cia nera, il giorno dopo mi disse ch'era 5t.a– to arrestato appena Cuori dell'hOLelmen- ~~':nto;i~Ia t!r~T1\gi~;N°~a 1 :1i:~~ 8 ~:!o1~~: menre inqua.drnlo agli ordini del suo uffi– ciale P perchè sprovvisLodella cnrta d'iden~ lilà. Il suo ragazzo ru più fortunato di noi perchè vide il duce nllo nuovo caserme fa– sciste. Il ragazzo che I- solamente ottenne, vi era stato condollo a~sleme ad altri ado– lescenti costituenti i cosldctti « bnlllla II o con essi, prima dell'arrivo del duce ero stato allentamento perquisito. ;~~:d~~t\ ni~ r:s;~iN:.i~~v~~!lt ~~i!~t 0 1i mio barbiere, sono ilrmati con ruo11ie ba– ionette. " Prima dell'ultimo attentalo il duce era :rli!~a °Jt;;~~~e 0 sgddl~f:zi~1J)~~~ 1 ~~~1~i~ nere erano contenlo di udirgli dire che os1:e sono il sale della I.erra e che presto l'avreb- ~J~n~t~~!~~~~o~afi~àe~~:it1°a,~1\\nio~•i r~~~ vore, cementava la foro fedclatà, e alimen– tava la loro idolatria. "Questi giorni di coniatti personali sono finiti per sempre. Il piccolo braccio che spnrò un colpo di rivoltnlto. al corpo coroz– znlo del duce vestiva la numica nera. I( Nessun zar, nessun sultano, nessun rhnh, nessun Imperatore romnno ru m:u cos\ a~lontamente gunrdnlo da un corpo di r!~i.rteci~e~~~ 11 è\~e~~r~~ 1 ~r tr~ghc~),H~: lia, è che nf's:=unuomo fu mai cosl appa- 1cntemenle i,;olato dalln vanagloria come lo è :\fusso1ini. La .ma stampa - In sola stampa esistente - lo adula e lo esalta in ogni edizione. Lo stes&ofanno i poohi che sono ammessi alla sua presenza dai sico– fanti ai diplomatici. Perfino il principe Umberto, etcde apparente, scatta in piedi al suono di "G1ovinezzn n, l.'inno fasci– sta u. Tu bai pagato l'abbonamento ? T'immagini dunque che la Li– berta viva di sovvenzioni segrete? Oggi stesso fa il tuo dovere e manda l'abbonamento. POETI D!~EGI.E FASCISTI Francesco P41tonchl. Biondo, grasMccio, elegante com( UIJ commeuo vi<Jggiato,-e 'cl•gtmte, bel didto. re di ve,-,& « s11oi e di altri 1ommi D - df ~d'~:av°;;~tf :;,~,.";~ue,-e net r,utnife1to Di ,uoi Ila una (ilostra di Amore - rac– colta di II saggi metrici n tra cui 6 il Pc• &co, il (amo,o Pesco. Passato rapidamente :~~a°l~~~i~~$:~V~~~~Vaqwtf:t~CV~t:o,:; (Jr088a camelia bianca all'occhiello : i con-- ~'fc~n~,iS[,°/;::::~nf~! ~~C i ::n~~ ~~ riti.Ssimo. ch~a;!:~;:;r;ic:r\u°:foet;~ll;~~a u~&f:::'~: sopvortabile dei 1uoL verli. 5,. Ta'ntalo nel ·corrlere della Sera non. ha tradito questa a co&a11ista » che è Pa... ,tonchi) Pastonchi gli avrebbe detto: • l4 'dfsclphna. politica b la me11aagef'a 'atll<i rea.i:1onc m arte, Prc6to cono.!ccremoche sia veramente Libertà in arte : cioè spon– taneo biso(Jno iii sotlom ~tter.ti alle leag( ".;: Canone poetico in CHt vot rico1101ctt,-ete .tubito Omero. Doni~ Shakc,pear-c, ShtUev. Leopardi, Heirie, Goethe, Hu(Jo, Verlaine. Una uolta Pcutoncht ,coppll, con un a... mica che lo ricorda, in que,ta lfupMidts co11fcssio11e: - Ah I che ai-and{; poeta io ,aret ,~ a-– veisn qualcosa ria dire. Ora .sJ?era di aver trovalo con la 'dUcipU.. na pohttca qualcuno che oli dia qualche. co.. ,a da dire... .. •. Egli domanda una conimiolonc ili poe... ~~!foft~ d.:f~,{~~t :Pa 0 :Jf;f niif~r:'"~~ s1olto, cui Mus,oUnt ha fatto la 1m:fq;,ione, Che muio, oh I Muse I I militi fascisti banno diritto alla paga anche sanon lavorano Questa è buona I TI M_inisterodello Corporazioni pubblica u~ia 01rc~lare per lamontare che ei sono ~~l~~. r 5~~~e~o g\! s~r:!~d~o~ :dctrim~; ~ggt~ce~~~n; 1 ~!~~~Lfdi~e:a~g~~ :~~~fei~ mandati d1 servizio nella milizia Cascista. «.Questo M~nislcro ritieno opporLuoo - agg1u~go.In circolare - allo scopo di evi– tare mgrnsLi apprezzamenti delle ratoni f:csm:ran°a~ 05 !~~~~1~~sf 1 id:f pl~~~~; i c1!; le dit~c organizzate abbiano present~ che la chia~a~a alle armi per mobilllazione uella Milma volontaria della Sicurezza na– zionale non deve autoriuarQ la so:1pen .. sione della paga". Oh cari signori industria.li ohe avete' voluto. la :Uilizia, pagatevela I Da una lettera privata : 11 Svolgp il mio lavoro piano piano pe,-. c!',è la s1tum;ione finanziaria I desolante. .1, essun forestiero. L'e1po,i.:::iont: voltiaria ,m fallimento. !'ff'gli hotel, tre o qu.attr~ {JaHi. Gli industriali clte ilanno male 411 mancario di lavoro e di denaro. E quel ch'è peg(Jio: ognuno veèle ancora niù ne,-o per _quel che ,i app,-o.t.tima »,

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