... ..-r .. ._.■ _... ..-r .... ■ ... ■ --~ ... - ... ■ --~ .. . TERRORISMO Figli di nessuno TRA UN FUNERALE E UN'AS~ semblea, tra uno sciopero e un corteo, l'opinione pubblica, e quella di sinistra in particolare, si interroga in termini sempre più drammatici e angosciati sull'origine e sulla natura del terrorismo. Sull'«Espresso» del 23 marzo vengono riportate le opinioni di Giampaolo Pansa e di Giorgio Bocca, entrambi autori di libri sull'argomento di imminente pubblicazione. Senza potere per il momento tener conto di quanto verrà pubblicato su questi volumi, le tesi di fondo dei due giornalisti sono già abbastanza chiare. Per Pansa il terrorismo è figlio esclusivo del movimento nato dal '68; non ne è certamente l'unico figlio (nel senso che dal movimento sono nate anche altre cose), ma non ha altri genitori. Pansa ricorda l'ambiguità e lo equivoco che circondò l'atteggiamento della sinistra in tutte le sue sfumature durante questi anni nei confronti del fenomeno terrorista. Prima non volendo riconoscere l'identità dei nuovi protagonisti del terrorismo; poi consolandosi con l'ipotesi di una congiura e di una provocazione da parte del sistema; infine rassegnandosi a identificare i terroristi come «compagni che sbagliano». Pansa sottolinea con molta efficacia lo stato d'animo di sottile compiacimento che serpeggiava in buona parte della sinistra per le prime imprese brigatiste, quando erano dei sicuri «nemici del popolo» a essere colpiti. È stata necessaria la morie di esponenti della sinistra perché la massa cominciasse ad aprire gli occhi e venisse in chiaro l'assoluta e incolmabile estraneità della violenza del terrorismo rispetto alle esigenze della sinistra. Per Bocca la spiegazione è una altra. D'accordo con Pansa sui ritardi della sinistra nella comprensione del fenomeno, Bocca ritiene tuttavia che la sua origine risieda principalmente nel «Palazzo». Prima nei complotti che hanno portato al terrorismo di IL LEVIATANO Stato e alla strategia degli opposti estremismi, poi nella corruzione e nel disfacimento che hanno caratterizzato le «istituzioni» in questi ultimi anni, dando al fenomeno terrorista dimensioni e peso altrimenti impensabili. È evidente che le due interpretazioni guardano il fenomeno da due angoli opposti: i protagonisti del terrore nel primo caso, il quadro entro cui si muovono nel secondo. È altrettanto evidente che dalle due analisi discendono terapie opposte, anche se forse complementari, per la cura della malattia. Quello che va sottolineato è che mentre la prima interpretazione, pur se insufficiente, guarda alla specificità del fenomeno italiano, la seconda punta invece il dito su delle condizioni «oggettive» (la corruzione e il disfacimento) che tanto specifiche non sono. Vi sono e vi sono stati Paesi corrotti e in sfacelo (anche più del nostro) che non hanno avuto fenomeni di terrorismo, così come vi sono stati Paesi che hanno avuto il terrorismo senza per questo avere né la corruzione né lo sfascio delle istituzioni. Dunque la miscela è più complessa e in parte ancora da analizzare. Certo corruzione e sfascio sono un buon terreno di coltura, e Bocca ha anche ragione a ricordare la complicità del potere politico, della stampa e della magistratura che per anni hanno visto forme di lotta insurrezionali e antistituzionali senza alzare un dito; ma la premessa è stata certamente un'altra e va cercata nella tendenziale collocazione fuori del sistema che ha caratterizzato la sinistra italiana, nella sua prevalente componente comunista, in questo dopoguerra. Questo ha favorito l'inamovibilità e la corruzione del potere democristiano e l'estremismo corporativistico, anarchico e distruttivo delle lotte sociali di questi ultimi anni. Date queste premesse, data questa sinistra ibernata e antistituzionale, il movimento studentesco e sindacale dal '68 in poi ha potuto certamente provocare la scintilla del partito armato. Il fantomatico «Stato imperialista delle multinazionali• di cui favoleggiano i brigatisti e ai cui rappresentanti sparano, non è altro che l'odiato «sistema• o «Stato• che la sinistra e la sua cultura ha sempre pensato (dentro di sé o esplicitamente) che si abbatte e non si cambia. Per sconfiggere il terrorismo occorre riconoscerne tutti gli ascendenti. Non basta perseguire i colpevoli. Serve quindi anche una mentalità istituzionale e di governo, frutto di un'autocritica della sinistra, che le permetta di togliere tutti i suoi scheletri dal1' armadio e presentarsi ali' opinione pubblica come un'alternativa valida e praticabile. DISSENSO . Sacharov . pisano DAL 18 MARZO ANDREI SAcharov è cittadino onorario di Pisa. A differenza che a Torino, Pavia e Firenze la decisione è giunta dopo una vicenda travagliata, che aveva visto lo scorso mese il rigetto di una prima proposta,con 20 voti comunisti contro 20 democristiani, socialisti e repubblicani. Ma la questione non si è chiusa: un documento di protesta ha ottenuto in pochi giorni, nonostante la completa assenza di impegno dei partiti, la adesione della stragrande maggioranza degli insegnanti di quattro scuole medie superiori. Mentre questa campagna di opinione era in pieno sviluppo, la questione veniva riproposta al consiglio comunale: · Questa vicenda ci sembra una prova inquietante di quanto il richiamo della giungla stalinista si faccia sentire, al momento opportuno, fra i quadri intermedi del PCI. Ma anche, per fortuna, un indice della ribellione di settori d 'opinione, finora esitanti o disorientati, al conformismo compromissionario, e di una crescente sensibilità al significato universale della testimonianza e del messaggio del dissenso sovietico .. 11
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==