plesso di subordinazione nei confronti del PCI, non porrà il partito di maggioranza relativa di fronte all'alternativa rigida o di dividere davvero il potere su basi di dignità e di efficienza con i suoi tradizionali alleati, o di cedere alle lusinghe minacciose del PCI, mettendo a repentaglio, con la propria, la sopravvivenza stessa della democrazia nel nostro Paese. Occorre pertanto che tutte le forze migliori che militano, si riconoscono o semplicemente gravitano intorno a PSI, PSDI, PRI. e PLI evitino di lasciarsi attrarre in una sterile e controproducente polemica intestina sulle responsabilità per la soluzione della crisi di governo, indubbiamente tra le più infelici che si potessero immaginare se non altro per i gravi elementi di divisione che introduce, soluzione che non a caso è nata in casa democristiana, risponde a interessi democristiani e appare del resto destinata a breve durata. È necessario invece che in questa area si apra un serio, approfondito e pubblico confronto ideale e programmatico, dal quale esca finalmente una proposta comune ai quattro partiti per invertire la marcia che sta portando il Paese al disastro. Solo così si può sperare che in futuro la DC si trovi facilitata e costretta insieme ad operare una vera scelta, che valga a far uscire la società italiana dalla paralisi che l'avvilisce e la degrada. LETTERE I Oltre la proporzionale CaroSavelli. il sig. La Scala di Milano, sul n. IO del Leviatano, dimostra una preoccupazione, a mio parere del tullo infondata, per le sorti del sistema proporzionale. E chi, ora come ora, avrebbe interesse a modificare un così ammirevole capolavoro dell'ingegneria istituzionale? Non i piccoli partiti che si definiscono laici, che anche solo da una piccola correzione del sistema (che ad es. stabilisse, sul modello tedesco, che con meno del 5% dei voti non si ollengono seggi in parlamento) sarebbero costretti a rimettere in discussione divisioni storiche a cui tengono più che alla pupilla dei loro occhi, nonché l'abitudine, anch'essa storica, a finaliu.are le loro-manovre politiche a rubacchiare un po' di voti nell'orto del vicino più prossimo, rinviando a un domani remoto ogni scontro con DC e PCI; che d' a/fronde le• loro dimensioni non consentono. Tanto meno hanno interesse a correggere la proporzionale la DC e il PCI, che dallo spezzellamento del 'area intermedia hanno da guadagnare il proseguimento indisturbato delle pratiche che gli consentono di egemoniu.are l'uno il governo fonnale del Paese, e l'altro l'opposizione; collaborando di fatto, sollo le cortine fumogene dei loro finti scontri, a rovinare il Paese. Quindi ci terremo la proporzionale pura, la nullità operativa dell'area intermedia che essa preserva, e che neutralizza politicamente le elaborazioni culturali degli intelle11ua/i più IL LEVIATANO Altrimenti, l'unico modo di allontanare lo spettro del compromesso storico, ammesso che e fin quando ci si riesca ancora, sarà quello di perpetuare indefinitamente l'egemonia schiacciante della DC, con tutte le magagne che da tempo ormai l'accompagnano, rese sempre più acute dalla mancanza di meditati ma risoluti interventi. qualificati che gravitano intorno alla area. I quali peraltro, quando le cose sembrano mettersi davvero male, si dividono in due grandi schiere: quelli che pregano lddio che sia scongiurato il sorpasso e che poi la DC si laicizzi e si rinnovi, sollo la guida di Toni Bisaglia e di Arnaldo Forlani; e quelli che sperQno che Gerardo Chiaromonte, Giorgio Napolitano, Franco Rodano e Salvatore Sechi conducano a buon fine, in concorde discordia, il processo di democratizzazione del PCI, che notoriamente si sviluppa da lunghissimo tempo e procede di bene in meglio.fra un viaggio di Pajella ad Addis Abeba e uno scalo di lngrao a Mosca. Ma varrebbe poi davvero la pena che i partiti intermedi, per il ghiribizzo di presentarsi uniti su poche, elementari proposte di. risanamento e di ammodernamento, ci privassero di una così ricca dialettica politica, e di guerre d'ingegni così graziose? Luigi Tosi, Firenze Voilà Voltaire Caro direttore, è un momento difficile per le forze dell'area di democrazia laica. La loro frantumazione, la tendenza, che sembra prevalente, ad accentuare le differenze, e a dimenticare le possibilità di convergenza, riducono, al di là del nonnale, il peso politico della parte pilÌ moderna del paese e favoriscono l'immobilismo pressoché totale del nostro sistema politico. Consci di questa difficile situazione politico-culturale, il gruppo di amici, per lo più giovani, che si è radunato attorno a «il Voltaire», un centro culturale di recente nascita, si è posto come obiettivo di favorire la stimolazione e il recupero della dimensione rifonnatrice del migliore pensiero laico. Un lavoro, quindi, di analisi e di dibattito dei problemi italiani, nel solco della concretezza e del pragmatismo proprio della tradizione liberaldemocratica e socialrifonnista. In questa prospettiva le istituzioni rappresentative della democrazia occidentale divengono l'unica garanzia per la libertà degli individui e per l'autonomia della società civile nei confronti dello Stato. Un rapporto, questo tra Stato e società civile, che prevede una economia liberale consapevolmente programmata, ben diversa da quella mescolanza di keynesismo e populismo realizzata dal partito cattolico. Vale a dire la programmazione come necessità. senza la quale si resta vittime di quella logica settoriale e/o corporativa, tipica dei grandi partiti di massa, che sbarra la strada al rifonnismo, aprendo invece quella, che stiamo ancora percorrendo, del capitalismo burocratico ed assistenziale. Il gruppo de •il Voltaire• intende situarsi quindi, nell'area di democrazia laica, liberale e socialista, intendendo il laicismo non solo nel senso della distinzione e separazione di ruoli tra Stato e Chiesa, ma anche nella accezione più vasta, di laicismo come rifiuto di ogni tendenza politico-culturale di tipo confessionale e dogmatico. In occasione dell'inizio della propria attività esterna «il Voltaire• ha inteso dedicare ai problemi di politica internazionale, con particolare riferimento al ruolo dell'Europa, un ciclo di tre incontri-dibattito. Inoltre, al fine di avvicinare la maggiore •audience» possibile, il centro culturale si servirà di una emittente radiofonica che è attualmente in allestimento presso il centro stesso, e della diffusione di autonome pubblicazioni. •Il Voltaire•, Roma J
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