TERRORISMO ANGELO VENTURA Autonomia, e Brigate rosse L GENESI E LE LINEE DI SVILUPPO DEL partito della lotta armata e della guerra civile in Italia si stagliano nitidamente, al di là delle zone d'ombra che naturalmente persistono su una vicenda segnata in parte dalla clandestinità (..). Il partito della lotta armata nasce come contraccolpo delle grandi lotte operaie detr •autunno caldo• del '69, quando l'eccezionale vittoria della linea contratin uno scritto del 1974 «brigate rosse dell'attacco operaio e proletario», al quale spetta «un'azione di attacco, che talora può e deve essere di terrore rosso», di «giustizia proletaria». (Negri) Come spiega un documento dell'Ufficio internazionale di Potere Operaio, del 1973: «Se lo Stato è la controparte fondamentale che getta tutto il peso della sua violenza organizzata (polizia, magistratura, fascismo)( ... ) l"organizzazione proletaria ha il preciso compito di apprestare tutti gli strumenti della violenza proletaria che la lotta spontanea non è in grado di produrre, dalla lotta armata, al terrorismo, alla violenza di massa» ( ... ). Così i capi del partito armato programmano e organizzano il terrorismo sulla testa delle masse e di una parte degli stessi militanti, scontando momenti di contraddizione all'interno del movimento, disposti a prendere formalmente le distanze dalle azioni più gravi e meno comprensibili alla loro pur ristretta base, compiute dal braccio terroristico. Ma le polemiche, quando ci saranno, riguarderanno la scelta degli tuale apre una fase di forte ripresa dei sindacati, che spiazza nell'isolamento i gruppi estremistici (... ). L'esigenza di forzare la volontà delle masse da parte di una minoranza organizzata che si ritiene «élite cosciente• (anche se impiega molte perifrasi per non definirsi tale) impone necessariamente «la questione discriminante e decisiva della violenza rivoluzionaria•, e quindi la «costruzione del partito dell'insurrezione•. (•Potere operaio•, n. 35, 27 nov.-5 dic. 1970). (Il concetto di •insurrezione• sarà poi interpretato e risolto in quello più aggiornato rispetto alle mutate condizioni storiche, di •guerra eOTfBI DPDIAIII 6~1972 Lire 50 s.tt,m.anale polillco annoi N.3 ~-m~- CONTRO 1 4 civile di lunga durata•). Parallelamente, attraverso un analogo processo, il Collettivo Politico Metropolitano di Curcio compie la scelta della lolla armata e genera le Brigate rosse (1970). I .a conferenza nazionale d"organizzazione di Potere Operaio (Torino, settembre 1971) lancia la parola d'ordine: •insurrezione come chiave di volta per aprire il processo rivoluzionario•, e delibera: «il partito armato è immediatamente all'ordine del giorno•. Nasce infatti allora l'apparato militare clandestino di Potere Operaio, che si affianca nella lotta armata alle BR e ai GAP di Feltrinelli {... ). Vengono così configurandosi più chiaramente tra il 1972e il 1973la strategia e le strutture del partito della lotta armata e della guerra civile {... ). Ma l'elemento assolutamente originale è costituito dal principio strategico fondamentale su cui è piantato il processo di costruzione del partito della lotta armata, che consiste nell'articolazione dialettica tra i diversi livelli. Da una parte l'«organizzazione di massa•, organismo politico-militare definito anche «base rossa• che pratica tutte le forme di violenza legate alle azioni di massa: appropriazioni autoriduzioni, piccoli sabotaggi, pestaggi,cortei «duri•, lanci di molotov, ecc. Dall'altro il «partito d'attacco•, definito anche da Toni Negri certo non casualmente, LELEZIONI approfondire i distacco fra proletari e istituzioni spostare la fiducia degfi operai su organizzazioni che gestiscano i loro potere. obiettivi e il «livello• dell'azione, risolvendosi però, nella sostanza, in una legittimazione delle azioni terroristiche in quanto «azioni militanti di parte proletaria• («Rosso•, nov. 1978, editoriale). Così, per fare un solo esempio di questo stile, un editoriale di «Autonomia• (15 febbraio 1979), commentando cinicamente le «dipartite di un lavoratore "qualificato" del PCI (Guido Rossa) e di un amministratore "equo" della giustizia capitalistica• (Emilio Alessandrini), giudicava criticabili queste «azioni di combattimento contro esponenti del revisionismo•: •Non tanto per la fine di due impiegati della macchina statale di controllo antiproletario•, ma perché «azzoppare e giustiziare un nemico di classe• sta bene, purché si lavori «dentro l'esperienza dell'illegalità di massa e dello sviluppo del movimento comunista organizzato•( ... ). Il rapporto dialettico tra i due livelli fondamentali {fra i quali in realtà agiscono reti operative a livelli intermedi: si pensi al c.d. terrorismo diffuso) risulta .chiaro. Da una parte l'«illegalità di massa• serve a radicare nelle masse la pratica e la •coscienza• della lolla armata, ed ha al tempo stesso funzione di fiancheggiamento e di vivaio per il reclutamento e l"iniziazione dei giovani da avviare per gradi sulla st~ senza ritorno del terrorismo e della clandestinità. E quindi importante comprendere che l'«illegalità 26 FEBBRAIO 1980
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