svelenare l'ambiente. Per contro, l'aspetto gravissimo è dato dal fatto che il precario, quando non supererà il giudizio di idoneità per entrare nella carriera docente·, verrà comunque sistemato negli enti di ricerca o nella pubblica amministrazione, a livello direttivo. Si ,tratta di scaricare nei ministeri tutti i rifiuti dell'Università. Come se non bastasse l'altro capolavoro di immetervi le decine di migliaia di precari della legge285. Contro quest'ennesimo attacco all'apparato statale - che alla fine finisce con l'inquinare tutto il mondo del lavoro - nessuno si è efficacemente battuto. Consumi energetici: ancora a proposito dei decretilegge è sintomatica la vicenda del decreto sui consumi energetici, pendente davanti alla Commissione Industria della Camera in sede referente. L' 11 marzo rischia di decadere questo decreto, che è il terzo della serie, e che sarà verosimilmente sostituito da un quarto. Interessi locali, pressioni di petrolieri, dell'ENEL e di altri potenti gruppi non hanno finora consentito l'approvazione dei primi tre provvedimenti, ma il governo è costretto a mantenere in vita la normativa perché con esso si regola, tra l'altro, il consumo di ·gasolio per riscaldamento, mediante la fissazione di fasce orarie di accensione delle caldaie, variabili da provincia a provincia. Con il quarto decreto-legge si arriverà a coprire tutto l'inverno e cosl il problema del riscaldamento non esisterà più: il governo potrà far decadere, col decreto, la divisione in fasce, regolando le altre norme con un disegno di legge. Vale a_dire che per otto mesi il governo ha regolato una cosi importante materia al di sopra della volontà del parlamento, chiamato a· legiferare solo dopo, quando ormai il problema non si pone più. GiuseppeScròjina . . GIOCO · ~- Who is who? P1ccow Gioco 01 SOCIETÀ: INDOVINARE, partendo da alcune frammentarie citazioni, il contesto più generale preso a materia da un articolo apparso recentemente su una rivista straniera. Per i più bravi - ma dobbiamo avvertire in precedenza che c'è un piccolo trucco -, indovinare anche l'autore. Partiamo: «La "sicurezza" fondata su una incontrollata corsa agli armamenti porta alla guerra, indipendentemente dal fatto che a dare il via sia chi ritiene di aver raggiunto un certo livello di superiorità militare sul 'avversario, tale da assicurargli un esito favorevole del conflitto, oppure chi si vede costretto a compiere questo passo dalla disperazione ... ,: « ... stavolta la faccenda prende una piega del tutto inedita ed allarmante ... »: «Dunque ci troviamo di fronte ad iniziative ed alti concreti che portano ad una nuova pericolosa tornata della corsa agli armamenti nucleari ... • Allora? ... Ma insomma, avrete pur lei/o i giornali nelle ultime se/limane! Il tempo è purtroppo scaduto, e siamo quindi in obbligo difornirvi la spiegazione di questo storico indovinello. L'argomento tra/lato dal- /' articolo in questione non ha nulla a che vedere né con l'Islam né con quanti ad esso ritengono di potersi liberamente ispirare per risolvere in modo autonomo le faccende di casa propria: si sta in/alti parlando 10 delle iniziative proposte in sede NATO per raggiungere un sostanziale riequilibrio nel 'armamento missilistico tra i due blocchi. La perentorietà delle qffermazioni nel merito non è purtroppo temperata neppure dal titolo, dalla forma edificante ma di tono quasi «sperimenta/e,: Provare la via indicata da Leonid Brefoev. A questo punto, per dovere di corretteua documenta/e vi diamo anche il titolo della rivista che ha ospitato l'artico/o in questione, certi de/fallo ruhezom che ormai non avrete più dubbi sull'area di provenienza: si trai/a della rivista sovietica ,Za rubelom•, periodico dedicato al/'a11alisidelle questioni di politica internazionale. L'autore? Beh, avevamo anticipato che era molto difficile indovinare: l'autore non si chiama infa1ti né Gerasimov né Lavrentiev né Starisnikov, ma porta il ben più nostrano nome di Tullio Vecchie/li, ex leader del disciolto PSIUP e attualmente membro della Direzione del PCI. Lo ammelliamo, era un indovinello molto difficile -anche (o soprattullo) per gli oggi dilacerati pacifisti che militano tra le fila del partito di Vecchietti. AVICULTURA Falco & Fa/cuccio «FALCHI, GROSSI E PICCOLI, FALCONI E falchetti, falchi d'altura e falchi da pollaio», scrive EuGenio Scalfari il 18 febbraio. hanno tra le «caratteristiche distintive• quella di «demonizzare l'avversario, l'Unione Sovietica innanzi tutto, poiché la sua demonizzazione è il pilastro che sorregge l'intera politica da essi propugnata». Se non che, nello stesso editoriale. EuGenio cosi definisce i governanti dell'URSS: «un'autocrazia guidata da un gruppo dirigente di settuagenari, dominato dall'apparato burocratico-militare e ossessionato dal terrore dell'accerchiamento cino-americano», la quale «ha come evidente obiettivo quello di fare dell'URSS la prima potenza militare del mondo, sia per quanto riguarda le armi nucleari a lunga, media e corta gittata, sia per la marina e per le armi convenzionali». Stabilito, di comune accordo, chi comanda al Cremlino, e con quali scopi, sembrerebbe logico dar qualche ragione ai «falchi•, tanto più che quando prevalsero le «colombe•, le cose non andarono a finire tanto bene, come sanno i 600.000 profughi vietnamiti e come non sanno più, per estinzione, i tre-quattro milioni di morti in Cambogia. Ma EuGenio ha il coraggio di invitare i «falchi•. che previdero come sarebbe andata a finire, all'autocritica; EuGenio. diversamente da noi, non sente alcuna responsabilità per l'appoggio a suo tempo offerto a Poi Pot e amici, non sente l'urgenza di alcun ripensamento. Logica e coerenza, si sa, non sono il forte del nostro. Forse perché, tra falchi e falchetti, dopo aver puntato tutto sulla carta della partecipazione comunista al governo, con l'invasione dell'Afghanistan e l'aria che tira al congresso democristiano, EuGenio deve aggirarsi smarrito e inebetito, con una mano davanti e una di dietro, come don Falcuccio. 26 FEBBRAIO /980
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