Il Leviatano - anno II - n. 11 - 25 marzo 1980

enumerando? Sarebbe ingiusto dire che si è trattato di puro orpello. Ma bisogna riconoscere che «non con parole si mantengono gli stati•! Bastava questo nuovo lustro propagandistico e culturale per combattere con successo le tendenze degenerative che si sono consolidate nell'economia e nella politica economica italiana? Qual'è stato l'atteggiamento reale verso i principali fattori di esse? L'attuazione pratica di questa ineccepibile deontologia avrebbe richiesto intanto un atteggiamento diverso verso i sindacati confederali. La Confindustria negli ultimi anni ha fatto di tutto per legittimarli come gli unici interlocutori non solo reali ma possibili, nella speranza di consolidarne la rappresentatività e l'influenza sulla loro base, in modo da poter contare sui loro impegni per quanto riguarda i comportamenti delle varie categorie. Per questo scopo essa ha pagato conti salatissimi, in tutti i contratti nazionali, accondiscendendo a una sequenza di richieste che erano in stridente contrasto con tutti le professioni di fede liberista e antinflazionista contenute nei documenti e discorsi programmatici. Così nell'accordo sull'unificazione del punto di contingenza del 1975,fieramente e giustamente avversato da La Malfa. Così via via fino all'accordo sui metalmeccanici della primavera scorsa. Sempre si è trattato di concessioni non volute dalla massa degli imprenditori. che però non venivano consultati (ecome avrebbero potuto esserlo?). ma sollecitate dalle pressioni della maggiore impresa privata italiana. che aveva le sue idee sul come gestire le relazioni industriali in Italia. Ma con quali risultati? I fautori di questo approccio forse iscriverebbero a loro attivo la «linea del1' Eur». le ramanzine di Lama agli esagitati della FLM e una certa quantità li e quantitativi sono fossilizzati dal 1%8 da accordi burocratici di vertice; che per questo era ed è sempre più contestato da gran parte dei suoi aderenti; che, anche per questo, era sempre più sfidato dall'esterno in molti importanti settori dai sindacati autonomi. L'accreditamento era dato a un sindacato che nelle sue strutture interne è tuttora il meno democratico fra quelli delle democrazie industriali; nel quale decisioni di enorme rilievo per i suoi associati e per il paese sono prese in alto e poi ratificate assemblearmente, senza la fondamentale garanzia democratica consistente altrove nella consultazione preventiva della base a voto segreto; che è ancora l'unica grande realtà del paese che si sottrae, e non proprio con educate argomentazioni ma col ricatto della forza, al dovere di dare un assetto costituzionalmente giustificabile all'enorme potere di fatto di cui si è impadronito. Su molti di questi punti che investono direttamente la funzione e la legittimità del sindacato la Confindustria, pro bono pacis, non si è mai pronunciata; su altri lo ha fatto in modo tiepido, generico, occasionale. Mai una battaglia di principio. Neppure su una questione a ben vedere cruciale per qualificare la sua di proclamazioni di ragio- VITTORIO MERLONI E GUIDO CARLI nevolezza: cioè un contristessa rappresentatività: quella della sovrapposizione dei contratti aziendali a quelli nazionali di categoria e della situazione di totale anomia che ne nasce per il nostro sistema di relazioni industriali. Tutto ciò è stato un tentativo di pacificazione perseguito oltre tutte le smentite dei fatti? O era fatto con la cinica riserva mentale che quanto si concedeva da un lato si sarebbe recuperato dal1'altro con l'aumento dei prezzi? Parlare di un partito dell'inflazione in termini demoniaci come fa Amendola è forse sbagliato. Ma certo l'inflazione è stata accettata implicitamente dalla buto a quella ridda di formule vuote che ingombrano la scena politica italiana. Non potrebbero seriamente annoverare comportamenti concreti nella vita delle aziende. Non vi è un solo imprenditore fra ledecine recentemente intervistati da I/ Giornale che abbia potuto segnalare una svolta, o anche solo una coerente e durevole mitigazione dell'atteggiamento sindacale per quanto riguarda la flessibilità del lavoro, l'impulso alla produttività, la lotta decisa alla disaffezione e alla sprofessionalizzazione, l'ostilità alle forme più avanzate e civili della democrazia industriale, la gravezza delle cosiddette piattaforme integrative aziendali, etc. Del resto se tutte le statistiche che la stessa Confindustria pubblica sul calo di produttività e di competitività rispetto ai concorrenti esteri hanno un senso, esse significano soltanto questo: che anche per questo verso lo sforzo di istituzionalizzazione e addomesticamento della triplice sindacale è fallito. Le concessioni e accondiscendenze erano fatte a un sindacato che nella più benevola delle ipotesi non garantiva affatto del comportamento reale della sua base e anzi dei suoi stessi organi settoriali o periferici. Un sindacato i cui rapporti interni in termini strutturaIL LEVIATANO Confindustria come la linea di minore resistenza per sottrarsi almeno a una parte delle difficoltà che l'attanagliavano, invece di impostare una battaglia di ruolo che costringesse tutti a mettere le carte in tavola e chiarisse le responsabilità delle parti nelle distorsioni economiche che andavano ingigantendosi. Il secondo fronte su cui la Confindustria è uscita in fondo perdente dalle vicende dell'ultimo lustro è stato quello del comportamento della classe che rappresentava. Essa condannava l'incessante sforzo della classe politica di infeudarsi la libera impresa, di distorcerne la natura e gli scopi organici. sì da rendersela docile strumento della propria volontà di tutela, controllo e manipolazione della società civile. E certo la grande maggioranza dell'imprenditorialità non aveva e non cercava l'occasione di contaminarsi con questi impuri contatti, anzi viveva in aspra frizione quotidiana con i guasti che la partitocrazia spargeva a piene mani sul suo cammino. Ma non tutta viveva da casta Susanna. Facevano pur parte del fronte imprenditoriale privato quegli avventurieri che hanno speculato su questa perversione del sistema politico, che vi si sono amalgamati simbioticamente, creando mostri che 5 ..

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