ESTERI IRAN - Una commissione di vetro ABBIAMO A suo TEMPO CONDANNATOCON estrema durezza e senza alcuna esitazione l'occupa• zione del 'ambasciata americana in Iran. Recentemente abbiamo però salutato l'elezione di Bani Sadr alla presidenza del nuovo regime iraniano come un segno importante della volontà della grande maggioranza del popolo di portare avanti il processo avviato con la rivoluzione dello scorso anno, ma di avviare nello stesso tempo una fase di normalizzazione e di ricostruzione del 'economia del Paese e delle sue a/tua/mente inesistenti strullure statali. Crediamo anche che vadano giudicate positivamente le prese di posizione del .neopresidente nei confronti degli studenti islamici e i suoi tentativi per ridurne i poteri. Allo stesso tempo ci sembra però necessario fare oggi una considerazione di principio sul modo col quale viene affrontato in questi giorni il problema degli ostaggi e della ripresa dei rapporti tra Stati Uniti e Iran. Bani Sadr aveva posto in un primo tempo tre condizioni per la normalizzazione dei rapporti: una autocritica da parte americana sui crimini commessi in Iran tramite il regime imperiale; un riconoscimento del diri//o iraniano a perseguire lo scià; un impegno a rispellare l'indipendenza iraniana infuturo. È evidente che solo la prima condizione, pur /egillima, può porre dei problemi (anche se laforma·del/'autocritica può essere delle più varie), mentre la seconda è estremamente vaga (a meno che non voglia essere segretamente qualcosa di pii)) e la terza è implicitamente già soddisfalla dalla politica di non intervento ado11a1adagli USA al momento della crisi del regime dello scià. Nello stesso tempo il neopresidente aveva sganciato il problema degli ostaggi da quello del/' autocritica americana e anche della ventilata (e oggi decisa) Commissione internazionale di inchiesta sui crimini dello scià. Bani Sadr aveva affermato di non apprezzare simili contrai/azioni fondate sul rica110 e di ritenere che gli ostaggi andassero comunque liberati. Sollo la pressione de/l'integralismo islamico e delle varie correnti della rivoluzione, oggi le cose sembrano invece andare in direzione opposta. Non solo gli ostaggi non vengono liberati, ma si fa consistente la possibilità che la loro liberazione sia condizionata non solo ali' insediamento della sudde11a Cummissione, ma addirillura alla conclusione dei suoi lavori. In questo modo la Commissione lavorerebbe (o lavorerà) sollo il ricallo continuo dell'esistenza degli ostaggi e la loro liberazione sarà legata al gradimento o meno delle sue risoluzioni finali. Se questa fosse la conclusione destinata a prevalere, si sarebbe/allo un altro e pericolosissimo passo avanti sulla strada della distruzione del diri110interlL LEVIATANO ABOLHASSAN BANI-SADR nazionale. I ci11adinidi un Paese, personalmente innocenti, potrebbero sempre essere considerati responsabili difronte alle autorità di altre nazioni della politica del loro Paese,. e verrebbe sancito, con l'adesione dell'ONU, e quindi del più alto organo internazionale, il dirillo a violare impunemente e con successo le pitÌ elementari regole di convivenza tra gli Stati. Sarebbe il trionfo dell'ideologia del terrorismo e di quanti credono che il dirillo sia pura forma e la sostanza siano solo i rapporti di forza. Queste forme sono in realtà i/frullo di una storia secolare di civiltà, ed è tanto lungo e faticoso costruirle quanto facile e rapido distruggerle. Se questo fosse il risultato, anche /'eventuale autocritica statunitense, o la condanna della Commissione internazionale, e il successivo ammorbidimento da parte iraniana sarebbero sempre gravemente ipotecati alle radici. I frulli del rica110marciscono facilmente anche in politica. POLONIA Il capro di turno Aldo G. Ricci li PRIMOMINISTRO,PIOTRJAROSZEWICZ,NOminato quasi a furor di popolo dopo i moti del 1970, dimissionato senza aver potuto svolgere una relazione, almeno giustificativa, sulla sua, pur criticatissima, gestione di governo. Una corale e ossessionante constatazione della •perdita di fiducia dei lavoratori nel partito». Denunce di inefficienza e sprechi nella gestione delle imprese; debiti verso l'Occidente per 17miliardi di dollari. L'agricoltura boccheggiante che Il
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