TEORIE DELLO STATO pace. L'andamento hobbesiano di questo concetto si fa ancora più evidente nella figura del sovrano, che non soltanto sospende l'ostilità interna, ma conserva anche la facoltà suprema di «decidere sullo stato d'eccezione•, il potere, cioè, di interpretare chi debba essere considerato nemico dello Stato. Attualità di Cari Schmitt DoPo u BENEMERITA TRADUZIONE DELLE Categorie del •politico» curata da Miglio e Schiera nel 1972 per li Mulino, la nostra cultura si è lenta• mente avvicinata al pensiero di Cari Schmitt, dopo trent'anni di silenzio e di oblio, seguiti all'effimera notorietà del periodo fascista; è stata infatti tradotta l'importante Dillatura (Laterza, 1975) e sono ora annunciate versioni italiane di altri testi schmittiani, in un crescendo davvero promettente. anche di interventi critici e interpretativi. Mentre permane all'esterno, come ineliminabile conflittualità fra Stati sovrani, anche all'interno il conflitto politico non è mai totalmente eliminato, ma solo sospeso: sulla pace giuridica interna grava sempre la possibilità che esso ricompaia, magari sotto forme differenti. Tipico è il caso della formazione dello Stato assoluto moderno: nato per neutralizzare una guerra civile di religione, in nome della ragione, è stato messo in crisi da un attacco fondato essenzialmente sulla morale (l'Illuminismo). Se il sovrano è realmente in grado di riconoscere il nemico, potrà controllarlo ed escluderlo attraverso strumenti ordinari (la polizia) o straordinari (la sospensione della legalità); ma se ciò non avviene, la violenza politica riemerge, il meccanismo amico/nemico distrugge lo Stato, fino a quando una nuova neutralizzazione sovrana non ne formerà un altro. Ma per comprendere il senso e l'importanza politi· ca che può avere, oggi in Italia, una rilettura di Schmitt, è necessario ricostruire brevemente le linee fondamentali del suo pensiero, a partire da quel concetto che individua l'essenza di ogni fatto politico nello scontro amico/nemico. Questa contrapposizione preesiste, secondo Schmitt, allo Stato, lo fonda e lo giustifica: lo Stato non è che uno dei modi storicamente efficaci per neutralizzare quello scontro, per garantire il 'passaggio dalla guerra civile alla li «politico» è dunque un fattore autonomo. caratterizzato da specifiche leggi di composizione e di scomposizione; ma è anche vero che l'elemento più sconcertante e provocatorio del pensiero schmittiano sta nell'apparentemente contraddittoria iscrizione di questa autonomia all'interno della dimensione teologica dell'ordine e della sovranità. Nessun ordine politico, secondo Schmitt, può infatti sussistere senI LETTERE Gli errori dei TG Caro direttore, I il Leviatano del 5 febbraio pubblica un interessante articolo sul monopolio RAI. Mi permetta. però, un osserva• zione, sia pure di dett'!lllio. L'autore dell'articolo dice che «E indubbioche l'unica trasmissionetelevisivamiglier rata negli ultimi anni siano i telegiornalilf. L'affermazione è in parte vera, se si considera solo ilcontenuto, ma è fortemente azzardata se si considera il piano tecnico. Vado spesso in Inghilterra e vedo la rete televisiva sia statale sia privata; posso quindi affermare che i telegiornali inglesi vengono mandati in onda senza il minimo errore. Che cosa succede invece nei telegiornali italiani? È raro che ci siaunnumerosenza errori anche pacchiani, senza telefonate alla regia, senza attese, spesso vane. dopo aver annunciato un servi• zio registrato. Possibileche giornalisti pagati profumatamente non siano capaci di fare bene il loro lavoro? Oppure, come è probàbile, alla radice di tutto ciò c'è semplicemente la consuetudine che si è instaurata in Italia, cioè quella di non far rendere conto del proprio operato, soprattutto nell'ambito di un servizio pubblico. Perché non si comincia a licenziare i IL LEVIATANO giornalisti inetti, per sostituirli con tanti giovani volenterosi desiderosi di intraprendere tale carriera con coscienza e serietà? Franco Cossu, Cagliari La «fame» nucleare Caro Savelli, la stampa inglese ha dato not1z1a della decisione della Thatcher di dare il via alla costruzione di 15 centrali elettriche nucleari, con una spesa di 20 miliardi di sterline. Alla fine del secolo il 50 per cento della produzione di energia elettrica in Gran Bretagna sarà coperto dalle centrali nucleari. Tutto ciò accade in un Paese che ha cospicue risorse carbonifere, e che ha una sua produzione di petrolio. In Italia. grazie alla campagna dei radicali e degli estremisti e alla debo• lezza dell'industria di Stato, i piani di costruzione di centrali nucleari procedono con g:ande timidezza. La campagna radicale è chiaramente di tipo oscurantista, perché si fonda, non so se in buona fede o per semplice ignoranza, sul timore di cataclismi nucleari che potrebbero verificarsi nelle centrali. A me sembra che tali timori potrebbero paragonarsi alle preoccupazioni e alle fobie di coloro che tremano quando debbono volare, o addirittura evitano con cura il mezzo aereo. Con l'aggravante che sinora, se non erro, nessuno è mai morto in incidenti nelle centrali nucleari, mentre molti sono morti, direttamente o indirettamente, per mancanza i forti o indirettamente. per mancanza di fonti energetiche. Oltre alla •fame nel mondo•. non si potrebbe considerare la •fame di energia nel mondi»? Almeno prima che sia troppo tardi? Aldo Giacalone, Palermo Spadolini non lo sa Caro direttore, ho letto sul numero 5 del Leviatano l'intervista con il sen. Spadolini, segretario del PRI. Un punto in particolare mi ha colpito: il fatto che il sen. Spadolini ignori che il PRI, attraverso la sua Federazione giovanile, è parte dirigente dell'Internazionale Liberale, verso la quale. peraltro, Spadolini nell'intervista non risparmia certo critiche aspre, quanto infondate. Infatti nello scorso mese di ottobre, al Congresso di Ottawa, è divenuta membro di pieno diritto dell'I.L. la Federazione internazionale dei giovani liberalie radicali che, a sua volta, ha tenuto dieci giorni dopo il suo congresso che ha visto eletto vicepresidente, anche con i voti dei liberali, l'amico Ottavio Lavaggi quale espressione della Federazione giovanile repubblicana. Il sen. ,Spadolini, forse, ignorava la cosa: ora può dolersene o compiacersene, ma è la realtà. Con cordiali saluti cd auguri. Luca Anselmi Responsabile Esteri Partito Liberale Italiano 15
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