munista italiano Berlinguer, annunciato in questi giorni con gral!.- de rilievo da entrambe le parti? E senz'altro probabile che ci si trovi soltanto all'inizio di un lungo pro cesso di rivelazioni e correzioni di rotta destinato a durare a lungo e probabilmente a culminare nel prossimo congresso del partito cinese. Ma è anche probabile che la conclusione non sia una «demaoizzazione integrale» (così come in Unione Sovietica non vi è mai stata una destalinizzazione integrale), ma piuttosto un ridimensionamento della figura e del ruolo del leader cinese nella costruzione della Cina di oggi. Impegnato a ripristinare il ruolo del partito nella modernizzazione del Paese, l'attuale gruppo dirigente, nel quale assume sempre più peso il vecchio Deng, che continua a collocare suoi collaboratori nei posti-chiave, non può fare a meno integralmente della figura del Padre della patria senza incrinare pericolosamente anche le basi del suo potere. Può però farlo scende re di qualche gradino e collocargli accanto gli altri «padri» (in particolare Zhou e Liu) dei quali gli attuali dirigenti si sentono più diretti discendenti. Aldo G. Ricci MUGABE Divide et impera I PRIMI AITI DI GOVERNO DI Robert Mugabe nella sua qualità di primo ministro dello Zimbabwe sembrerebbe confermare l'ottimismo di quanti hanno pronosticato il successo del tentativo di integrazione tra le due comunità etniche del Paese. La nomina di Nkomo a ministro dell'interno del nuovo governo, così come la nomina di due bianchi, che già hanno avuto esperienze di governo con. Smith, alla guida di due dicasteri economici, sono altrettanti segni importanti del modo di procedere adottato da Mugabe. Significano anzitutto che egli non intende mo12 nopolizzare il controllo del Paese (associando il rivale Nkomo in un ministero essenziale e lasciando il generale Walls al comando dell'esercito) e intende utilizzare la esperienza economica e tecnica dei bianchi per la costruzione della nuova Rhodesia. Questa moderazione ha trovato conferma nella prima conferenza stampa del leader nero. Mugabe ha indicato come problema prioritario il rientro e la sistemazione dei profughi (oltre I milione su 5 milioni di abitanti) e ha sottolineato che non verranno operati cambiamenti che possano compromettere le strutture tecniche, economiche e amministrative del Paese. Mugabe ha anche annunciato l'utilizzazione delle terre incolte per sistemare i profughi, creandovi delle fattorie collettive; e ha concluso ringraziando i Paesi occidentali (in particolare Svezia, CEE, USA e Gran Bretagna) per gli aiuti economici promessi. Nonostante questa situazione tranquilla, molti osservatori tuttavia ritengono che la moderazione di Mugabe non potrà durare a lungo e che il Paese arriverà prima o poi all'ennesimo bagno di sangue, seguendo copioni già visti in altri Paesi africani. Non è certo facile fare previsioni a lungo termine. Si può comunque sottolineare che la democrazia inglese ha dato un'importante prova del suo vigore ideale vincendo una battaglia tattica che molti ritenevano persa in partenza. Se poi verrà vinta la guerra, e si avrà una vera e pacifica integrazione delle due comunità, allora si sarà veramente trattato di un fatto storico nuovo destinato a lasciare il segno nella storia dell'Africa. BRASILE Nel 1982, militari permettendo ... ML 1982, MIUTARI PERmettendo, il Brasile andrà alle urne, secondo gli impegni presi dal presidente Joao Figueiredo. In questa prospettiva sono in corso nel Paese una serie di trasformazioni nel sistema dei partiti delle quali è ancora difficile indicare con precisione le caratteristiche e gli sviluppi, ma che influiranno tuttavia sul futuro della «democrazia» brasiliana (che per il momento conviene ancora indicare tra virgolette). In particolare i partiti che si stanno organizzando sono il risultato dello scioglimento dei due partiti di regime che fino al novembre scorso hanno gestito le assemblee legislative (la Arena filogovernativo. e l'MDB di opposizione) e degli spezzoni di partiti sopravvissuti al regime militare di questi anni. li primo risultato della riforma è stato comunque quello di consolidare il partito governativo (che ha assunto il nome di Partito democratico sociale) che ha conservato tutti i suoi esponenti, sia su scala nazionale che regionale, mentre ha invece frantumato il partito di opposizione, anche per il ritorno in Brasile di molti leaders dell'opposizione da tempo in esilio. Dall'MDB sono nati: il PMDB (formato dai quadri tradizionali del partito); il PTB (Partito laburista brasiliano). ricostituito sotto la guida del vecchio leader Leone( Brizola che già svolse un ruolo importante nella storia del Brasile prima del golpe; il PT (Partito dei lavoratori) di ispirazione sindacalista e destinato probabilmente a fungere da polo d'attrazione perle forze di sinistra ancora escluse dalla riforma; e infine il PP (Partito popolare) formato dai moderati del vecchio partito, e particolarmente forte tra imprenditori e fi. nanzieri. Si tratta ancora di un'articolazione in buona parte tutta sulla carta, in quanto in molti casi a queste sigle non corrispondono né programmi precisi, né organizzazioni in grado di mobilitare forze sociali e di propagandare questi programmi. Ma nonostante questi limiti, il governo sembra deciso a procedere sulla strada della verifica elettorale, e i 45 milioni di elettori brasiliani si troveranno presto di fronte a questo nuovo sistema partitico creato in vitro, ma destinato probabilmente, nello sviluppo della battaglia politica, a divenire sempre meno asettico e pilotabile dal governo. 25 MARZO /98()
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