Il Leviatano - anno II - n. 11 - 25 marzo 1980

DOPO MAO I « ••• evviva il consumismo e la libertà!» CoN IL PASSARE DEI GIORni si vanno precisando i contorni del processo di demaoizzazione, formalizzato al recente Comitato centrale cinese che ha proceduto alla riabilitazione dell'ex Presidente Liu Shaoqi. È stato diffuso nelle librerie in 100.000 copie, immediatamente esaurite, un libro dal titolo Ricordi del compagno Liu; su tutti i giornali appaiono ogni giorno articoli e foto rievocativi del passato.rivoluzionario del rivale di Mao. E della scorsa settimana un dibattito svoltosi alla scuola di partito di Pechino, durante il quale il saggio di Liu, Come essere un buon comunista, è stato definito «parte integrante del pensiero di Mao Zedong» e patrimonio essenziale della tradizione ideologica del comunismo cinese. Contemporaneamente tutti i giornali hanno pubblicato, il 12 marzo, un articolo dello stesso Liu nel quale sono riassunti gli elementi essenziali del saggio sopra citato; accanto al saggio è stata poi pubblicata una foto di Liu del 1964 che lo vede seduto assieme a Mao e a Zhou Enlai. Mentre procede la riabilitazione di Liu e la sua condanna nel 1%8 viene definita come «la più grande montatura e il più vergognoso complotto della storia del Partito comunista cinese» (attribuito per il momento interamente a Lin Biao e alla «Banda dei quattro•), nello tesso tempo continua anche il ridimensionamento della figura di Mao. Dopo le notizie circolate nei giorni scorsi sulle presunte intenzioni di Mao di eliminare con la Rivoluzione culturale tutta la leadership del partito cinese, vi sono stati altri fatti estremamente significativi. Senza dare eccessivo peso alle notizie, pur vere, della rimozione di gran parte dei ritratti del «grande timoniere» in molte zone del Paese, vi IL LEVIATANO DA «DER SPIEGEL, sono anche segni più significativi. In particolare un articolo apparso _suun giornale i Shanghai (regno fino a ieri dei gruppi più estremisti) nel quale, per la prima volta, Mao viene paragonato (non però in termini elogiativi) a Stalin e si afferma che entrambi hanno messo in pericolo il comunismo creando lo stesso tipo di culto della personalità. «Sia in Unione Sovietica che in Cina, scrive il «Wenhui Bao•, vi è stata un'esagerazione dei ruoli personali e perfino una deificazione dei dirigenti, con il risultato di condurre alla situazione prevista da Lenin, secondo il quale tutto il sistema avrebbe rischiato, in questo modo, di andare in rovina». Contemporaneamente la stampa cinese ha aperto un altro fronte di iniziativa politico-propagandistica con una serie di articoli dedicati, se così si può dire, allo stato di fiducia del popolo nei confronti del sistema e dei suoi dirigenti. Il «Quotidiano del Popolo•, in particolare, invita con toni concilianti le giovani generazioni a ridare fiducia agli attuali dirigenti e indica nell'obiettivo delle «quattro modernizzazioni» (la vecchia strategia di Deng) il cammino che permetterà al sistema cinese di recuperare l'efficienza perduta e la fiducia delle masse. Tutti i giornali attribuiscono i guasti che hanno causato questo stato di crisi alla Banda dei quattro e ai loro accoliti e affermano che si sta procedendo ad eliminare dall'apparato quanti ancora vi si trovano nascosti e infiltrati in seguito agli errori degli anni bui dell'estremismo e delle persecuzioni degli onesti comunisti. Come esempio del ritorno degli «onesti comunisti» viene indicato la nomina del nuovo vicepresidente della scuola centrale del partito nella persona di An Ziwen. Egli era stato per oltre nove anni in carcere durante la Rivoluzione culturale in quanto legato personalmente e politicamente a Liu, del quale aveva sempre condiviso la politica. Appena nominato, An Ziwen ha diffuso una dichiarazione, ripresa e pubblicata dai principali giornali cinesi. di autocritica per la politica seguita dal PCC negli anni I927-37, che avrebbe visto episodi gravi di autoritarismo di paternalismo e di estremismo (in particolare nella rottura del fronte unito con il Kuomintang). Come valutare tutti questi segnali provenienti da Pechino, tra i quali non va certo dimenticato l'imminente viaggio del leader coIl

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