Il Leviatano - anno II - n. 12 - 1 aprile 1980

politiche congiunte. La proposta di portare alla presidenza del governo un socialista è venuta dai socialdemocratici e poi è stata ripresa e confermata dai liberali e dai radicali. Insomma, nella direzione di un avvicinamento tra le forze socialiste e di ispirazione liberale hanno giocato tutti gli elementi del «nuovo corso», a questo scopo sono state consumate buona parte delle sue energie. Se tutto questo ha una logica, se si vuole che questo lavoro abbia uno sbocco coerente, occorre una minore nevrosi sul problema comunista: lasciamo che la storia lavori ai fianchi il movimento comunista internazionale, ne modifichi i termini generali; smettiamola di rincorrere la buona volontà o la furbizia o la reticenza di questo o quell'altro dirigente comunista. esaltare il ruolo dei socialisti, con una richiesta della responsabilità della presidenza del consiglio che in queste circostanze avrebbe una sua consistenza e serietà; avrebbe il buon effetto di portare i socialisti al loro congresso liberati dagli incubi e dagli esorcismi sull'esperienza del centro-sinistra; e infine avrebbe il grande merito di non permettere che la Democrazia cristiana risolva, con il bipartito, tutti i suoi guai. Se non si va al pentapartito la DC ottiene, tutto insieme, di non passare la mano della direzione del governo, di tenere buona con tipica ambiguità I'opposizione Zaccagnini-Andreotti nell'ammiccare ai comunisti, di scaricare all'interno delle forze laiche e socialiste la sua divisione. Non si vede davvero perché ci si dovrebbe incamminare verso una formula di cheek to cheek con la Democrazia cristiana. In cambio solo di qualche ministero in più, i socialisti entrerebbero in un'alleanza in condizioni di evidente sproporzione, il 10%contro il 40% del loro partner, il quale ha in più decenni di esperienza governativa alle spalle. È davvero utile trasformarsi in una facile e fatale preda del gruppo dirigente della Democrazia cristiana? Ciò che serve è riprendere le fila della riorganizzazione delle forze laiche di progresso, per trattare energicamente con la Democrazia cristiana senza avventurarsi in accordi separati; con la prospettiva di modificare in questo modo anche ledotazioni elettorali dei due grandi partiti che pietrificano da quasi mezzo secolo la vita democratica italiana. Tra l'altro il pentapartito avrebbe oggi anche l'aspetto non secondario di Carlo Ripa di Meana LEITERE I Un lettore disattento Signor direttore, credo di capire da vari articoli, sia di politica interna e soprattutto negli editoriali, che l'immagine e la realtà degli Stati Uniti d'America sono spesso oggetto di aperto quanto dichiarato amore da parte vostra. Efin qui niente di male, anzi. Non si capisce, invece. perché non mostrate altrettanta fiducia quando nella realtà politica si finisce per porre la questione dell'Europa comune. Carlo Basi, Trento Per le Olimpiadi Egregio direttore, mi meraviglio oltre modo che U Leviatano si sia particolarmente distinto nella battaglia per il boicottaggio per le Olimpiadi di Mosca, ed è partendo dal 'intervento in merito di Antonello Trombadori che prendo le mosse per riassumere i motivi fondamentali di questa mia sorpresa: I) le Olimpiadi offrono per la prima volta la possibilità, a tutti, di poter liberamente accedere in URSS, poter conoscere a fondo la realtà di quel Paese, la gente, poter scambiare con IL LEVIATANO loro esperienze, opinioni, avviare un confronto; Z) è indubbio che da questo confronto il racconto e l'esperienza di migliaia di persone provenienti dai Paesi occidentali uscirà largamente vincente e sarà un contributo prezioso per ogni abitante di Mosca; 3) per ta· prima volta i giornalisti potranno circolare per le strade della capitale sovietica, intervistare la gente, descrivere la realtà, seppure presumibilmente «camuffata» per l'occasione, di un popolo stanco di un'oligarchia dispotica ed arrogante;4) per un giornale di un gruppo di intellettuali che si battono per il pieno rispetto dello «Stato di diritto•, il boicottaggio dei giochi olimpici di Mosca rischia di apparire una posizione debole e subordinata ad una logica da guerra fredda propria di un periodo storico che non può essere il nostro, nel quale l'arma più grossa che le democrazie devono saper usare sono la forza e la circolazione delle idee. Marina Usmani, Bergamo 'TRA I COLLABORATORI DEL «LEVIATANO» GIOVANNI ALDOBRANDINI • GIU· SEPPE ARE - DOMENICO BARTOLI - GIUSEPPE BEDESCHI - ENZO BET'!I· ZA - PAOLO BONEITI - VENERIO CAITANI - LUCIO COLLETTI - FRANCESCO COMPAGNA - VEZIO CRISAFULLI - RENZO DE FELICE· PAOLO DEMARTIS - SIRIO DI GIULIOMARIA - GIANNI FINOCCHIARO • ALDO GARO• SCI· ANTONIO MARTINO· PIER CAR· LO MASINI • NICOLA MAITEUCCI • RENATO MIELI • SANDRO PETRIC• CIONE • ALDO G. RICCI • ROSARIO ROMEO • ALBERTO RONCHEY • DOMENICO SETTEMBRINI - EGIDIO STERPA - GIUSEPPE TAMBURRANO • PAOLO UNGARI - GUELFO ZACCARIA Abbonatevi al «Leviatano» Abbonamento annuo: L. 20.000 Abbonamento semestrale: L. 11.000 Conto corrente postale n. 58761008 intestato a «Il Leviatano» via dell'Arco di Parma 13- 00186 Roma J

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