I BAGET-BOZZO «Attraccato alle sponde del nulla» I SE UN GIOVANE DICIANO; venne «fugge da casa deciso a diventare prete e invece scopre nella DC, a Genova, il suo campo di apostolato», come non diffidarne? Si tratterà, magari, come ben ci spiega Sandro Magistrer sul- !' «Espresso», di «ambivalenza senza eguali tra mistica e secolarità pura»; certo è che, a furia di ambivalenze, il soggetto in questione, sempre in preda a raptus mistico, ma non insensibile alle seduzioni dei giornali e delle tavole rotonde, ha percorso, in più di trent'anni, tanti e così intricati cammini politici, da confondere persino il solerte biografo e lasciare il lettore in uno stato di laica, anche se giustificatissima, perplessità. Tuttavia, in tanto sfarfallamento etico-politico-teologico, il nostro eroe qualche traccia sicura l'ha lasciata, un filo rosso-nero a cui aggrapparsi per tener dietro al suo sfrenato libertinaggio spirituale: nelle sue lunghe e complicatissime peripezie emerge un solo motivo stabile e ben chiaro: l'avversione per la società liberale, il rifiuto dei suoi valori e dei suoi costumi, il disprezzo per la cultura che la sostiene. Date queste premesse, non abbiamo provato nessuna meraviglia nel vederci comparire di fronte don Gianni Baget-Bozzo nelle vesti di un redivivo Gioberti. Da gran tempo l'attendevamo al varco, per nulla convinti dalle sue speciose apparizioni in veste laicosocialista: ed ecco che il nostro mistico getta, ancora una volta, presenta, finalmente, per quello che forse davvero è: l'ultimo profeta d'Italia, sconnesso e confuso come il Paese che vuol salvare dalla definitiva perdizione. Gioberti con in sé qualcosa di Machiavelli e qualcosa di Mazzini, don Baget-Bozzo è giustamente ossessionato dalla «questione nazionale»: l'Italia (si veda il suo ultimo libro Tesi sulla DC - Rinasce la questione nazionale, pubblicato da Cappelli) è totalmente contaminata dal modo di vita americano, protestante, laico e pragmatista, non è più che una «estrema marca degli Stati Uniti•, mentre la sua identità nazionale è irrimediabilmente perduta: il Paese - afferma drammaticamente Baget-Bozzo - è ormai attraccato alle sponde del nulla. Che l'Italia navigasse in cattive acque e avesse gettato l'ancora in porti non proprio affidabili, c'eravamo accorti anche noi nella nostra empiristica modestia, e ne avevamo attribuito le cause ad una incompiuta civiltà liberale, ad un capitalismo confusionario e ad un cristianesimo sociale che aveva scambiato Keynes con le congregazioni di carità. Le cose non stanno in realtà così. Dovunque, il capitalismo riformato è in crisi; dovunque, siamo passati «dall'età ENI all'età GEPI»: senza tanti complimenti Baget-Bozzo attribuisce i nostri spropositi e i nostri parassitis.mi all'intera società occidentale: quello che conta è mostrare il carattere demoniaco del modo di vita americano, che, dopo aver corrotto la DC, ha intaccato anche i partiti di sinistra, sicché «l'Italia è divenuta culturalmente e civilmente un Paese irrilevante•. L'alternativa che Baget-Bozzo propone a tanto sfascio assume, a questo punto, inevitabilmente, i caratteri del più velleitario e confusionario neutralismo terzaforzista, già ampiamente sperimentato in passato dalla sinistra democristiana. Non per nulla dichiara che «il merito maggiore delle sinistre democristiane» è stato, in passato, «l'ostilità di alcuni esponenti a votare a favore dell'inserimento dell'Italia nel Patto atlantico•. Dopo tante sottili e paradossali disquisizioni sulla crisi della civiltà millenaria, la conclusione è quanto mai sbrigativa e brutale: l'alternativa al regime democristiano si gioca sul terreno della politica estera: «basterebbe che un governo italiano dichiarasse la sua indisponibilità ad ammettere nel suo territorio i Cruise senza un TRA I COLLABORATORI DEL •LEVIATANO• GIOVAN!'lòl ALDOIRANDINI - GIU• SEPPE ARE • DOMENICO &ARTOLI • GIUSEPPE IEDESCHI • ENZO BETTI· ZA • PAOLO BONETII • VENERIO CATT ANI· LUCIO COLLETTI • fRAN· CESCO COMPAGNA • VEl.10 CRISA• FULLJ • RENZO DE FELICE• PAOLO DEMARTIS • SIIUO 01 OIULIOMAIIA • GIANNI FINOCCHIARO • ALDOGAJlO• SCI· ANTQ!'ljlQ MARTINO· PIER CAR• LO MASINI • NICOLA MAITEUCCI • RENATO MIELI • SANDRO PETRlf· C"IONE • ALDO G. RICCI • ROSARIO ROMEO • ALBERTO RO~CHEY • DO• MENICO SETIEMIRl!'III • EGIDIO STERPA· GIUSEPPE TAMBURllANO • PAOLO l.iSGARI • GUE:.LFO ZACCARIA voto parlamentare, perché le cose· risultassero già cambiate•. Come vedete, non ci vuol molto a recuperare una identità nazionale degradatasi nella coscienza al mito americano: basta dichiararsi ctisponibili ai ricatti di Brefoev. Nessuna meraviglia, dicevamo, per questi deliri di un uomo indubbiamente intelligente, forse troppo: il suo punto di riferimento, la sua «figura emblematica• è Giorgio La Pira. Come il sindaco santo egli si sforza di rileggere l'Antico Testamento per «trasformare i rapporti storici nella misura di quella escatologici», dal momento «la città di Dio deve esistere anche nel tempo e nel mondo». Confessiamo la nostra ripugnanza e diffidenza per questo sconnesso e paradossale modo di affrontare i problemi, per questa finta profondità di analisi: alle nebbie mistiche e alle speranze escatologiche, preferiamo da sempre la dura serietà dello spirito laico. La storia è qualcosa di troppo tragico e doloroso per lasciarne l'interpretazione ai teologi. Paolo Bonelli li nuovo indirizzo del Leviatano è in via Cicerone 44 00193 Roma telefono 38.41.55 R.eai:1tru.ione presso il Tribunale di lloffla n. 1m1 del 6 tu,lio 1979. Prezzo: lire 500. Am:1rato: il doppio. Abbonamenti: annuo lire 2().(0), ICTIIC• strale lire 11.000, estero annuo lire 30.000. Versame;1ti suJ conto com:nte posJ,ale n. 51761008 inctstato a •Il Leviatano• - via deU'Arco di Parma 13 - 001116 Roma>. Slampo SO.GE.MA. srl. via di Santa Seconda. 28 • 00166 Roma· Td. 69607•5 • St,od. abb. post . .,-. 2/70%• ColJabonrione fgrafoca di Beppe Forii - Prowello .,.roco di Carla Volpolo • .Edwoni coop. a r.l. •11 L,vialano- - Presidente prof. Rourio Romeo - Anno Il. n. 8 16 4 MARZO 1980
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