Il Leviatano - anno II - n. 7 - 26 febbraio 1980

conseguito una grande vittoria, istituito regimi che si possono dire veramente nuovi. Dove è stata al potere e anche dove no. L'Inghilterra avrà un servizio sanitario nazionale, e l'Italia ci sta ora arrivando, e anche male; ma ci arriva. Le assicurazioni sociali, i meccanismi pensionistici instaurati in tutta Europa sono, sotto diverso assetto, e con maggiore o minor efficienza, imponenti; la Svezia avrà un sistema di scuole medie che i nostri pedagogisti progressivi le invidiano, ma ha il «numerus clausus» nelle università cui si accede per concorso. E il nostro «Statuto dei lavoratori• è più largo che in Paesi pure di lunghissime tradizioni sindacali, come la Gran Bretagna. Sia stato o no costruito direttamente dalle socialdemocrazie, l'Europa intera vive in regime di We/fare socialdemocratico; e non dimentichiamo che We(fare vuol dire benessere, ma vuol dire anche beneficenza. È in ragione di questo successo (non solo nei Paesi «modello», ma anche in Italia) che l'Internazionale sembra aver perso coscienza dei suoi fini e si balocca vagheggiando di estendere il suo benessere, senza sacrifici essenziali, né rischi, ai «Paesi in via di sviluppo» e ha assunto in politica estera l'ideale non già della pace (che è conquista faticosa e implica continue assunzioni di responsabilità). ma dell'equilibrio, in concreto, e nel caso migliore, o addirittura della distensione: vuota parola che non dipende da noi né dalle classi oppresse soltanto, ma dal mondo, che ci manda quelle tensioni che vuole. In certo senso si è verificata oltre il limite la profezia sull'imperialismo di Hobhouse (dal quale la prese, con il condimento di Hilferding, Lenin): cioè che l'imperialismo essendo determinato dalla necessità di trovare all'estero mercati nuovi, sarebbe stato soppresso dalla socialdemocrazia, che lo avrebbe obbligato a spendere all'interno gli eccessi di capitale. Si è verificata però al punto che grandi nazioni come l'Inghilterra, fomite non solo di risorse tecnologiche ma di materie prime, non sono in grado di esercitare nel mondo quella funzione liberale (e non puramente imperialistica) che era un tempo la loro. Al problema interno da risolvere per la nostra socialdemocrazia (ricostituire Stato e amministrazione affinché i denari tolti al privato non vadano sprecati in modo totalmente improduttivo), problema che si fa sempre più chiaro, se ne aggiunge dunque un altro, che è quello di rendere alla solidarietà socialista, che rischia di ridursi a cooperativa di egoistiche paure, l'antica funzione di iniziativa, solidarietà, liberazione. Ed è compito che richiede un revisionismo assai più vigoroso di quello che condusse a Bad Godesberg. Aldo Garosci " SINDACATO L'irrestibile ascesa di Edmond Maire EoMOND MAJRE, 48 ANNI, SEGRETARIO GENEraie CFDT (Confederazione democratica francese del lavoro), è oggi una delle figure più interessanti e più discusse della vita politica francese. Nato in una famiglia di stretta osservanza cattolica, con un fratelIL LEVIATANO lo benedettino e una sorella monaca, aveva pensato anche lui di entrare in un ordine religioso prima di decidersi per la carriera di ingegnere chimico. Agli inizi della sua vita di militante politico, intorno al I957, fece parte del gruppo Reconstruction di quella che era allora la CFTC (Confederazione francese dei lavoratori cristiani). gruppo animato dall'accademico Paul Vignaux, specialista di filosofia medioevale. L'ambizione di Vignaux era di ricostruire il sindacalismo e il socialismo francese, combattendo allo stesso tempo sia la deviazione totalitaria sia l'integrazione dei sindacati alla democrazia borghese. È sotto l'influenza di Vignaux che, per sua stessa ammissione, Maire ha acquisito quella predilezione per l'indipendenza dei sindacati dai partiti politici che resta il tratto dominante della sua condotta. E ciò malgrado il fatto che personalmente in periodi abbastanza recenti egli abbia fatto parte del PSU (Partito socialista unificato) e abbia poi dato la sua adesione al Partito socialista. Una vecchia amicizia lo lega a Miche! Rocard, le cui idee politiche sono vicine alle sue. Già da giovane sindacalista Maire si fece apprezzare per una lucidità che si accompagnava al rifiuto della demagogia e al gusto per il rischio. Ebbe un ruolo importante nel momento in cui. nel 1967. tre quarti degli effettivi del sindacato cristiano. la CFDC. abbandonarono il sindacalismo confessionale per fondare la CFDT. completamente laicizzata e che, con uno stuolo di 1.150.000 sostenitori. detiene oggi per importanza il secondo posto dopo laCGT controllata dal Partito comunista e prima di FO (Forza operaia). di tendenza socialisteggiante. Le elezioni ai Consigli di Prudhomme (tribunali di carattere paritario. che hanno il compito di regolare i conflitti di lavoro su base individuale), tenutesi il 12dicembre dell'anno scorso, hanno confermato l'accresciuto radicamento della CFDT nelle fabbriche. La Centrale che Edmond Maire dirige dal 1971ha ottenuto il 23.1%dei voti dei salariati, contro il42,4%della CGTe il 17,4%di Force Ouvrière. diretta da André Bergeron.- Qualche giorno prima di queste elezioni Mai re, che ama dire a tutta voce quello che molti si limitano a mormorare. ha causato un vero e proprio scandalo pronosticando. in un'intervista a un giornale della Lorena, la sconfitta della sinistra alle elezioni presidenziali del 1981. Nel corso dell'intervista ha poi aggiunto che anche in caso di elezione di un presidente di sinistra la cosa potrebbe essere vista come uno scacco, per via della mancanza di dinamismo. di prospettive politiche e di coesione che caratterizza la sinistra. I comunisti hanno immediatamente reagito parlando di disfattismo e di tradimento. In casa socialista, Mitterrand e i suoi amici hanno rimproverato a questo •enfant terribile» del movimento operaio di portare acqua al mulino di Giscard e di Barre. Maire si è difeso sostenendo che le sue affermazioni avevano destato scalpore solo in quanto rispondevano al vero. Sei anni di esperienza di Programma comune, non ha mancato di sottolineare. hanno privato di ogni credibilità l'idea di un'alternativa di sinistra. In realtà Edmond Maire, malgrado tutte le sue riserve al Programma comune confezionato nel 1972, ha sostenuto l'unione della sinistra, soprattutto in quanto prima il PS e poi il PC fecero mostra di adottare l'idea dell'autogestione, così cara alla CFDT. Ma dal momento della rottura dell'Unione, nel settembre del 1977, egli ha previsto lo scacco elettorale, per il quale non si è fatto scrupolo di attribuire tutta la responsabilità al ritorno del PC a una strategia di nazionalismo economico. 15

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