r=asizioni siano molto v1cme a quelle dei socialdemocratici di sinistra. Stando così le cose, non resta che sperare che Medvedev sia più fortunato di Bucharin. Luca Serpieri OLIVEITI L'utopista di Ivrea I L, ACCUSA CHE VIENEMOSsa ad Adriano Olivetti ancora oggi, a vent'anni esatti dalla sua scomparsa, è di essere stato un paternalista. Ma ancora più negativo è il giudizio di chi lo considera nient'altro che un prodotto predeterminato degli anni 50, in cui l'espansione economica dava ai capitalisti più avanzati la possibilità e. l'interesse di coinvolgere sempre più la classe operaia nell'incipiente benessere dell'Italia. Lasciamo che l'accusato si difenda da solo, con i suoi scritti di allora, e ciascuno giudichi se egli appare sincero, convincente ed attuale. Tenendo presente la massima patema: «la luce della verità risplende soltanto negli atti, non nelle parole», egli descrive dal vivo la realizzazione di opere come il Fondo di assistenza, che sarebbe poi diventato nel 1932 il Servizio Sociale Olivetti, •Questo Fondo avrebbe servito, come infatti servì, come serve tuttora, a garantire ali' operaio una sicurezza sociale al di là del limite delle assicurazioni, in Italia ancor troppo ristretto. Onde nessuno fu costretto a indebitarsi per pagare il funerale del padre o della sorella, nessuno dovette più rinunziare, per mancanza di denaro, a dare l'estremo saluto alla madre lontana e morente; le madri ebbero lettini, materassi, mantelli, scarpe per i loro bambini, a nessuno mancò la legna ne/l'inverno; gli orfani e le vedove vennero largamente assistiti, nessun convale- \.:.c.ente fu chiamato a lavorare ancor debole ... Imparai organizzando questi servizi (non sempre perfetti) a conoscere quanto scarsa sia la sensibilità a questi problemi da parte di coloro che non li soffrono, o che sono distratti da obiettivi concreti, verso la tragica marcia per /"'efficienza" e il "profitto", e che infine solo una parte di tali problemi può essere affidata a un "piano" anche se generoso e ben congegnato, poiché l'azione volontaria, come/' ha definita Beveridge, non può essere sottovalutata». Nell'animo inappagato dell'uomo, ben presto ilprogetto siamplia. diventa politico, con una partico-· lare sensibilità per l'aspetto urbanistico, e finisce con l'urtare conttro ostacoli che i poteri di un imprenditore non sono sufficienti ad eliminare: «Evidenti erano i contrasti tra gli interessi della fabbrica e la proprietà edilizia e terriera ... Se io avessi potuto dimostrare che la fabbrica era un bene comune e non un interesse privato, sarebbero stati giustificati trasferimenti di proprietà, piani regolatori, esperimenti sociali audaci di decentramento del lavoro ... Il modo di equilibrare queste cose esisteva. ma non era nelle mie mani: occorreva creare un'autorità giusta e umana che sapesse conciliare tutte queste cose nell'interesse di tutti. Questa autorità per essere efficiente, doveva essere investita di grandi poteri economici; doveva, in altre parole, fare, nell'interesse di tutti, quello che io facevo ne/l'interesse di una fabbrica. Non c'era che una soluzione: rendere lafabbrica e l'ambiente circostante economicamente solidali. Nasceva allora l'idea di una Comunità. Una Comunità né troppo grande, né troppo piccola, concreta, territorialmente definita, dotata di vasti poteri, che desse a tutte le attività quell'indispensabile coordinamento, quel 'efficienza, quel rispetto della personalità umana, della cultura e del/' arte, che il destino aveva realizzato in una parte del territorio stesso, in una singola industria». Ed il progetto si eleva fino alla utopia: «Quando le Comunità avranno vita, in esse i figli dello TRA I COLLABORATORI DEL «LEVIATANO, GIOVANNI ALDOBRANDINI - GIUSEPPE ARE - DOMENICO BARTOLI - GIUSEPPE BEDESCHI - ENZO BETTllA - PAOLO BONETII • VENERIO CATTANI - LUCIO COLLETTI· F"RAN• CESCO COMPAGNA - VEZIO CRISA· FULLI • RF.NZO DE FELICE· PAOLO DEMARTIS - SIRIO DI GIULIOMARIA • GIANNI FINOCCHIARO·Al.DOGARO· SCI· ANTONIO MARTINO· PIERCAR· LO MASINI - NICOL" MATTEUCCI • Rf.NATO MIELI • SANDRO PETRIC· CIONE - A.lDO G. RICCI - ROSARIO ROMEO - A.LBERTO RONCHEY • DOMENICO SETTEMBRINI • EGIDIO STERPA. - GIUSEPPE TAMRURRANO • PAOLO UNGA.RI - GUELFO ZACCA.RIA uomo troveranno l'elemento essenziale del/' amore della terra· natia nello spazio naturale che avranno percorso nella loro infanzia, e l'elemento concreto di una fratellanza umanafatta di solidarietà nella comunanza di tradizioni e vicende. Le attuali strutture elementari della nostra società non determinano una tale unità di sentimenti e rendono perciò difficile lo stabilirsi di una tangibile solidarietà umana». Questi brani sono tratti dagli Appunti per la _storia di una fabbrica, del /958,. che si chiudono con una precisazione: «Sia ben chiaro tuttavia che per noi queste mete importanti non sostituiscono né il pane, né il vino, né il combustibile e non ci sottraggono quindi al dovere di lottare strenuamente alla ricerca ai un livello salariale più alto, di una condizione economica che vada bene al di là del minimo di sussistenza vitale e consenta finalmente una vera libertà. Questa duplice lotta nel campo materiale e nella sfera spirituale è l'impegno più alto e la ragione della mia vita». O nuovo iodiriu.o del Leviatano è in via Cicerone 44 00193 Roma telefono 38.41.55 :J Rqi,lrmoao ......., i T,_ di ..... o. 1m1 cld 6 lupo 1'19. .......,, lire ,oo. ......,_, il doppo. _, __, lire 211.000. _. strale lire 11.000. es&ero anauo lire l0.000. Vct'SlffleDti sul ooato cormlCC P10')lak ■. $176Nlll iMettalo a «11 Lcvi■lano- - vii del'Areo di,.,_ I) - 00186 Roma.. s._ SO.GE.MA . ..t. via di Santa-• 21 - 00166 .,_ - Td. -•, - Spal. -· -· ,r. '1/7fJll•i C-....... -- poca di 8q,i,e Forti - "'-lto IJafico cli Carta Volpo&o- Ediziooli ._.ad. •ll ~ • .....,_ pro(. __, - - A_, U, n. 9 16 Il MARZO 1980
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==