Il Leviatano - annno II - n.13 - 8 aprile 1980

EDITORIALE Divisi dal potere dc Ù VICENDA DEU'ULTIMA CRISI DI GQ. vemo dimostra quanto sia urgente una iniziativa politica che ponga le premesse per una ristrutturazione radicale delle forze dell'area laico-socialista. Questa area, che complessivamente raccoglie il consenso di circa un venti per cento dell'opinione pubblica, si presenta lacerata da una profonda divisione tra chi nulla crede si possa fare senza il preventivo recupero delle forze che nel PCI si muovono, con un processo revisionistico, verso la rottura con il blocco sovietico e l'adesione ai valori della democrazia occidentale; e chi ritiene invece che, proprio per accelerare questo recupero, occorra che le forze riformiste dimostrino di volere e di sapere condizionare la OC, del tutto autonomamente dal PCI, nel senso di ripristinare le condizioni di quel «buon governo» di cui il Paese ha così pressante bisogno. Ma questo stato di divisione all'interno dell'area laico-socialista ha un effetto paralizzante, sicché, senza un cambiamento di rotta, è facile prevedere che le sorti della vita pubblica seguiteranno a giocarsi tra OC e PCI, e che né l'una né l'altra delle strategie dell'area laicosocialista avrà la capacità di incidere sul corso degli eventi. Da sola infatti a poco può servire la denuncia, che pure va fatta instancabilmente, del malgoverno democristiano e della perdurante ambiguità e pericolosità dei comunisti. Non è qui il caso di stare a ripetere le ragioni della non affidabilità del PCI. Del resto, se si ritenesse davvero di poter fare affidamento sul PCI, immediatamente o a brevissimo termine, per correggere i mali di cui soffre la democrazia in Italia, ne seguirebbe in buona logica che l'esistenza di un'area laico-socialista sarebbe destinata a diventare contemporaneamente del tutto inutile, perché le esigenze che essa rappresenta sarebbero ormai fatte proprie dal PCI, al :ui successo quindi tutti i cittadini di orientamento riformista potrebbero e dovrebbero sforrarsi di dare il massimo contributo. Un'area laico-socialista politicamente autonoma, sia dal PCI che dalla OC, in tanto si giustifica in quanto né il PCI è in grado di arrecare allo Stato il consenso delle masse che in esso si riconoscono senza far correre un rischio gravissimo alla democrazia, né la OC è capace di attuare al suo interno, e quindi nello Stato, quelle p~ofonde riforme di comportamento senza le quali anche 2 la sopravvivenza delle istituzioni IÌbere, che finora la OC ha pur garantito, rischia alla lunga di venire compromessa irrimediabilmente. Ostinarsi a porre sul tappeto la questione dell'ingresso del PCI nel governo a breve scadenza come assolutamente pregiudiziale per assicurare un rinnovamento profondo, oggi poi che a questo obiettivo la situazione internazionale oppone ostacoli insormontabili, significa lavorare di fatto per la cristillizzazione a tempo indeterminato dell'ormai più chè trentennale egemonia democristiana, e quindi favorire l'ulteriore degenerazione e degradazione della vita pubblica, invece del suo risanamento. Un gioco delle parti tra correnti favorevoli e contrarie · all'ingresso del PCI nel governo è del tutto comprensibile all'interno della OC, in quanto serve a questo partito per perpetuarsi al centro del potere: è incomprensibile tra i partiti della area laico-socialista, in quanto serve solo a mantenerli in una posizione subordinata. SJ)O" stando a volta a volta le proprie alleanze dai fautori dell'una a quelli dell'altra ipotesi, la OC riesce infatti a non lasciarsi mai ingabbiare nella logica di nessuna delle due strategie; al termine di ognuna delle quali potrebbe profilarsi il superamento della sua egemonia a vantaggio dell'alleato che con quella strategia totalmente si identifica. Lasciando balenare la possibilità di un successivo ingresso del PCI nel governo, la OC ha così ottenuto l'appoggio di questo partito contro l'ala craxiana del PSI all'epoca dell'ultimo governo Andreotti, poi quello del PSI contro il PCI con il primo governo Cossiga; oggi punta esplicitamente a inasprire le differenziazioni e le polemiche tra PSI e PRI da una parte e PSDI e PLI dall'altra, facendoli apparire divisi da contrasti insanabili, quando invece a tutti dovrebbe esser chiaro che i valori fondamentali cui tutti questi partiti si richiamano, almeno nelle componenti maggioritarie - la democrazia occidentale, l'europeismo, la solidarietà atlantica in primo luogo - sono comuni. . Poiché il CO!}dizionamentodella OC ad opera d1 un PCI divenuto parte determinante del governo non è _nell'ordine delle cose possibilie qualora lo diventasse precipiterebbe il Paese prima ne~ caos poi nella dittatura -, il potere pressoche assoluto della OC ha buone probabilità di potersi protrarre fin quando tutta l'area laico-socialista, uscendo dal masochistico com8 APRILE /980

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